Al nome del Padre
et del Figliuolo
et
dello Spirito
santo. Amen.
MCCCLXI,
die quinto
di março, io, maestro
Piero
cerusico,
cittadino di
Luccha,
et filio
condam
Ubertino
condam messer
Piero cavaliere
degl'
Insalabocchi da
Magniano da Brescia,
incominciai a ffare et
ordinare questo libro per
volgare, et tratto di gramatica
sì come io
posso
trovare per tutti i libri
fisichi et
cerusichi, sì come
Ipocras,
Galieno,
Almansor,
Serapione,
Avicenna,
Gostantino,
Avençouar,
Damasceno,
messer
Viatico,
Rasis,
Albughasin,
Niccholao,
Circastans, Bruno,
Guglielmo, li
Ruggeri,
Albulbetri,
Isaac
et molti altri
fisichi
et
cerusichi et
isperimenti
del Tesoro di poveri
e 'l Vescovo di
Cervia
et gli altri: maestro
Taddeo da Bolongnia,
maestro
Dino del Garbo,
Alia Abate, maestro
B
. da
Vargana,
maestro
Matteo da Milano
e altri assai
ecc
..
Et per
consolare e appagare
e insengnare
alli miei
figliuoli e
discepoli
e ongni altre
persone ingniorante, inperò
che di me rimanesse
alcuna memoria buona
semplice e
lleale poveramente.
E così à
nome questo libro Tesoro
del maestro Piero
cerusico
condam
di Brescia, cittadino
di
Luccha
etcc
..
Proemio di questo
libro in brieve
sermone.
Prima diremo
così per volere
consolare tutte
quelle persone
che non sanno et non intendono
gramaticha
e pure vogliono medicare
per loro scampo
o guadangnio o per amistade
e per mostrare sapere
e altre cose assai
ecc
.. Et per loro
isperimenti
alcuna volta
fanno bene e ispesse
volte fanno male, imperò
che nonne ànno
teoricha
e non sanno li tempi né lle
nature nelli maschi dalle
femmine, né lli vecchi
da'
giovani, né lle fanciulle
da' fanciulli, né'
debili da'
forti,
etcc
.. Onde
per natura a nnoi
conviene
medicare none
ostante li nostri libri. Io
per me sono istato medico
sopra di me bene
XXII
anni, e per
isperimenti e in
libri e in molte provincie
cierche e anchora
non mi
pare sapere nulla.
Onde vi
priego che
voi intendiate bene il
mio
dire, imperò che
leggere et non intelligere,
cioè intendere,
si è tanto a dire come
elli non sapesse
leggere.
Et però fa', figliuolo mio,
come fece il savio romano:
appara sempre da
più chi sa di te. Ancora
mai none
ischifare d'apparare
da ongni persona
del
mondo, imperò che
Iddio sempre a ssé riserba;
fa' che ttu sia
allo udire
sollecito et atento
allo rispondere, e sempre
istudia, e sempre ti
diletti
apparare, e con altri buoni
sempre consigliare,
et sempre in tutte le
tue cose metti Iddio
in
tutte innançi, imperò
chi con altrui si
consiglia
solo non può perire.
Se farai bene ciò che io
t'insengnio, sempre tu sarai
buono maestro. Fa'
l'
Arte leale et non potrai
fallire; et servi
li poveri per l'amore di
Dio, et li ricchi per li loro
danari. E ancora servi et
non guardare a cchui,
ma sì a cchui
diservisti,
e ora ti guarda da llui; et
tienti bene a
mente che
tu non
facci mai cosa
veruna né unguento né
piastrelli né
medicatura
che ttu non dichi nel nome
del Padre et Filio et Spirito
santo, amen, sempre
faccendo el sengnio della
santa
†. Amen.
Cominciasi il prolago di
Guglielmo da Piacença.
Proposito è buono
dare a tte
el libro della
operatione manuale
acciò che 'l sagrifitio et
benificio sì tti risponda
alle operationi di
compagni
e tu sia savio che lla
retificatione di questa
Arte propia non sia se
none per usança della
tua operatione. Et
però la
retificaçione di
tucta l'
Arte
pendente
a operatione non si
ritifica
se nnon per questa via
e modo: per cagione dello
uso; e è questo certo in
questa
doctrina procedere
secondo questa la quale
a me per uso et operatione
manifesta fu lungo
tempo e
isperiençia più
cure in sermone nella quale
propie mani laudabile
la vorrai. Et si parte
questa cosa in
cinque
parti e si propone in
ciascuna
parte propio capitolo,
acciò che cercando
possi trovare
agevolmente
ciò che adomandi.
Che cosa è la
Cerusica
secondo maestro Guglielmo.
Cierusica si è
isciençia
da
insegniare
il modo e lla qualità
dello operare in carne
e
nervo e in ossa, e questo ongni
huomo sappia,
colle
mani; e non credere che
alcuno per opera particulare
e propia che
sia che in mano particulare
sia
cerusicha, ché
cerusicha
sì è una
isciençia
che none abbia a essere
se non manuale e delle
cose finite e
diterminate
e
incorruptibili.
Di tucte infermità d'occhi
a tucte
cure secondo
Mesue.
A volere sapere
curare gli occhi
conviene sapere
teoricha
e avere
pratica e
chonoscere
onde procede quello
male e lla
compresione
dello huomo o
femina o
fanciullo o vecchio,
giovane,
e così sì potrai curare
secondo
Almansor
e
Mesue e altri doctori
a cciò; et però lasceremo
stare tutti i libri adietro
et attenderemo solo
agli occhi.
Della infermità dell'
ottalmia
che nascie negli occhi.
Della
optalmia che è
la prima
ragione degli
occhi secondo
Mesue.
Inprima sì ssi
dée assottigliare
il cibo e il suo
bere et il sangue e cessare
lo catarro e ssimile
cose. Et poi com buono
reggimento
seghuirsi
la cura della calda con
cose fredde, e alla
cagion
fredda secondo le
cose calde, tutte secondo
li corpi. Nota questa
regola: in
ciascuna torrai
prima sangue della
ceffalica, dalla parte
contraria; e
ll'altro dì
da quella parte stessa
se
ffa bisongnio. Et s'ella
fussi d'
amendua gli occhi
farai d'
amendue le
vene inn un'ora.
Impiastro
fine al flusso
della
ottalmia.
Al flusso della otalmia
impiastro fine
per gli occhi: R
ecipe aloe,
acaçia,
sief di
memita,
litio,
bolo
armeno,
gomerabico
an
.,
fanne polvere
et
ispargi con
albumo
d'uovo et
fanne
impiastro
insulla fronte
et tempie; et se vi fussi
caldo
fortissimo sança
ragione, e ttu allora
sì v'agiugni
faufel e
sandoli
rossi an
. per tutto
I, et
incorpora con acqua
rosata et di
curiandoli
et d'
indivia
et fa' come detto è.
Item inpiastro alla
ottalmia.
Alla
fortissima
doglia
della
ottalmia: R
ecipe
croco,
coriandoli,
milleloto an
., seme di
lino et tortelli de semterre
an
., et
fanne inpiastro
con vino
stipitico
insulle palpebre.
Item alla
ottalmia.
Sieff de
ross ad ongni
ditta cosa: R
ecipe
foglie di rose e sia
d
. XV,
gruogo,
gomerabico
an
. d
. VIII, oppio,
ispiga
indica an
. d
. II,
acqua piovana quanto
basti, et
fanne come
ditto è, et vale al
fluxo
et a materia sottile
e acuta,
experto.
A
ulcere della
ottalmia.
Sieff
experto
all'
ottalmia
fredda con
diotornita, è
sief
di
spigo: R
ecipe spico,
grogo
an
. d
. II,
sercocolla
d
. V,
foglie di rose
d
. IIII, oppio,
aloe an
. d
. I,
gumerabico,
amido,
draganti
an
. d
. I, et
confici con acqua
piovana e rose et
fanne
sief, et opera
con sugo di
capperi,
exprovato.
Item polvere fine et
biancha alla
ottalmia.
Polvere
biancha alla
ottalmia fredda
e tolle la
limperitudine
quando non vi
fussi molta
puçça: R
ecipe sercocolla
d
. X,
spuma di
mare
d
. I,
çucchero bianco
d
. III,
fanne sottilissima
polvere et
usala.
Item alla
ottalmia.
Polvere fine
bianca
alla
ottalmia
calda e gran dolore
et amirabile: R
ecipe sercocolla
notrita con
latte d'asina o di
femina
d
. X,
amili
d
. IIII, oppio
d
. I ½,
canfora
d
. ½,
fanne
alcocol, cioè polvere
sottilissima a cciò diputata,
e è fine
experto.
Item ancora alla
ottalmia.
Serapione dice che
non è medicina
pari
alla
ottalmia quanto
è questa: R
ecipe puleggio
secco e
polveriççato,
fanne
colorio e
usalo, è
isperto e fine; acqua
rosa e vino bianco vel
con vino di quelli secondo
la materia che fusse.
A ongni dolore d'occhi.
A ongni dolore et infirmità
d'occhi si può
usare: R
ecipe tuçia
fine,
litio an
. d
. IIII,
mirabolani
citrini
d
. I ½,
çençamo fine,
pepe lungo
e bianco an
. d
. II, fa' polvere
sottile et
mescola
insieme; e llo
liçio resolve
con acqua piovana et
acqua di
chiara d'uovo an
.,
et incorpora poi
colle polvere
predette e
fanne
colorio vel
sief che è il
meglio per serbare, e
usali
con
fricaçion sulla
pietra con acqua piovana
et con albume d'uovo
et aqua de
orobi.
Ad ongni infirmità d'occhi.
Item ad idem
sief per
ongni infermità d'occhi
per dolore: R
ecipe sugo
di
more rosse e seccalo
sempre
mestando, e di quello
d
. III,
mescola con
albume d'uovo, cioè
con acqua fatta d'esso e
latte di
femina quanto
basti, e
fanne
sief e operali
colle dette cose,
.i.
latte e aqua d'albume
d'uovo: è medicina sublima
a ongni dolore d'occhi
secondo
Mesue.
Alle
lagrime degli occhi.
Galieno fa questo
colorio
a ongni infermità
d'occhi per
lagrime,
rossore, dolore e
ongni tenebrosità d'occhio:
R
ecipe antimonio
d
. V,
chatimie
d
. I ½, rame arso
lavato
d
. II,
cerusa
cruda
d
. I e
mirra
d
. V,
castoneo,
oppio,
gumerabica
an
. d
. I, amido
d
. I,
fanne
colorio con acqua
d'albume fresco e acqua
rosata e
usalo, e è fine.
Alle ulcere degli occhi.
A ulcere e
ulnere d'occhi
secondo
Mesue:
prima tolli sangue
della
ceffalea e poi
purgalo con medicine
dalla
ottalmia, poi poni
per maturare. R
ecipe oncenso
X d
.,
armoniacho,
sercocolla
d
. an
. V,
catimie
d
. IV, rame arso lavato
d
. II,
ceruxa
cruda
d
. I e
mirra
d
. V,
castoneo,
oppio,
gomerabico
an
. d
. I, amido
s
. I,
fanne
colorio con acqua
d'albume
frescho e
acqua rosata e
usalo,
e è fine.
Alle ulcere degli occhi.
A ulcere e ulnere
d'occhi secondo
Mesue:
prima tolli
sangue della ceffalea e
poi purgalo con medicine
dalla
ottalmia, poi
poni per maturare. R
ecipe oncenso
X d
.,
armoniaco,
sercocolla
an
. d
. ½,
gruogo
d
. II, e
fanne
sief com
mucelago di
fieno
greco
e opera
ecc
..
A nascere carne negli occhi.
Sieff a
ulcera d'occhi
malignia e soblima
inn operaçione et
è fine alla
uvea
quan
quando uscisse del suo luogo,
e è
sief
elisir
Almansor:
R
ecipe antimonio
scecheder
an
. d
. X, acaçia
d
. III, aloe
d
. II,
fanne
sief con sugo de
orobi
e usane alle dette cose
con acqua d'albume d'uovo
fresco.
A nascere carne nelle
ulcere degli occhi.
Sieff per fare nascere
carne nelle ulcere
d'occhi et fa
tornare la
huvea nel suo
istato e asottiglia le vesciche
degli occhi: R
ecipe dimia
trita, tuçia trita
e
llavata assai volte con
acqua piovana,
cerusa,
antimonio, incenso an
.
d
. II,
mirra
d
. I,
sercocolla,
sangue
dragone, aloe,
oppio an
. d
. I ½,
fanne
sief, et sono
exprovati.
Alle ulcere degli occhi.
Cochol fine alle ulcere
delli occhi: R
ecipe
sercocolla nutrita
parecchi dì con acqua
rosata e poi la nutrisce
più altri dì con sugo de
orobi, e lla terça volta
sia nutrita con latte di
femina fresco per più
die.
Et poi la seccha e
tritala
e
istaccia con
sirico e
fanne
alcocol e usale
alle dette cose sera e mattina.
Et sono molti
che
notrisce la
sercocolla
con latte di femina,
poi l'operano come è decto
di sopra.
Alle percosse degli occhi.
Item alle percosse
e colpi d'occhi et
alla
enfiatura di
fuori
dello occhio fatta per
le dette percosse: R
ecipe
polvere di chomino,
çafferano
polveriçato an
.
d
. I, e
istempera con albume
d'uovo e poni sulla
istoppa; l'occhio sia
chiuso e sopra poni quella
mattina et sera, exprovato.
Alle percosse degli occhi.
Item ad idem fatto
di fresco cessa il dolore
e il sangue e iscaccia e
ritiene li homori che perverrebbono
all'occhio per
la
percossa: R
ecipe agrimonia
e trita come salsa
e iscopergi con albume
d'uovo fresco e sana come
è detto di sopra, exprovato;
e così fa l'
assençio.
Alle percosse d'occhi.
Item ad idem: R
ecipe
vetriuola,
.i. paritaria,
e
fanne come
è detto di quelle; e sse
fosse sanguinoso
dentro
l'occhio e con dolore grande,
sì
mescola col sugo e 'l
chiaro latte di femina
et
mettine indello occhio
dentro, e incontanente
liberrae, exprovato.
Alle
piaghe d'occhi.
Alle
piaghe e ulcere
d'occhi secondo
Mesue: imprima
fa'
foblotonia della ceffalea
della mano dal lato
ove è il male, poi purga
com pilole
coçie et
sì llo fa'
dietare come si
conviene; et se quivi
fosse molto grande dolore
e ttu vi fa' impiastro
suso che sia caldo
di fieno
greco e rosser
cotte
in vino bianco
istipitico
overo in acqua rosata.
Et quando tu
empiesti
la piaga usa l'
elesir
d'
Almansor o del nostro
ante ditto, sì llo fa' sempre
giacere supino per
buono peçço. Li sengni
buoni della salute sua
si è quando comincia
apparare nel
cerchuito
dello occhio, dov'è la
piagha, alcuna
biancheçça;
poi sanata la
piagha,
sì rimane quella biancheçça
poi sanata
nell'occhio, et allora sì llo
rimoverai
colle polveri
et altre medicine a cciò
diputate.
Alle percosse d'occhi.
Item a percosse vel
omore iscorso per
força
che ssia gli occhi
molto tenebrosi, rossi,
carnacciosi
et con grande dolore,
lagrime,
enfiato, exprovato
in
Luccha: R
ecipe
erba
aurla le sue
fogli
verdi
tritissime con albume
d'uovo e
mescola
e
fanne impiastro
insull'
occhi
chiusi, supino;
et perché
entrassi dentro
di quello liquore sì è
buono e rode quello
carnaccio
che entro vi fosse,
e in
due o tre volte
fia liberato.
Ad idem. Degli occhi.
Item ad idem: R
ecipe pane
caldo la sua midolla
inçuppa in sugo
d'appio, et subito lo poni
insulli occhi e
fascialo,
ma inprima
falli tôrre
sangue della mano della
vena dell'occhio
ecc
.,
et poi farai col sugo d'
asençio
o di
piritaria.
Ad idem. Degli occhi.
Item è
isperto a ongni
percossa
dentro
dello occhio: R
ecipe sugo
di
foglie di
madreselva
et incorpora con acqua
rosata et
mettilo nello
occhio
due o tre volte,
et sarà liberato, exprovato
in Firençe.
A
iscabbia d'occhi.
Alla
iscabbia degli occhi
secondo
Mesue:
s'ella è sottile e non
è di molto tempo,
falli
foblotonia e fallo purgare
e poni le
ventose sul
collo nell'
ocipiçio insulla
nucha e sì llo reggie con
sustanzia tenera l'occhio,
sì come
bagniuoli e
ssufumichi
per più e altri
regimenti
umentativi,
sì come da aria, e a
riposo
e dal bere e dal mangiare
e da simil cose.
Sieff delli occhii.
Sieff a ssanare la
iscabbia
delli occhi
che ssì consuma
e 'l panno e lla
l'ungula
:
R
ecipe verderammo,
colcotar
arso,
ispunia di
mare an
.
d
. II,
carcule
d
. X,
burac,
sale
armoniaco,
arsenicho
rosso solimato an
.
d
. I,
polveriçça e
fanne
sief con sugo di
cilidonia
vel
minuta vel
erba
rondingnia e cosgregare
sulla pietra, sì lla opera
come sai. Et ancora ne
puoi tu fare del
sief seco
polvere e
ahoperalo
come
alcocol.
Sieff delli occhi.
Sieff alla
ischabbia
e
ulcera per
caldeçça:
R
ecipe dimia,
croco,
iscorçe di rame,
gomerabica,
rame arso an
.
d
. III,
mirra, sederugi,
spica an
. d
. I, oppio rosato
an
. d
. I,
pepe biancho
d
. ½ vel
grane
IIII.o,
e
fanne
sief con vino
biancho sottile e
operalo
con acqua fatta di
chiaro d'uovo.
Alla
arsura degli occhi.
Chocol e
all'arsura
e a rosa e a
lagume
e
iscabbia e
sebel
delli occhi:
R
ecipe turçia,
carmen,
hutrich an
. d
. I,
liligo,
affai,
çençamo an
. d
.
½,
pepe lungo,
memita
an
. d
. II ½ kirati
due,
melochindi
d
. I,
fanne
polvere e stempera con acqua
d'
agresto e poi li seccha
et trita e
istaccia con
sirigo e inde ne farai la
tua cura nello occhio,
e è quello
alcoel
ecc
..
Sieff delli occhi.
Sieff alla
iscabbia
e ulcere e dolore
che ffa l'occhio
indebolire: R
ecipe liçio, tuçia
d'
India,
kebuli an
.
d
. I,
çençamo
d
. ½ e
fanne
sief con acqua piovana
o rosata vel
citerna,
e
usalo
colla
fritaçione sulla
pietra.
Al
sebel delli occhi.
Al
sebel sottile e de
poco tempo fatto
puossi curare
colle
dette cose:
sief,
colorii
;
ma se ella fosse vecchia
e grossa come tela di
rangnolo
manifesta, sulla
pupilla
isparta, onde
conviene
per
ritenere lo
vedere, e questa si
conviene
ricogliere e
lavalla
come l'
unghiella,
sicché si
isporta dallo
occhio tutto, overo sì lla
segha con setola di coda
di cavallo con
archetto
fatto a cciò, overo con
filo di
seta
cruda vel
cotta, e subitamente lo
cura inn acqua in che sia
infuso entro
comino e
poi com polvere
citrino
overo
colle cose acute
dette in altri
capitoli,
exprovato.
Experto delli occhi.
Colorio al
sebel di
poco tempo in persona
nobile e tenera
ecc
.: R
ecipe cerusa, verderame
an
. d
. I, polvereçça
con
siricco e incorpora
con sugho di ruta, vino
bianco, sempre
tritando
e insieme
incorporando
coll'uno poi
collo altro
come l'unghuento
di
cerusa
ecc
., quando
liquido come
mele
corrente, molle e chiaro,
e serbalo in ampolla di vetro
e opera sera e mattina
una
gocciola indello
lagrimale, sempre istando
supino per grande ora,
e è fine a ongni panno,
tela,
ungula e simile.
Colorio degli occhi.
Colorio romano e
isperto
a ongni
scabbia
d'occhio: R
ecipe ppumice
marina,
lagrime
di lumache antiche an
. d
.
II,
gumerabico
d
. III, incorpora
insieme con acqua
et poi seccha al sole et
fanne polvere et
fanne
poi
colorio con acqua
rosata et con vino bianco
fine et inde adopera
alli bisogni, sì come si fanno
li altri
colorii.
De
colori secondo
Mesue. Occhi.
Colorio più forte alla
alba et macula et
albugine e
conforta
l'occhio e 'l vedere aumenta
e lla
albugine chaccia
sença angoscia né dolore
né pena alcuna: R
ecipe fiori
di rame
d
. I, tuçia
d
. II,
vetriuolo
d
. IIII,
seppia o
pomicie
d
. XII; l'
erba pesta, e
pôlla in vino bianco fine
on
. XII e fine
agresto o
brusco
fine et chiaro tanto
che torni al meço; et inde
cola e
mescola con quella
colatura le dette polveri,
poi secca in ombra e
retrita e inde fa' come
prima per
quattro volte, e
poi ne fa'
colorio o
polvero
e opera come è detto
dinançi.
Degli occhi.
E nota che
colorio
né
alcocol né
sief non
si
dée aoperare infino
a tanto che il corpo e llo
istomaco non è purgato,
e questo si fa per la conservaçion
della sanità; et
déssi tenere li occhi aperti
verso l'acqua
corrente
chiara quanto puoi
ricevere la vista, ricevendo
l'acqua negli occhi quanto
puoi, e riguardare
l'
erbe verdi e
mirare ispesso
nello
ispecchio e mangi
ruta e
finocchio, e
faratti
il vedere
achuto; e
llava
il capo con liscìa fatta di
brettonica che
conforta
il
celabro e lli occhi e ffa il
vedere
achuto.
Alli
fieli di pernici
agli ochi.
E lli
fieli di pernici, di
gru, di
gallo, di sparvieri,
di
cavretto e
altri
fieli di tutti ucelli
che vivono di
rapina e
ànno il becco
runcinato, sì
confortano l'occhio e
aomentano
il vedere; ancora
l'acqua rosa, vino bianco
conforta l'occhio infino a
ttanto
ch'è
disoluto l'occhio
e lla vista; e quando l'occhio
e la vista è acuto e
mondificato
dalle
macule o tele
o simili cose sì ssi conserva
poi
colle dette cose di
sopra secondo
Mesue.
Agli
maculosi occhi.
Item
agli occhi
maculosi
sanare e
tôrle
vie
leggermente et
pianamente: R
ecipe çençamo
fine
frigato sulla pietra
con saliva d'uomo
digiuno,
e di quello poni nello
occhio, è fine cosa. E ancora
è meglio questo: R
ecipe
çençamo fine pesto an
. I,
bolilo in
fino vino bianco
una
meçetta tanto che pervenga
al meçço, poi
cola
e
sserba in
vaso di rame vel
ottone per più dì, e poi li adopera
indelli occhi
maculosi,
sì lli
munda sança
pericolo.
Agli
nocivi occhi.
Delle cose
nocive
agli
occhi:
fummo, raçi di
sole, legumi, agrumi,
vino,
agli, vento,
pepe, dormire
calçato, sedere molto
al fuoco, latte,
cascio, pasta
non
lievita, pane
açimo,
vedere cose bianche,
usare con femina vecchia
o con femina che abbia
mestrua,
leggiere ad
increscimento
libri, né libri
nuovi,
patisca
fame, bea pocho vino.
Et sopra ongni cosa è rio
al vedere lo stare di sotto e lla
femina di sopra, e quando
fussi
obriaco, e quando fussi
pasciuto o quando fussi
levato di malatie, e quando
fussi molto affaticato
e quando lo facessi per
força
o
contro a tuo volere per
compiacere alla
femina: tucte
queste cose fanno
pessimo e rio lo vedere.
A
chonfortare l'occhio.
A
confortare l'occhio
fa' ispesso tôrre sangue
della vena del
ghomito e della
safaria del
piè moderatamente e della
vena del
policie, e
maggiormente
del
calcagnio:
fa maggiore
prode e molto
utile indella gioventù
infino nelli
XLV anni; et
dalli
XL anni in
giù sì è buono
usare queste
erbe, e
non tôrre il sangue. L'
erbe sono
queste:
verminacha,
finocchio,
colidorçia,
pinpinella,
rose, vivole,
rebarbaro,
mirabolani che stanno
sopra l'acqua,
timo,
epitimo;
e lle pietre
grosse che
fanno buono vedere sono
queste:
ismeraldo,
iacinto,
carbonchio e ongni
pietra di
colore verde
con oro e ariento; e 'l verderamo
e
ll'oro e llo
ariento
sì è utile al vedere e
risguardarlo.
E utile al vedere
li mantella e
guarnacche
et ongni panno di sopra
portante et in essere verde
colore e di note non
nere; e lla camera che a
parete
dée essere verde
o di verde
colore
pinte, e lo
copertoio in che ti
diletti
sia verde o nero, imperò
che 'l nero
colore sì risolve
il bianco; e così
basta
a conservare bene lo vedere
comunalmente.
Al panno et
cateratta d'occhi.
Al panno molto forte
e alle
cateratte: R
ecipe
aloe,
pepe, sapone
nuovo, sugo di cilidonia,
mele et
sale, verderame,
vino biancho an
.
q
. I vel
II; e infondi
in latte d'asina ongni cosa
insieme per
X dì; et
poi
confice insieme inn
uno corpo e sì llo serba
in
iscodella
vetriata
che sia fatta come unguento
sottilissimo; e di quello
poni nello occhio
la sera e lla mattina e a meço
dì, e tostamente sarà
liberato.
Al panno degli occhi.
Al panno d'occhi, cosa
provata: R
ecipe rose,
siler
montano,
sercocolla,
iscorçe di
mirabolani
citrini, osso di
seppia,
antimonio,
ermodattili,
çençamo fine an
.
d
. II,
fanne
alcocol e
usalo,
exprovato.
Ad idem
esperto
agli occhi.
Item ad idem, è
isperto:
R
ecipe fiele di
gallo
giovane o di
capra
o
capretto, latte di femmina
an
., e insieme li seccha
in
forno o testo caldo
e inde
fanne polvere
et opera al panno dello
occhio.
A quel medesimo. D'occhi.
Item exprovato: R
ecipe
pepe nero
iscorticato,
ortica an
.,
fanne
polvere seccati e
usala
come l'altre, e è fine cosa,
exprovato.
Rottorio fine
experto al
panno e ungula d'occhi.
Rottorio fine
experto
al panno e ungula
e
macula d'occhi:
R
ecipe canterelle
trite e impasta
con
levame di grano
che sia istato in molle inn
aceto forte per
dì e notte
uno, e poni insulle tempie
presso
agli occhi
maghagniati
,
e
fascialo e llascia
istare sança
toccarlo
per
III dì, poi vi poni suso
foglie d'
ellera o di viti
continuamente tanto che
tu il vedi punto gittare, e
sempre l'occhio sia
curato
colle cose da cciò.
Item al panno degli ochi.
Item al panno e a ongni
macchia grossa e
ungula: R
ecipe salgemmo,
osso di
seppia, istercho
di fanciullo vergine an
.,
e
chatuno
ardi in
forno
o testo o pentola di terra,
muovi; di sé
ciaschun,
poi trita catuno per sé,
poi
mescola parte
iguale
di
ciascuna polvere
e
usala indelle dette cose,
e è perfetta sança
dolore.
Ad ongni
copritura d'occhi.
Item ad ongni
copritura
d'occhi o panno
o
macula o
alba
o ongni altra
copritura
fatta per alcuna percossa,
exsperto: R
ecipe tuçia,
seppia,
çençamo fine,
gherofani
fini an
. q
. I,
fanne
alcocollo e
operalo
in questo modo. R
ecipe aqua
rosata et poni nello occhio,
overo acqua fatta
d'albume d'uovo ch'è migliore,
poi vi getta
entro
della polvere predetta
e llascia riposare uno
pocho, poi vi metti uno
pocho d'acqua rosata dentro,
e così fa' sera e mattina;
e sse
vôli più forte,
mescola
con essa an
. canfora
e
çuccaro
assato fine.
Carne di palpebre. D'occhi.
A carne d'occhio o
di palpebre superchia:
R
ecipe sermodattili,
galla, verderame
an
. d
. I,
fanne
alcocol e
usa sera e mattina con
acqua dello
huovo et
con l'acqua rosata, come
detto è alla
copritura dello
occhio.
A rompere albula. D'occhi.
A rompere albula e
panno grosso et
macula: R
ecipe aceto
forte,
achaçia,
piombo
arso, aloe
patico an
.;
pestala
e poni in ampolla
di vetro, meste
collo
aceto
predetto come
colorio
e llascia seccare, poi ne
fa'
alcocol e
usalo alle
dette cose, e è forte
erosiva,
esprovato.
Al panno e
copritura d'ochi.
Item al panno et ongni
copritura d'occhio:
R
ecipe mele rosato
colato, osso di
seppia,
vetro bianco an
.,
fanne
alcocol con
sirico, poi
mescola
con esso il
mele predetto
e uno poco d'acqua
rosata e metti in ampolla
di vetro al sole per
III
dì, e alla rugiada per tre
notti, poi l'aopera, e è fine.
A tela e albume d'occhi.
Item a tela e albula
e panno d'occhio
secondo Guglielmo:
R
ecipe radici di
lapaccio retondo,
osso di
seppia an
. d
.
I,
fanne
alcocol, e usa,
e è
sicuro.
Pilole al viso. Degli ochi.
Pilole al viso ricoverare:
R
ecipe aloe
on
.
I,
mastice
on
. ½,
rossato
d
. II,
çari
d
. I,
croco
d
. ½, e
fanne
pilole con
sugo di
finocchi e usale, e
non menano se nnon
dua
o
III volte sança alcuna
molestia.
Colorio. Degli occhi.
Colorio contro a
copritura
di
pupilla d'
occhio, di panno sottile
invecchiato e anche
contro alla angula
nuova:
R
ecipe sercocolla, aloe, oncenso,
mastice,
mirra,
casstoreo,
yreos,
croco an
. d
. I,
polveriça
e
fanne
colorio
con vino bianco fine, e è
chiaro e fine.
A
macule degli occhi.
A ongni
macula e tela,
albugine e grande
tenebrositade che
non sia vecchia,
exprovata:
R
ecipe tuçia, aloe
fini, aloe
d
. II,
canfora
d
. I, vino bianco
chiaro fine vecchio
meça
meçetta, fa' polvere
sottilissima e incorpora con
vino in ampolla di vetro e
poni al sole per
sette dì,
mestando
ongni dì tre o
IIII
volte, et poi sì nne metti
nell'occhio com banbagia
sera e mattina.
Alle
macchie rosse degli ochi.
Alle
macchie rosse d'occhio:
R
ecipe bolo
armeno,
terra
sigillata,
chimolea an
., pesta et
fanne
istrettore alla fronte,
et nell'occhio rosso poni
sera et mattina sangue
caldo di
pippioni o tortore.
A ongni panno d'occhi.
A panno d'occhio, exprovato
secondo
Avençor:
R
ecipe fiele di becco
istemperato con sugo
di ruta e opera, o tu li seccha
e
fanne polvere e
opera, exprovato.
A
macule rosse d'occhi.
A
macule rosse
doppo
il tôrre del sangue:
R
ecipe oncenso,
mirra,
armoniaco,
gruogo an
. d
.
I, arsenico rosso
d
. V,
fanne
sief con acqua di
curiandoli,
e usane
colla pietra,
e è fine secondo
Rasis.
Item a quel medesimo. D'occhi.
Item ad idem,
experto
secondo
Mesue: R
ecipe
arsenico sublimato lavato
e poi sia
fregato e
llavato
con acqua di coriandoli
d
. III,
sercocolla,
pepe,
armoniaco,
lapislaçuli an
.
d
. I; resolve l'
armoniaco
con acqua rossa in che sia resoluto
sale
armoniacho
d
.
I, e
fanne
sief et
operalo.
A angula e albugine d'occhi.
Item contro a angula
e
albuggine e tela: R
ecipe
tuçia fine, lengno alloe
fine an
. d
. II, fae con
siricco
alcocol e poni nello
occhio, è
certissima sança
pericolo.
A llagrime d'occhi.
A llagrime d'occhi secondo
Mesue, diremo
della sua cura.
Non è possibile la sua cura
in alcuna persona e propiamente
quando fusse profunda
nello
lagrimale e
quando la
fusione delle
lagrime
è
nociva. Ma se 'l
fosse la cagione d'altra infermità
o di
febre, si può
ccurare
se fossi cagione
per sé e fossi
deboleçça retentiva,
overo ch'è
cruda
digistione e
maturaçione
cruda, overo che lla
sua
efusione sia per
moltitudine
e per qualitade faccendo
dilectaçione, exprovato.
Adunque sono
quattro
cose, la prima si è dare cose
che abbino a
remuovere
la maliçia della
compressione
e a
confortare il
celabro e a
vigorare la
digestione e lla
retençione,
la quale si è nel capitolo
del catarro e della
coriçia
dopo la
mondificaçione
del corpo. E lla seconda
cosa si è compiere le
medicine
vacuative che
vedi sopra abondare alla
moltitudine delle budella,
la quale già detto sono inn esse.
E lla terça cosa si compie
di dare le medicine che
ànno propietà di
costringnere
lo
fluxo delle
lagrime,
le quali noi dicemmo. E lla
quarta cosa si compie
la
flobotonia o tagliare
le vene
arterie, le quali comprendono
alla materia
che viene e
deriva quie;
e questo sì è detto nel capitolo
della
ottalmia, e così
l'
adimanda in quello luogo;
e se lla cosa non fussi
soperchia e fossi da prima,
farai sopra le vene e
arterie impiastro da
ristringniere
e
confortare; ed
è già detto che 'l
cautero
che ssi fa sopra il
giuchedeç
si è sublima cosa al
fluxo della
lagrima propia quando
soperchia e già non si fa
altra cosa.
Contro a flusso d'occhi.
Epitima contro al flusso
d'occhi secondo
Rasis:
R
ecipe aloe, tuçia,
sief
di
memita,
liçio,
bolo
armoneo
d
. I,
gumerabica
d
.
II,
polveriçça e
fanne impiastro
con albume d'uovo
ecc
.,
exprovatum.
A
ristringnere flusso d'occhi.
Item a
ristringnere el
flusso delle
lagrime,
l'occhio
conforta: R
ecipe
tuçia
d
. X, coralli rossi e
bianchi, la
frigatione delli
mirabolani
citrini, aloe
a
an
. d
. II, e
fanne
alcocol.
A dolore e
lagrime d'occhi.
Al dolore d'occhi e llagrime
secondo
Mesue:
R
ecipe lana non lavata
sucida e ardila e
fanne
cennere e
diligente
la
polveriça, et poi la
'mpiastra
con albume d'uovo
e impiastra insulle tenpie
e fronte e incontanente
sì cessa li
meri del flusso
e lle
lagrime e il dolore manda
via,
exprobatum.
Colorio a llagrime d'occhi.
Colorio alle
lagrime
e tenebrosità d'occhi,
experto: R
ecipe sugo
di
melegrane
cotto tanto
che pervenga al meço, poi
lo
cola. R
ecipe on
. VI sief de
memita, aloe fine,
liçio,
croco
an
. d
. II,
muschio fine,
danich
II, e metti nello detto
sugho e
mescola come altri
colorii e reserva in vetro,
la bocca sia serrata che
nonne
isfiati e poni al sole
per quaranta dì, et poni sera
e mattina.
A quel medesimo. D'occhi.
Polvere ad idem e
ardore e
plurito: R
ecipe
sedengi,
calcuccie
an
. d
. II,
sief de
memita, dimia
an
. d
. ½,
polveriçala
e
inçuppala con sugo
di
finocchi e llascia seccare,
poi la trita come
alcocol e
usala nelli occhi; et poni
insulla fronte e tempie
carta
banbagina forata
a minuto e
ispargivi suso
biaccha trita e albume
d'uovo
intriso come a cciò
si
conviene, e è fine
cura, exprovato.
Colorio
experto
agli occhi.
Colorio
experto ad
indem: R
ecipe sugho
di
finocchi
dipurato
al fuoco
on
. I,
fiele di
beccho,
mele fine an
. d
. ½,
fanne
colorio insieme come
si fanno gli altri colorii
e
usalo, e è fine, exprovato.
Alle
lagrime degli occhi.
A ongni lagrima
istringnere:
R
ecipe almido
polveriçato et
poni nello occhio lagrimoso,
è buono a esso.
Confeçione alli occhi.
Lo re delli medici fece
questa
confeççione
pe· lle
lagrime le quali
sì ssi appella
alcocol
pomeri,
et è buono allo ardore
e
aspreççe d'occhi e
alle infermità
calde o
di
caldi o calda cagione,
e anche come
perviene
discendendo da llagrime
ad acqua e a cchi vede
due
cose ed è una
: R
ecipe sercocolla
nutrita in latte di
femina
più dì
d
. IIII.o, draganti
bianchi, oncenso,
iscoria
ferri, margherite non forate
an
. d
. I,
spiga
inda, dimia
aurea e
argentea,
akaquie
an
. d
. V, amido,
cerusa
an
. d
. II, tuçia
sotto
rossa
d
. III; trita in
mortaio
e
inbevera con acqua rosata
mestando e
tritando come
fussi unghuento
cieruso,
poi fa' seccare e
ritrita
e
inbeverando con sugo
di
granate acetose come
facesti
colla acqua rosa,
poi seccha
poi fa' come
facesti colla acqua rosa
poi seccha, poi fa' come
facesti con acqua d'infusione
dello unghuento,
e poi l'ultima volta la fa'
con acqua di
salatro et allora
vi poni la
canfora
d
. II
vel
danich
II,
çucchero
tebaicho
d
. I, e allora trita
per la ultima
tritatione et
la meçça parte farai
sief
con acqua rosata et chon
albume d'uovo e aqua
rosata e latte di femina;
sì adopera l'altra metà
fattone
polvere
alcocol, e è
medicina
infallibile e perfetta
e buona.
Alle
lagrime degli occhi.
A llagrime d'occhi
ristringnere,
chiarifica
il viso: R
ecipe tuçia,
aloe,
mirabolani
citrini
colle
cortecce e ossa sua,
coralli
bianchi e rossi an
.
d
. I, canfora
d
. V,
fanne
colorio con sugho di
finocchi e di
berbena an
.
d
. III e llasciala stare così
mescolati per tre dì, poi
mescola con
peçça
lina
biancha sottile, e serba
quello liquore del quale
ponerai nello
lagrimale
in
amendue li occhi quando
è
coricato la sera
nel letto, et è perfettissimo
a
rischiarare il vedere,
exprobatum.
Item alle
lagrime et a superflua
carne recida. D'occhi.
Item a llagrime et a
superflua carne recida
e ischaccia il sangue
delli occhi e
rischiara
lo vedere:
R
ecipe antimonio
ignito
ispento in acqua rosata
nove volte e altretante
volte in
fino
aceto bianco,
poi le
pesta e
istempera con
acqua rosata e
fanne
i
maddaleoni; e,
secchati,
ripesta
e
rimpasta
colla detta
acqua in che la
ispengniesti
fochosa; e,
risecchata
che ssia, consumata l'acqua
predetta,
fanne
alcocol et
usalo,
exprobatum.
Strettoio alla fronte e
agli ochi.
Bruno pone questo
istrettoio alla fronte
e alle tempie, e è
fine: R
ecipe aloe, incenso,
mastrice,
bolo
armeno,
mirra,
achaçia an
. d
. I, e
fanne
istrettoio
con acqua piovana
e
aceto e super poni;
et poi poni nelli occhi
di questo
colorio, R
ecipe oncenso,
mastice, aloe
patico,
lapis
amatatis,
litargiro
an
., e inde
fanne
colorio
con acqua piovana e
usalo
nello occhio che
llagrima;
e sse con questo fusse
piççicore,
R
ecipe aloe
patico e
istenpera
con acqua rosata e
fine vino biancho an
. ed inde
adopera come l'altro
colorio.
Alli lagrimosi occhi.
Item alli occhi lagrimosi:
R
ecipe sermolino
e
bolli inn acqua piovana,
e
llavati gli occhi ispesse
volte, et è fine.
Alla
rema della testa per ochi.
Alla
rema della testa per
la quale cagione
disciende
agli occhi
lagrime
ecc
.: R
ecipe seme
de
milleloto, seme
di coriandoli, seme di
lino an
. q
. I;
pesta et
istaccia e incorpora con
vino che non sia forte e uno
pocho lo ischalda e
fanne
impiastro sulla fronte dove
senti la
doglia, et è
fine,
exprovatum.
A chi
lagrimassi molto gli occhi.
Isperimento provato.
E se lagrima molto gli
occhi et èvi arsura
e quasi
combustione,
sì sana tosto: R
ecipe mucellagini
ecc
. e volgivi entro
peçça
lina e poni
insullo
occhio lagrimoso e im
poche
volte sarà sanato.
A
mitigare il dolore degli occhi.
Item per mitigare
lo omore che viene
agli occhi e al dolore,
plurito e llagrime
istringne:
R
ecipe tuorlo d'uovo
cotto,
incorporalo con acqua
rosata e
| o latte di femina
e farina d'
orço sottile e poni
suso tiepido quando vai
a lletto, et è fine.
Aqua fine da occhi.
Aqua che
discende
agli occhi: innançi che
ella sia
confermata
aiutalo così con astinentia,
dieta, purgare
com pilole
chochie e
ierapigra
e
yerra
diacoloquintida;
e risolve l'acqua degli
occhi con acqua propia
di ruta,
serapion overo che
alcuno
fiele d'animale e
con sugo de
finocchi e di ruta
overo di
finocchi solamente,
che sono ultima cosa
agli occhi con
mele
misto,
exprobatum.
Ad idem buono
agli occhi.
Item ad idem, fine:
R
ecipe fiele seccho di beccho
in bacino di barbiere
d
. X, polpa di
coloquintida
d
. ½,
serapino,
euforbio an
. d
. II, e incorpora
con aqua di
finocchi e
di ruta,
fanne
colorio vel
sief et
usalo.
A
ristringnere
lagrime d'ochi.
Item a llagrime
istringnere
e al panno e a
macule, fine: R
ecipe sangue
dragone,
çuccaro an
.
d
. I, tuçia
d
. II,
fanne
alcocol
e
usalo, exprovato.
Colorio
diseccativo
agli ochi.
Colorio molto
diseccativo
a llagrime e omori
scorsi
agli occhi, exprovato:
R
ecipe piastre vecchie da recalco
e
falle focose e
ispengile
in fine vino bianco per
nove volte, e poi metti quello
vino in ampolla di vetro,
e ssia il vino vecchio chiaro
e sottile e bello, e usane
nelli occhi la sera e lla
mattina istando a rovescio
per buona ora.
Colorio fine a occhi.
Item
colorio contro
alla acqua che
perviene
cateratta: R
ecipe
fiele di beccho seccho in
vaso
di rame,
orbache
monde an
.
d
. ½,
serapino
d
. I, gumma
d
. ½, e
fanne
colorio con
sugo di cilidonia e orina
di fanciullo vergine et
uno pocho di
mele, e
usalo
come li altri
etcc
..
Colorio
isperto de occhi.
Colorio
isperto a
Mensue
a la nitolopia,
.I.
alla aqua che ssi fa
chateratta:
R
ecipe sugo
cotto
e
dipurato di
finocchi
d
. I,
mele,
fiele di beccho an
. on
.
½, e
fanne
colorio e
usalo
che è
isperto; alcuno vi
mettono isterco di
cocodrilli
overo sterco di stilione
an
. q
. I, e con questi
due
mescolati sana in pochi dì.
Alle cateratte d'occhi.
Alle cateratte
curabile,
isperimento provato
se ella fossi di
XX
anni vecchia: R
ecipe marcasita
argentea
nove peççi
e
falli così
aspergere inn
olio vecchissimo
nove
volte, e poi la
pesta sottile
e
falla
istillare con quello
olio mescolato in che ttu
la
ispengniesti in
limbiccho
tre volte;
ristilla sempre rimettendo
sopra la
feccia,
e
istillata l'ultima volta, riponi
in ampolla di vetro e serba
come
cara cosa assai
più che balsamo e usi nelle
cateratte predette mattina
e lla sera; e faccia
dieta
buona e purgasi ispesso
quello omore, exprovato.
Colorio fine a chiarificare
il vedere. D'occhi.
Alle cateratte
nuove o
che sieno per venire: R
ecipe
sugo di cilidonia et di
finocchio e di ruta an
.;
fiele
di beccho e di
scarna an
.,
mesta
insieme
isbattendoli inn
uno bicchiere di vetro e
ponilo al fuocho sulla
brascia
sança fummo né fiamma,
e come lieva il
bollore,
sança bollire,
lievalo e
sì llo
cola in panno lino
sottile bianco, et poi lo rimetti
nel bicchiere al fuoco
come prima, e come leva
lo
bollore e ttu lo lieva e
colalo come prima, e così
fai tre volte; poi lo serba inn
ampolla di vetro, e di questo
poni al detto male mattina
e sera, in meno di
XX dì
sarai liberato, o poco piue.
Aqua stillata da occhi.
Item ad idem: R
ecipe aqua
che ssia delle viti
e aqua
istillata di
brettonicha
an
. on
. VI e aqua
istillata di fiori di
finocchi
libre una,
ispigo,
gherofani,
lengnio aloe,
noci
moscade
an
. d
. I,
gruogho
peso
uno veronese
I,
d
. I oppio,
canfora an
. g
. II, aloe
paticho
d
. III; polveriçça catuno
di per sé e poi li poni
nelle aque sopradette in anpolle
di vetro, e tura bene la
boccha che nonn
isfiati e
poni al sole per
XV dì, ongni
dì la
dicolla sì cche bene si
mescoli insieme, e poi poni
alle
catheratte fatte di tre
anni, e im pocho
termine
le libera e sana.
Ancora pure
agli occhi.
Item più forte: R
ecipe
sugo fatto di fiori di pane
porcino,
fiele d'anguilla,
fiele di
corbi, balsimo
an
. d
. I; e incorpora insieme
ongni cosa, et di questo
poni una volta il dì nello
occhio per tutta la settimana,
e inprima sia purgato;
e innançi che llo metta nello
occhio questo
colorio si
gargariççi
sempre prima
aceto,
e così tosto
sanerae.
Alle
macule degli ochi.
Alle
macule rosse vocato
infiati, e in altro
modo questa cura: inprima
falli tôrre sangue
della ceffalea, e poi li vota
il corpo e anche
cristeri; li
fae come numare il cibo
e il bere e com pocho vino bere,
e sì usi
repercusive alla prima,
come
bolo
ar
., terra
sigillata e
chimolea e albume
d'uovo, e poi vi metti
latte di femmina; e poi proceda
a
distillare nello occhio
sangue di
pippione caldo
come si
cava della vena
sotto alle alie, overo di tortola;
e alla fine
mescola
con esso alcuna
resolutiva,
sì come arsenico
citerino
sublimato propio e lavato
con acqua di coriandoli; inn
una ora conferisse
distillando
nello occhio
colorio
de Gabriel,
q
. I: R
ecipe oncenso
d
. I,
fanne come
alcocol
et incorpora con acqua
pluviale in che sia resoluto
sale, ma sse è
sale
armoniacho
e
salegemmo an
. d
. I;
trita cioè la terça parte
de una
d
. e
fanne come
alcocol e
distilla nello occhio
mattina e sera, e tosto sarà
liberato; e prima fa' inpiastro
sullo occhio con
fieno greco e
ross e poi ancho
ricuoci nel vino, e
ispeçialmente
quando la infermità
viene. Et ancora
li farai
vapore con
decoçione
di
camamilla e di
milleloto
e chon
dicozione
di
cavoli; et
similmente farai
impiastro sopra l'occhio
colle
foglie di
cavoli triti
con vino forte e anticho
vecchio, e è fine cura
e buona.
Sieff
alcufati d'occhi.
Sieffi
alcufati d'occhio,
Rasis: R
ecipe oncenso,
mirra,
gruogo,
armoniaco an
. d
. I, arsenico
rosso
d
. ½ e
fanne
sieff con aqua di coriandoli
e opera.
Item a quel medesimo.
occhi.
Item ad idem,
experto:
R
ecipe arsenicho sublimato
lavato e poi
fregato
e lavato con aqua di coriandoli
d
. III,
sercocolla,
pepe,
armoniaco,
lapislaçuli an
.
d
. I; risolvi l'
armoniacho
lapis
con acqua in che sia resoluto
sale
armoniacho
d
. ½,
e
fanne
sief e
usalo alle
macule
rosse nelli occhi con latte
di femmina, exprovato
secondo
Serapione.
Sperimento buono
agli occhi.
Experimento alle
macule
degli occhi: R
ecipe
margherite che non sono
forate
d
. II, verderame
d
. III,
castoreo, oncenso,
sercocolla
an
. d
. III ½, canfora
d
. I e
chonfice con
çucchero
e aqua rosata e seccha al
sole in vetro; e poi
retrita
e seccha al sole in vetro, e
poi
retrita e incorpora con
çuchero e acqua rosata come
prima; seccha e anche
ripesta
come prima; e chosì fa'
cinque volte, poi ne farai
alcool
e
ahoperai come è detto
e nelle
macule mattina
e ssera: el panno rode e
istringnie
le
macule e lle
albule
d'occhi. Et se vedesti l'albula
o
macchia in
colore
sotto
biancho,
sì vi
metti la
sercocolla
predetta
on
. ½, in tutto
l'altro fa' come detto è.
A
macula
nuova d'occhi.
Item a
macula
nuova
d'occhio: R
ecipe alcocol di
radici di verga pastore
e
chorigiuola e usa mattina
e sera sança
pericolo alcuno.
A quel medesimo per gli occhi.
Ad idem, più forte: R
ecipe
antimonio
d
. I,
muschio
s
. I,
fanne
alcocol
e poni
due volte il dì
insulla
macula, e sì vi
mescola
tartaro biancho, sì fia
più forte a rodere il seme
della
ischiarea, netta e
monda
l'occhio.
Item a llagrime d'occhi.
A llagrime d'occhi per
freddeçça del
celabro
e aria scoperto o
per
debileçça
ecc
.:
R
ecipe aurea
allesandrina overo
mitridato
mangnio, vel
diaolibano
e usine la sera
et la
quando vai a lletto
q
. I ecc
..
Alle
lagrime degli occhi.
Ad idem,
experto: R
ecipe
amido polveriçato
e poni nello
lagrimale
la mattina e lla
sera quando vai a lletto, è
isperto.
Diascorides.
Pillole fatte in Firenze a
ffare chiaro vedere. De occhi.
Pilole
isperte in Firençe
a ffare chiaro e
buono vedere, et in
questo modo
isperimentato
fu uno amicho mio che
avea nome
dompno
Durante,
monacho di santo Bernaba,
il quale avea da
LXXX
anni in suso e era buono
gramatico, istato maestro
di squola e non poteva
leggere
né
iscrivere più sança
occhi di vetro. El maestro
Tommaso del Garbo
sì lli
diede questa ricetta
che lla usasse in questo modo:
imprima usi ongni mese
sei dì
continovi, l'uno
dopo l'altro, una
pilola per
volta la mattina insulla
aurora, o
vôgli una ongni
sera quando vai a lletto
per tutto l'
anno, o vuogli
due o tre per volta quegli
sei dì sopradetti se ttu
se' forte
ecc
.:
serapano
gomoso,
polpa di coloquintida an
.
d
. II ½,
salegemmo
d
. I,
iscchamonea
corretta con
mela
cotongnia
d
. II e
confice
con sugho di
foglie
di porri e serba.
Alle
fistole
lagrimali. Per ochi.
Alle fistole
lagrimali
secondo
Mesue, ciò
è dire
algarab e
postema,
fistola, e lla sua
cura si è questa naturale:
imprima
mundifichi il
capo e il corpo e llo
stomaco
tanto che vedi cessata
la materia del
fluxo; et
colla
istinençia e misura
delle cose innançi ch'ella
si corrompa
dé' ponere
alcuna
resolitiva
debile
alla prima, et poi delle
più forte, sì come
armoniaco
resoluto con
olio di
noci et con sugo di
finocchi
overo de
bolio
armoniacho
com pocho d'
atramento,
.I. vetriuolo romano,
vel
nucie
rancìa e trita,
e su posta imperò ch'è
optima e ultima; e s'ella
si rompe sì n'à'
tre
ragioni
alle quali puoi ponere
cura
etcc
..
A
disecchare fistole. Per occhi.
A
disecchare la fistola
meçanamente
incarnare:
R
ecipe aloe,
sercocolla,
sangue
dragone,
camandreos,
aristolosia, incenso
e simili cose, e
deonsi
operare dopo la
mondificaçione
e co
lavanda
fatta con vino
istipitico;
è cosa perfetta faccendola
ora dopo ora.
Cosa
mirabile
agli occhi.
E alcuno disse che
era cosa
mirabile:
R
ecipe ruta
pesta e
mescola
con sugo di
granate
acetose e
fanne impiastro
sopra la fistola, sì lla
sana e lla
puçça
remove;
et
dapoi che è
diseccato,
e ttu sì lla salda
colle
cose assai più
disecchative
fortemente.
A fistola anticha. D'occhi.
E s'ella fussi antica e
vecchia, allora
conviene
cosa più forte
V volte,
doppiamente
remuovere le cose che
sono contro a natura,
cioè la carne
corrotta
e
infeltrata,
colle medicine
acute e forte, sì come:
R
ecipe colcotar, arsenico,
sale
armoniaco,
vetriuolo
darathe,
allume an
. d
. I,
calcina
viva
d
. II; tritale
et impasta con orina
di fanciullo vergine, poi
lo seccha et
fanne
alcoel e
usalo come si
conviene.
A quel medesimo pegli ochi.
E alcuna volta sì ssi
corompe l'osso overo
altra
acessione simile
superflua, allora torrai
via tutto quello e
radilo
e
nettalo tanto che
a tte
pare netto, poi fa' cessare
la superflua
abundançia
delli homori che
perviene a quello luogho
con quelle cose che
dette sono indel catarro
e indela cura del
fluxo
delle
lagrime; et è poi
la tua cura perfetta.
Item a quel medesimo. Per occhi.
Item ad idem: R
ecipe
aloe, incenso,
<s> an
.
d
. I,
sercocolla,
balausste,
sangue
dragone,
antimonio,
alume
d
. ½, verderame
d
. quarta, fa' come
prima.
Alle piaghe e ulcere d'occhi.
Item ad idem ongni
ulcera e
piagha vecchia
d'occhio: R
ecipe sief
de
memita,
camandreos,
iscorçe d'incenso,
mirra,
aloe,
sercocolla,
vetriuolo,
arestoloxia retonda
an
. d
. I, e
fanne come
è detto di sopra.
Item a quel medesimo. D'occhi.
Item ad idem: R
ecipe
foglie di
camandreos
secche e
fanne
alcoel,
e di quella polvere farai
sief con sugo di
salatro
e
usalo alle fistole e ulcere,
exprovato.
A quel medesimo degli occhi.
Ad idem: R
ecipe mirra,
aloe,
iscorçe secche
d'oncenso an
. d
. I,
fanne
come detto fu di
sopra, et è lieve e molto
diseccha e
istringnie e
salda. Item
Serapion: R
ecipe
sugo solo d'aquila e sì cura
le fistole
lagrimali
ecc
.;
e 'l sugo dello
angniocasto
uccide la fistola e il
cancro
d'occhio.
A fistola
lagrimale d'occhi.
Fistola
lagrimale si è
una vena piena
di sangue e grossa
e
nasce sopra nella
coniuntura tunica la quale
n'è carne. La cura si è:
prima
tôrle sangue della
vena che è sotto al
gomito,
la quale non si conoscie
se none per li
spangnuoli;
e lla sua
dieta calda sì lla
torrai, sì come vino, carne,
agrumita caldi, et
dara'li dieta fredda temperata,
sì come lattughe,
porcellane, farina d'
orço
e di
spelda, vino
innaquato;
e sì
mundificherai il
sangue
colla
dicoçione
di
capello
venero
e
cassia fistola, e poi farai
questo
colorio dopo
la
mundificaçione: R
ecipe
sugo di
melegrane acetose,
çuccaro, vino bianco
an
. on
. I, e inde farai
colorio e aopera la mattina
e al meço dì e la
sera
dapoi che tu l'ài
mundificato
da lagrima ch'è
dentro;
y
fya il suo bere
continovo, sia
decoçione
di
mirabolani
citrini,
kebuli e
cassia fistola
e aqua fredda
.
A quel medesimo degli occhi.
Serapion dice: R
ecipe foglie
solo di malva e
masticale con poco di
sale
e poni in modo d'impiastro,
sì uccide la fistola
lagrimale,
e poi
masticha solamente la
fogla della malva e
super poni, sì lla
incarna;
e tuttavolta sì intendi
la
masticatura a
digiuno
fatta.
A quel medesimo. Degli occhi.
Ghalieno dice che
nasce
circha al naso
vel
circa allo occhio
intorno allo
lagrimale
ulcere in modo di fistole:
R
ecipe lana molle nel
sugo della
piantaggine e poni
suso ispesse volte, sì llo
sana
mirabilmente.
A quel medesimo. D'occhi.
Alcuna volta e·
forame
della fistola
che nascie nello
lagrimale
si è verso il naso,
alcuna volta
inverso l'occhio
pende; e lla sua cura
sì è purgare il corpo con
ierapigra,
ciera
ruffina,
se lla virtù è forte e giovane
lo infermo; e si
mundifica
il male con sangue
di
cresta di
gallo. Uno
issperimento:
R
ecipe iscoglio
di serpe polveriçato et
con istrumento di
foglia
di salvia sì nne metti nell'
occhio
due volte il dì, et
sì lega al
piè
destro
foglie
di salvia, o dal sinistro,
dicendo così: "
In nomine
Patris ecc
., Cristo
discendi
del
celo indel ventre
della
Vergine, così
la fistola dello occhio
discienda
al
piè";
dillo tre volte
e notricha lo infermo
con cose fredde, e lo medico
aoperi queste medicine:
ruta,
finocchi,
anici,
eufraxia pulita,
fieli
di ucelli viventi di
rapina
giovani, et
fanne confeçione.
R
ecipe fiele di toro,
fiele d'ucelli che ronpono
l'ossa, di livere rossa,
orso,
avoltore,
grua,
rondine,
passere, volpe,
vitelli, anitre
salvatiche,
fiele d'uciello
da stie, e
fanne
colorio
di tutti questi insieme con
vino bianco. Ed è regola
generale e ancora è comune;
e queste cose sono rie
et
nocive
agli occhi: fummo,
vento, legumi, cascio, dormire
calçato, patire
fame a
digiuno, cioè
digiunare contro
a suo volontà e simili cose,
secondo
Serapione.
Secondo
Serapione.
Agli ochi.
Serapione dice che:
R
ecipe alaquilia et
alleluya
e angelica vel
trefoglio
afro e sì vide curare
con quella sola la fistola
lagrimale.
Secondo Avicenna.
Agli ochi.
Avicenna
dice che:
R
ecipe solo
solatro e
operalo
nelle fistole
lagrimali,
sì lle sanava ec
..
A
pupilla
dilatata degli ochi.
Alla
pupilla dilatata
dapoi ch'ella è
confermata
veramente e invecchiata,
non à alcuna cura mai, cioè
quando avesse preso tutta
la
pupilla, cioè il nero
tondo dello occhio; ma s'ella
fusse fatta per
seccheça,
sì ssi cura
dificilemente;
ma inprima la socorri con
buono
regimento e
umentare
con quelle cose
che sai che a cciò si
conviene.
Et ancora ne sono
di quelle che ssi fanno per
omentaçione, la quale
cura si fa in
quattro
modi.
La prima si è alteraçione
e
ulteraçione quello che
tu vedi che molto
crescie
per
interpolaçione
non è ispesso; fare
flobotonia,
s'ella appare sengni
d'omori che abondino in
sangue, e propiamente della
ceffalea; poi s'el
perviene
dagli
lagrimali e dalle
tempie e dalle
arterie, sì ssi
taglino e facciasi
cauteri.
Et poi si
dia medicina
a
ducere la materia allo luogho,
sì chome
iscarificare
alle orecchie e aprire
la ventosità e aprire le
morici
e ponere le
ventose sulla
nucha e
insul
collo e
infra lle spalle; e poi farai
astinentia, ma non
patisca
fame, però il suo
regimento
è
disecchativo; et poi
farai cose da risolvere
la umidità che è innello
occhio, et se per quello è
dilatata la
huvea: et propio
è il
colorio del
fiele
del cavretto col sugo di
finocchio
e uno pocho di
sale
armoniacho; et ancora
ne puoi fare
alcocol;
et anche sì fa' chon
fiele di
beccho e con
fiele di testugine
overo com capo
di
rondine arsi, e
fanne
colorio con
mele e con sugho
di cilidonia, è cosa
provata e
isperta.
A quel medesimo. D'occhi.
Ancora se fae per altra
cagione e per opera
di
percussione,
e la sua cura si è in
due
modi
dopo la regola comune:
l'astinençia del suo
mangiare e del suo bere,
e non
bea vino. La prima
si è medicare con cose
istitiche
repercussive e
freddo che
cessi la materia
della
fuxion, e poi dopo
la
flobotonia si faccia impiastro
propio di farina di
fave
iscoriate con acqua di
salci e delle sue
foglie vel
colla
aqua di
solatro e d'
indivia
e con
foglie di salci verdi,
e peste e
inpastata
colla detta
farina. La seconda cura
si è adoperare cose
risolutive
meçanamente, sì come
sono propiamente
tuorla d'uova con
olio rosato
e uno pocho di vino,
e
fanne impiastro sullo occhio
dopo la
stillatione del
sangue di tortora o
pippione
così caldo come si punge
la vena. E lla ultima cosa
si è
istillare nello occhio
colorio
forte fatto delli
fieli
ante detti
resolitivi molto
forte
ecc
..
Alle percosse d'occhi.
A ongni percossa d'occhio
per la quale sia
fatta
dilataçione della
pupilla: inprima
falli
tôrre sangue della vena
degli occhi, cioè dello
lagrimale,
et poi della vena
rinduci; in questa cosa non
è da ffare
purgagione, ma
facciasi voluçio di tuçia
con
çuccaro e aqua
rosata
cotto di terço in
terço dì et poi
colorio di
fiele di capretto e di grua,
molto nobilissimo ec
..
Colorio costrettivo degli occhi.
Colorio costrettivo
del forame della
uvea dello occhio
o
popilla dilatata: R
ecipe
tre
lucertole vive e
mettile
inn
olio di terra
nuova in
che sia
d
. II di
pepe
pesto,
e
cuopri in modo che elle
non
possino andare
fuori e
lasciale così istare per
IIII
dì; et poi torrai quello
istercho che elle averanno
fatto e
fanne
colorio con
fino vino biancho e odorifero
e con sugho di
finocchi
e
usalo
êllo istarnuto, sì è
utile a questo.
Acqua
.s. Avençuar per gli occhi.
Avençoar: R
ecipe aqua
rosata e ispesse volte
ne poni nello
occhio; et anche
dice ch'è
più forte: R
ecipe mele rosato
colato e
fanne ispesse
volte come
dissi dell'acqua
rosata e usa a
digiuno
ruta e
finocchio e non
beva
vino e nonne usi
coito,
et guardisi da tutte
cose che
àne a dilatare
la
pupilla. E 'l
colorio di
capi
di
rondine arsi e in polvere
fatta con sugo di cilidonia
e
mele, sì è
sperto e
provato in queste cose.
Alla
pupilla dilatata d'occhi.
Se lla
pupilla si
dilata
per
ceffalea o grande
doglia di testa, poni
qui
poca
fidança in sua
cura; ma s'ella diviene
picciola
dilataçione, si è
di purgare ispesse volte
com pilole
coçie e metti
nello occhio
sief di
fieli
vel
colorio. R
ecipe fiele di beccho
seccho in bacino da barbiere
d
. X,
interiora di
coloquintida
d
. I ½,
serapino,
euforbio an
. d
. II e
fane
colirio o con acqua
di ruta o di
finocchi; e altri
pone serapino
d
. I ½ ec
..
Alla
pupilla dilatata per
percossa. Degli occhi.
E anche se lla
pupilla
sarà dilatata per opera
di percossa non
è da temere però che ssi rimuove,
e è così: R
ecipe farina
di
fave e
camamilla
e visco con vino et aqua
misti, e
fanne impiastro sopra
l'occhio secondo
Almansor,
e è amirabile.
All'
orçaiuolo dello occhio.
All'
orçaiuolo dello occhio
secondo Guglielmo:
R
ecipe cera
nuova
on
. ½, aloe
on
. II,
olio rosato quanto basti per
fare impiastro e
usalo sopra
l'
orçaiuolo e resolvere
e manca con
facilità in brieve.
Alla
debilezza degli ochi.
A
debileçça del vedere
per homori
vaporosi
solevati dallo
stomaco per umidore viscoso
overo per singnoria di
collera: inprima si
mondi
lo
stomaco con vomito e
com
purgho e con sir
opo acetoso
di materia calda; alla
materia fredda sì llo purgha
con
oximele
isquilliticho.
Et poi
conforta lo
stomaco
con
trefane propia et con
chebuli conditi con
çucchero
rosato e chon
mastice
e
gruogo nominato
diardon,
e sse nello occhio fosse
altro accidente per
seccheçça
inn esso.
A
cconservare li occhi.
A conservare l'occhio in
sanità secondo Guglielmo:
li
fieli delli
animali sana gli occhi e lla
vista chiarificha; e lli
animali
sana migliori
I loro
fieli
sono questi:
fieli di beccho
e di riccio e di beccho
salvaticho o di bue et di
lepre e
porcho
salvaticho,
orso, volpe, testugine,
capra, capretto,
capra
salvaticha; uccelli si
è: aquila, avoltoio e quelli
che vivono di
rapina,
di
gallo, di pernici,
di passere; de li pesci si
è
fiele di saber
<ch> e di porco
marino; è ultimo
giovamento
alle dette cose.
A
confortare il vedere. D'ochi.
Alcocol sublime a
confortare
lo vedere, fallo
acuto, sì llo
rischiara:
R
ecipe tuçia lavata tre volte
e nutrita con sugo di
maiorana purificato
d
. XX,
çençamo fine,
pepe nero e
lungo, cilidonia,
uthuc an
.
d
. II,
sale
armoniacho
d
. I;
trita ongni cosa insieme e
sì
mescola con sugho di
finocchi
o di
magiorana per
tre volte; impasta
tritando
e come unguento
ceruxo
faccendo e poi seccha e
rifae
ecc
.; et infine ne farai
alcocol sottilissimo e
usalo
la sera e mattina se bisongnio
facesse secondo che
a tte
pare a operatione.
Colorio buono
agli occhi.
Colorio buono assai,
aiuta la vista e
custodisce
la sanità
delli occhi e fine alla
debileça
del vedere per assai
tempo: R
ecipe liçio
tritissimo
con sugho di
finocchi purificato,
mestando insieme
che vengha come
mele,
poi lo poni in
vaso di vetro
e serbalo e
usalo; e molti vi
mettono
dapoi chon esso ad
ongni
on
. I fiele di
gallo
e di pernice
d
. I, overo
terça parte di
due
d
..
Contro a riscaldamento d'ochi.
Alcocol fine contro
a riscaldamento d'occhi,
e è fine alla
debileçça
del vedere con
sottilo
e acuta
humidità,
overo
mordicamento e
plurito
nelli occhi: R
ecipe carmein
lavato con aqua piovana
e poi più volte con
acqua rosata
d
. X, l'
anfricagioni
di
mirabolani
citrini fatta con acqua
rosata
d
. VI,
liçio
d
. II V,
çençamo,
pepe lungho
an
. d
. I e
ispargi con sugo
d'
agresto e
fanne come
li altri; e poi seccha e
fanne
alcocol e usa nelli
occhi, et è fine.
Alle cateratte
nuove
che vengono
agli occhi.
Colorio assai fine a
chiarificare il vedere
e mandare via
la caligine
ecc
.:
fele di pernici
d
. I,
mele
d
. II, sugo
purificato di
finocchi
d
.
III, poni in ampolla di vetro
e
apicchala per
sette dì
poi l'aopera, e è
eficace.
A
vigorare il vedere d'ochi.
Trefana
mirabile
a
vigorare el vedere
che
perviene per
impedimento
di
fummi focosi
e
cholerici overo salsi, e è di
impressione forte e rende allo
occhio e
riducelo alla forma
e vigore della
doglia:
R
ecipe mirabolani
citrini,
kebuli,
indi an
. d
. II ½ ecc
.,
vae al
Mesue in questo capitolo
e
trovera'lo conpiutamente;
dara'ne per
volta ongni mattina da
d
. II fine ad
aur
. II con
acqua calda
.
Confeçione fine
agli ochi.
Confeçione fine che
aumenta lo vedere
e ssì libera la sua
tenebrosità:
R
ecipe erbe
albedastrar,
seme di ruta an
. on
.
I, siseleos,
calamento
dimestico,
pulegio,
çençamo,
cubebe,
noci
moscade
an
. d
. V, schescebram
on
. I ½,
gherofani,
mastice,
margherite non forate
an
. d
. I, e terça serpente
arso,
cristallo an
. d
.
II, balsamo,
grane
se' peso,
gruogo
d
. terça,
çuchero
libre
due, e
confice
et
fanne farina a modo
d'avillane
convenevoli
alli huomini vecchi,
e è buono et
isperto.
Agli focosi e riscaldati ochi.
Agli occhi focosi e riscaldati
e
rischiara
forte lo vedere: R
ecipe
albume d'uovo, sugo d'appio,
sugo d'
aranci, sugo
di
finocchi an
. on
. I, sugo
di ruta
on
. ½, et
mescola
insieme come unghuento.
E ssia l'occhio
cchiuso,
super poni e
fascia
con
istoppa quando vai a lletto,
e la mattina
lava gli
occhi con aqua rosata vel
aqua in che sia
cotto
finocchi, ruta.
Agli
dolorosi e rossi occhi.
Colorio
agli occhi rossi
e
enfiati e
dolorosi: R
ecipe
foglie peste d'orbaco
e sugo di cilidonia,
bolli al fuoco
poi
cola e poni
tiepidello la sera.
Item a purgare gli occhi.
A purgare
continovo
l'omore lieve della testa
che non bisognerà
occhiali a llegere, exprovato
per
don
Durante in Firençe:
R
ecipe serapio
ghomoso,
coloquintida an
. d
. II ½,
diagridio
conretto con
mela
cotognia
d
. II,
salegemmo
d
. II,
fanne pilole con sugo
di porri e pigliane una ongni
sera overo
dua la mattina
innançi l'aurora, e così fa'
per
sei mattine ongni
mese una volta, e non ti bisognia
dieta né guardia
alcuna. Maestro
Tommaso
del Garbo.
Agli rossi e focosi occhi.
Alli occhi rossi focosi e
enfiati
dolosi com
piçicore:
R
ecipe rose,
sumach,
yusquiramo,
balauste
an
. d
. I et bolli inn acqua
piovana;
cola, e tiepida
lava
gli occhi sera e mattina,
è
isperto; prima purga
ecc
..
Ad ongni
macula d'occhi.
Item ad ongni tenebrosità
d'occhi focosi
e rossi e
sanguinenti
ecc
.: prima purga se lla
età
lo concede, et poi R
ecipe sugo
d'
agrimonia,
peritaria
e
piantagine, di rose an
., incorpora
con albume d'uovo
fresco e inde poni nello
occhio; overo peste l'
erbe
dette e
collo albume meste
e sopra poni l'occhio
suso e
fascia la sera quando vai
a lletto.
Ad ongni male d'occhio.
Item ad ongni male
d'occhio picciolo
e di picciolo tempo,
cosa provata: R
ecipe çençamo
fine, tuçia fine
an
. d
. I, pesta insieme e
poni in vino bianco e aqua
rosa an
. la
'state, e il verno
pure vino, e
lascia così
per uno
dì e notte, poi
cola
e opera et poni in
peça
lina.
Al Carnaccio degli occhi.
Item al carnaccio dello
occhio e altri homori
focosi superflui
e
panucholi: R
ecipe vetriuolo
romano, tuçia fine an
. d
. I e
pesti e poni in vino bianco
per
dì e notte,
cola, poi opera
sera e mattina
ecc
..
Alli occhi
carnacciosi.
Item all'occhio
carnaccioso
e ripieno d'omori
e
focoso e rosso: R
ecipe verderame
q
.o
I, vino bianco
fine bicchiere uno,
fanne
colorio sì come
dice di sopra
apresso al verno, e la
istate
sì llo fa' con acqua rosata; se
'l fosse vecchio sia per metà
vino e aqua, exprovato.
A llagrime e rossore d'occhi.
A llagrime, rossore,
focosità,
sarpati per bere,
per homori,
disciesa
di testa a
giovani e vecchi
ongni
iscurità d'occhi, perfetto
exprovato in Vinegia: R
ecipe
tuçia
q
. I,
perle non forate
carat
. I,
fini
gherofani
III,
candi
carati
V, vino bianco
fine sottile bianco uno
bicchiere picciolo; trita ongniuno
per sé solo, poi
mescola
insieme e poni in
peça
lina bianca sottile come
sa' legare e metti nel detto
vino per
dì e notte, e poi
operalo
etcc
..
Ad ongni maliçia d'occhi.
Ad ongni maliçia d'occhi
per homori caldi
e focosi,
ispertissima:
R
ecipe rugiada colta e panni
bianchissimi e netti uno
quarto, o
5 o
6 lumache
vel
lamariche e
falle bene
quocere in quella acqua
in
vaso nettissimo, e poi
cola
in
vaso
invetriato per
VI volte, e poi la
cola una
altra volta con
feltro e
serbala
in ampolla di vetro
e
mettivi dentro radici di
dente
cavallino polveriçata
sottile
on
. I e
lascia
per
XV dì e notte, poi
ricola
com peça sottile
bianca
e
serbala a ongni maliçia calda,
exprovata.
A rossore e llagrime d'ochi.
A rossore,
lagrime e
sanghue d'occhi di
poccho
tempo e dolore,
percusione:
R
ecipe asençio fresco
pesto e impastato con albume
d'uovo e su poni la sera quando
vai a lletto, exprovato.
A ogni
doloroso occhio.
A ongni
doloroso occhio
e
enfiato: R
ecipe rose
secche in
sacchetto di
panno lino biancho e bolli
in vino fine biancho, e caldo
super poni.
Agli
dolorosi occhi.
Item allo occhio rosso
e sanguinoso e dolore
e alcuno
panicholo,
exprovato: R
ecipe paritaria
trita con albume d'uovo
e super poni più volte.
A quello medesimo. D'occhi.
Item ad idem, exprovato: R
ecipe
pionia e trita con albume
d'uovo e supra poni.
A quello medesimo. D'occhi.
Item ad idem, exprovato:
R
ecipe sugho di
morso
ghalline
I, ed è luminella
che fa i fiori rossi, e aqua rosata
e albume d'uovo an
. e
usalo, exprovato.
Alla
macula e panno d'occhi.
Item alla
macula, panno
e percossa ria nello
occhio: R
ecipe sugo di
madreselva
con aqua rosata
e
usalo nello occhio, è
ispertissimo.
Item
agli
serpati occhi.
Agli occhi
sarpati per
molto bere: R
ecipe tuçia
tritissima con
grasso di
cappone et
fanne
come unghuento e
ungi le palpebre di sotto e
di sopra ongni dì
dua o tre
volte, è
ispertissimo et molto
buono e perfetto.
Item
agli occhi
sarpati
e
iscabiosi,
finissima: R
ecipe
tuçia,
seppia,
cenere
da
Montieri an
. d
. I, canfora
d
. V, acqua rosa, vino bianco
fine an
. on
. II;
pesta catuno
di per sé poi
mescola
insieme cosie: R
ecipe la tuçia
tritissima in
peçça
lina
bianca
sottile e
inçuppala nel vino
e
pianamente la priemi
e
inçuppa, e priemi tanto
che sia tutta consumata
nel vino, e così fa' di tutte
l'altre; e lla canfora pesta, poni
nella aqua rosata et
lasciala istare per
dì e notte, poi
mescola insieme ongni
cosa, l'acqua e 'l vino in ampolla
di vetro, e
mesta
due o
tre volte il
die, e inde
operala
sicuramente ch'ella è
ispertissima
alla
iscabbia.
A ongni
copritura d'occhi.
Agli occhi coperti e
macule
e sengni fatti per
vaiuolo e simili cose,
exprovato: R
ecipe tuçia fine
d
.
IIII, canfora
d
. II,
gharofani
d
. I,
çençamo fine,
cennamo
fine an
. d
. ½ e aqua
rosata, vino bianco an
. bicchiere
meçço per
I; trita ongni
cosa insieme, messo il vino
e lla acqua in
mortale in modo
d'unguento di
cerusa, e
poi
colalo com
peçça
lina
bianca sottile e serba in ampolla
di vetro e usane mattina
e sera nelli occhi, una
ghocciola per volta.
A ongni rossore d'occhi.
A rossore d'occhi per opera
di percossa: R
ecipe comino,
cera
nuova, albume
d'uovo, miste insieme e
tiepido super poni.
Item a quel medesmo. D'occhi.
Item ad idem: R
ecipe barbena
pesta con albume
d'uovo e super poni.
Item a quel medesmo. D'occhi.
Item a rossore d'occhi: R
ecipe
sugo di
mimita e
sugo di
foglie d'
orbacho,
sercocolla,
polveriçça et
istempera insieme et aopera,
et è molto fine.
Item a rossore et ardore,
dolore,
plurito d'occhi:
R
ecipe aloe
paticho
q
.o
I, aqua rosata meço bicchiere
vel piovana e
fanne
colorio
ecc
..
A rossore degli occhi.
Item ad idem, è
isperto:
R
ecipe tuçia
on
. I, aloe,
mastice an
. d
. ½,
pestale
e poni im peça
lina bianca
legati e poni in molle per
dì e notte uno, in fino vino
bianco lo verno, la
'state in
aqua rosata, e poi
frega con
essa le
lappe e lli occhi, exprovato.
Item al carnaccio d'occhi.
Allo carnaccio dello occhio:
R
ecipe mastice con
sugo di
finocchi e
fanne
colorio e
usalo sera e
mattina, exprovato.
Aqua
mirabile da occhi.
Item ad idem: R
ecipe aqua
rosata, vino bicchiere
uno, verderame
on
. ½, poni in
peçça
lina
bianca per
dì e notte nella acqua,
e 'l verno nel vino bianco;
e alle vecchie persone è
isperto provato.
Alle palpebre degli occhi.
Ali
peli
inversati delle
palpebre cura: R
ecipe
osse di
mirabolani arsi
d
. I,
fummo
isterno
q
. I,
ispigha romana,
lapislaçuli
an
. terça parte d'una
on
.,
fanne come unghuento
erase unguento.
Alla
scabbia e palpebre d'occhi.
Item al
silach,
plurito
e
iscabbia: R
ecipe uno
melgrano
sano buono
e
quocilo inn
aceto fine, e ssia
tutto
ispolpato, e
fanne
impiastro sulle palpebre.
A
peli rivesciati negli ochi.
Item alli peli
riversati
nelle palpebre:
R
ecipe mastice overo
colla
con
isputo vel gumma
di
pino overo
bidelio risoluto
e albume d'uovo e
simili cose, e sì ne li
cava
con esse.
Alle palpebre degli ochi.
Item ad idem: R
ecipe molette
atte a cciò, sì come
quelle da
pelare la
tingnia, cioè li
capelli
tingnosi, e
isvelli li
peli e
poi
frega le palpebre con
uova di
formiche peste
ongni volta che a tte
pare,
overo con rugine di ferro
e
sputo,
exprobatum.
Agli lupini delle palpebre.
Agli lupini delle palpebre
degli occhi: R
ecipe mirra,
oncenso an
. d
. I,
laldano la quarta parte d'una
d
.,
ciera,
alume,
baruac
armeno an
. d
. ½, e incorpora
con
feccia d'
olio di
giglio,
exprovatum.
Alle palpebre degli occhi.
Item ad idem: R
ecipe ghalbino
d
. III,
borac
d
.
I et
mescola con sugo
di
lappio e
fanne come
unguento e
operalo, è fine.
Alle palpebre degli occhi.
Item ad idem se ttu vedessi
che non
resolvesse
colle cose
resolitive,
e tu allora reversa la
palpebra e taglia secondo
la palpebra e
apri la tonica
dentro e
ispriemi bene,
sì cche n'
escha tutta quella
mucellagine che vi sarà
dentro, e poi salda quella
piaga con sangue
dragone,
albume d'uovo overo
colla biaccha, albume d'uovo
e simili cose.
Al tremore degli occhi. Fine.
Al tremore delli occhi
che
perviene per
infiatione
per la natura
ch'è dentro e di
fuori; dentro
si è per homori e di fuori
si è per percosse, el
fumo, la
polvere,
calore da sovere.
Ipocras dice, se per li omori,
purgalo com pilole di
gelapigra
e aloe fine, e dopo
il purgare R
ecipe comino,
anici e
quocili in fine vino
bianco, e tiepido super
poni, e è fine cosa ad
esso,
exprobatum.
Per
mundificare gli occhi.
Et per
mundificare si faccia
unghuento: R
ecipe sugo di
finocchi
e tuçia lavata,
mele
bianco an
. d
. I e
quoci insieme
a lento fuoco e poi n'
aopera alla necesità indelli
occhi.
Alla
dureçça degli occhi.
Alla
dureçça d'occhi che
perviene per maninconia
naturale,
colla
virtù
ispulsiva non può
cacciare la maninconia dalli
occhi; e questo è la sua
cura: mangi
finocchi e sorba
proda di
pesce fresco,
comino,
cavoli freschi con carne
frescha, e
beva vino
chiaro; et faccia
suffumigho
di malva e
brancha
orsina, e leghi la notte insullo
occhio le dette cose e sì
llo purghi com pilole di
diasena, aloe e
carpobalsimo.
Et dopo la
purghatione
e
digistione sì
mundifica
l'occhio col
colorio fatto
del sugho di
finocchio e
çuccaro e
ungi di fuori le
palpebre con sangue di
testuggine. Et sì ssi guardi
dal fummo e di la polvere
e dal
fritume e
arostito
e di cascio seccho e di
pane açimo, e bea pocho
vino e guardisi dalla femina
vecchia e da bangnio
çolforeo, de marmoreo né
marino né
alluminoso. Et
sappi che ongni passione
d'occhi si è
pericolo il
digiunare
e il vedere, e ispeçialmente
contro alla sua
voluntà. Al
carbonchio
e
bothor che nasce nello
lagrimale: R
ecipe bituro e polpa
di
levame, misti et super
pone; et anco si
dée ponere
a ongni taglio e rottura
di ferro impiastro
maturativo,
è fine.
Al
cancro degli occhi.
Al
cancro degli occhi
e glie apostema nella
tonica
cronea vel
cornea e dolore pungitivo,
e
massimamente con
dolore di capo e con
fastidio;
et la sua cura sì è
che ssi guardi da ongni cosa
acuta come è agliata
e
pepe,
peperata,
frittume,
arrosti e simili cose, e sì ssi
purghi con
diasena e
ongni mattina usi
osiçachera
e aqua calda e faccia
colorii
achuti con cose
acetose;
el sono
VII toniche nello
occhio,
quattro ne sono
dentro e tre di fuori e
ciaschuna
si
dée curare con
cose fredde e acetose temperate,
exprovatum.
Al
cancro degli occhi.
El
cancro degli occhi sì
ssi fa con
coresione delle
palpebre, onde si
dé purgare inprima con
gerapigra,
e dopo quello si pone
sull'occhio la sera midolla
di pane
inçuppata in aqua
piovana o aqua rosa o aqua
di
fonte, e la mattina
lava l'occhio con orina di fanciullo
vergine.
Ad ongni
cancro d'occhi.
Isperimento provato contro
a ongni
cancro: R
ecipe
sugo di
psidia, cioè sugho
di
squilla, con
sugnia
di gallina misto mattina
e sera e
ungi le palpebre
intorno
intorno.
A quel medesimo. D'occhi.
Alla aqua e fummo che
viene
intra la
huvea
e lla
cristellina, che
perviene dallo
istomaco per
umidità e omori congelati
insieme che non possono
uscire fuori, questi sono li suoi
sengni: tutte le toniche
sono
arostite e li peli sono
frusti e rotti e universale
isprendore.
Item a quel medesimo. D'occhi.
E lla sua cura si è che ssi
guardi dalli cibi grossi
e pesci,
frutte,
caxio
e pane açimo e dormire
calçato
e mangiar carne, salvo
che di bufola, quella è
buona in tale infermità, e
anche di capretto e di
capra
e di porco frescha. E sì ssi
purghi ispesso com pilole
di
gelapigra di
quatro
in
quatro dì, e
pigli formento
di
canfor; et alcuna volta
basta fare
suffumicho
di
centaurea maggiore
o minore imperò che gli è
humidità dentro dalle palpebre
congelata e quasi
perviene biancha, e anche
si fa per
flemma; et la sua
cura si è che ssi guardi da ongni
cibo grosso e lle
frutte, sono
buone le
arostite; e 'l sangue
sì
mundifichi co
mirabolani
chebuli conditi e
cassia
fistola, et poi usi questo
colorio: R
ecipe fiele di
rondine
e di pernici, sugho di
finocchio
e di ruta an
. et
fanne
colorio,
et poi abbi delle
erbe
predette e
istilla
due o tre
volte il
die nello occhio insullo
occhio, e sì ssi guardi dalla
faticha.
Alla
petrosità e omori d'ochi.
Alla
petrosità delle palpebre
delli occhi, cioè
omori tenebrosi
a modo di petra, e
vescosità
cum
ascediem e
nereçça
d'occhi. E la sua cura si è
detta humida, e purgha
con
benedetta,
chermodatili,
e
usalo a
ungiere le palpebre
con sangue di
gallo
e di testuggine, e fa' questo
colorio: R
ecipe seme di ruta,
gomerabica,
draganti, regoliçia
an
. e bolli insieme in vino
bianco tanto che torni
a meçço, e poi lo
cola e serba
in ampolla di vetro, e poi
ne stilla
due o tre volte
sotto a quella
petrolositade
delle palpebre ongni dì, e
tostamente sara' liberato.
Alla
graveçça degli occhi.
Alla
graveçça delle palpebre
per ventositade
grossa che ssi chiama
acubitus e alcuna volta
sente quasi come fosse
rena o polvere nelli occhi.
Et la sua cura si è purgare,
e
falli
vomichare e dalli
medicina
lasativa
composita
con
diasena e
benedetta,
e poi lo purga con
pilole
coçie e
mundifica
l'occhio con tuçia e vino
bianco e sugho di
finocchi.
Item all'
orçaiuolo degli occhi.
All'
orçaiuolo che viene
nell'occhio e postema
che aviene
nelli
angoli delli occhi, nelle
sue
istremità delle palpebre
in forma d'
orço. E la
sua cura si è per
isperimento
provato il quale usono
li
spangniuoli: vae ad
uno monte d'
orço e
piglia
del
colmo uno
granello di quello
orço e pungi con esso
quello
orçaiuolo e poi rimetti
quello
granello nel suo
luogo dove lo lasciasti, poi ne
piglia uno altro
granello
e fa' come facesti del primo;
così fara' tre volte ongni dì
per infino a
quattro dì, poi
sì
torna al
naturale
medicamento:
R
ecipe bituro, aloe
socotrino an
. I e
istempera
insieme al fuoco, e di questo
poni tiepido sullo occhio;
e poi che fia rotto la
posterella,
piglia il
tuorlo dello
huovo e sì llo impasta com
mele, super poni;
e quando
fia purgato della
puçça,
e tu fa' pigliare allo infermo
uno pocho di
stomaticcho,
exprobatum.
Alle palpebre degli occhi.
A peli che
nascono dentro
alle palpebre:
sì purgano l'occhio
ddentro
quando lo homore
si raguna alcuna volta dentro
alli occhi e lle palpebre
sì ssi
inmollono, e per quelle
cagione dello occhio punto
sì lagrima. Et questo si è
per li homori
pungitivi
cholerici
che viene nelle palpebre.
E lla sua cura sono
molte: imprima sì llo
déi purgare
com pilole auree
e faccia
isperimenti a trarre
li peli,
diradicare le sue
radici; e sì
conforti lo
stomaco
e abbi alcuno istormento
d'oro e d'argento atte a cciò;
caldo sì llo ponga sulla radice
donde levasti o traesti
il pelo, e poi vi metti acqua
di lumache, e è perfetto.
Isperto
isperimento di
Rasis
dopo la
velliçione del
pelo: R
ecipe sangue di
pipistrello
e
muciellagie di
persilio e
ungi il luogho
del palato.
Alle palpebre degli occhi.
Alli
pidocchi che
nascono
nelle palpebre,
e sono molti
minuti:
falli
dietare di quelle
cose che fa quelli mali
omori. E lla sua cura
si è
isperta: R
ecipe orina
di fanciullo vergine e
llava
le palpebre con esso,
e
abbi alloe resoluto con
acqua rosata e
ungi poi
le palpebre con esso, e poi
che sono morti lava le
palpebre con vino bianco;
se lla virtude e lla
etade
la consente, sì llo purgha con
pilole d'aloe e optima
pigra;
e sì ssi
dée guardare da quelle
cose che ànno a generare
pidocchi, sì come
fichi,
castangnie, pane açimo,
frutte
crude, cascio; e
ll'acqua
dello
esençio e
artemira
sì uccide li
pidocchi degli occhi
e anche li
lombrici.
A quel medesimo. D'occhi.
Item quello istesso: R
ecipe
uno
huovo di gallina
lesso,
duro, mondo, et
tagliato per meço lungo; et
abi una
peçça
lina bianca
e sottile la sera quando
déi
andare a letto e poni insulli
occhi, e sopra quella poni
queste parti dello huovo
e così caldo, per
ciascuno
occhio il suo; e così lascia fasciato
uno peçço e poi lo lieva
via e
isquoti la peçça
sopra la
brascia del fuocho,
e se ttu senti
ischoppiare li
pidocchi, sì rifa' come facesti;
sie non, sì fa' una altra
volta, e tutti saranno iti
nella peçça e tolti via, è
isperto.
Alla carne che nasce
agli occhi.
Alla carne che nasce dentro
nello
hocchio sospesa
per sangue, e
appelasi
minum, et la sua cura si è:
tôrre sangue della vena ceffalea,
s'egli è giovane e forte
a cciò, e dopo il sangue tre dì
radi con ferro acuto a cciò diputato,
e dopo ciò
mundifica
l'occhio con sangue di testuggine
o di colomba, e poi
monda l'occhio col
colorio bianco
e lle palpebre, il qual è
detto dinançi, sì
pianamente
che lla palpebra si possa richiudere.
Item a quel medesimo. D'occhi.
Item ad idem, è
isperto:
R
ecipe acqua
istillata
di radici di
finocchi,
foglie
di ruta overo li suoi
sughi an
. e
usala sera et
mattina,
exprovatum.
Al
cancro rosso degli occhi.
Item al
cancro rosso degli
occhi focosi con dolore
e llagrime, è
isperto: R
ecipe
fronde fresche d'
erba
aurla
alla
ingiù
colte e pesta
come salsa, e intendi con acqua
rosata, e sopra poni in
modo che v'
entri nello occhio.
E anche si può fare d'albume
d'uovo, e in
poche volte sarà
netto e purificato l'occhio,
è
isperto in
Luccha.
Item a quel medesimo. Ochi.
Item ad idem: R
ecipe verderame
trito polveriçato
e legato im
peçça
lina bianca e poni in vetro
d'acqua rosa e de vino per
due
notti poi l'aopera sera e
mattina, exprovato.
A quel medesimo. D'occhi.
Vede per quella cagione
l'altro occhio, e alcuna
volta si è piccola
e
pocha per
compositione
ad essa, la quale
opilla la parte
sua e llascia la altra parte
del forame; overo è che 'l
viso il quale tutta la parte
chiusa sì istà e non comprende
quella cotale il viso alcuna
cosa la metà della parte
sua, ma sì
complende quello
che è a llato alla parte aperta.
Et quando alcuna volta
alcuna cosa la metta o la parte
sua e anche non prende
quella cotale, la quale cura
sì è votare prima il corpo
con astinençia e vomito
e
fobrottonia
enfra lle
isspalle
colle ventose; e sì ssi guardi
dalli leghumi e
dai pesci
e da ongni cibo
fermatico
e
malinconico; e sì llo purga
com pilole di
gielapigra
e
logodion una volta l'
edima,
e
due volte l'
edima sì
vomiti;
e ispesso mangi pane secco,
e sempre facci
coito assai per
li omori
difusi, e lla cura perfetta
in questi
casi sì è il
vomito.
A quel medesimo. D'occhi.
Esperimento usato da
M
. P
.: in tale passione
purgare com pilole
fetide e di
castoreo e di starnuto,
che è molto utile allo
omore
flematicho cessare
e chacciarlo via, e è
isperto:
R
ecipe castoreo e
fanne fummo
per lo naso nelli homori
frematici
e ancora alli tempi
pluviali, sì è perfetto e utile per
questa passione.
Al panno degli occhi.
Al panno degli occhi, e
quasi come fistola per lo
homore che è tra lla
uvea tunicha e llo
cristalino
omore. E lla sua cura si è guardarsi
dal fummo, polvere
e
lleghumi e ischaccia la
materia con sangue di colomba
e di testuggine per tre
dì, e poi vi usa di questa polvere:
R
ecipe çuccaro,
ispumia
marina an
., e
fanne
alcocol
e poni
due volte il dì mattina
e sera sul panno.
Item al panno degli occhi.
Item
agli occhi pannosi
colorio fine: R
ecipe cenisa,
litargiro
argienteo,
e chon acqua
piuviale
istinte per tre dì lavate, e
poi con acqua di
calcina
due volte; et poi
abbi
pepe
lungo,
ispungnia marina,
aloe, appio an
. d
. II e
tempera con acqua rosata
e
fanne pilole come lenticchie,
e poi ne risolvi a' tuoi
bisongni con latte di
femina lattante fanciulla
femina e opera nelli occhi.
A
ppostula degli occhi.
Alla
postula dello occhio
che si dice
archenis, e
è sangue che
isciende
della
congiuntura tunicha,
e è cosa d'
arteria
cresciente,
e fassi anche in
due modi l'una
per passione, l'altra per
appostema
nella
coniunçiva,
e la sua cura: R
ecipe latte
asinino
e di femina caldo e
com polvere d'incenso e
olio,
et anco vi poni sangue
di colomba e
tuorlo d'uovo
cotto inn acqua posto insullo
occhio la notte; et
isperto
si è il sangue della
cresta
del
gallo,
mundifica molto
e sì
conforta; e l'
isopo
cotto
nella acqua con midolla
di pane e posto insullo occhio
la notte molto giova.
Alla percussione degli occhi.
Alla percussione e
perforaçione
delli occhi;
alcuna volta si fa la
perforatione per percossa
primitiva e alcuna volta
è
premitiva percussione e
amendue sì ssi fanno auree,
la quale nulla fia contro
a
premitiva cagione: fa'
flobotonia della vena
lagrimale
e poi della vena
fiducie;
et nota che in questa
passione non è da ffare
purgaçion
con medicine dentro
al corpo, ma sì ssi faccia
fi
.
di tuçia
volutivo con
çucchero
e aqua rosato
decotto, de
terço in tre dì lo poni; e poi fa'
colorio di
fieli di capretto
e
fieli di grua e poni nello
occhio, e è fine e optimo,
exprobatum.
A percussione d'occhi.
Alla altra grande percussione
o vorrai picciola,
o vorrai
oculta
o manifesta, o con piagha
o sança piagha, egli è da
dire prima di quella che è
sança
ulcera: R
ecipe sugo d'appio
e
incorporalo com polvere
di
comino e
cera vergine
e
pôllo sopra l'occhio
tiepido. Uno altro buon: R
ecipe
midolla di pane
caldeta,
la poni suso l'occhio
pianamente
la sera quando
va' a lletto.
Alla piagha
fresca d'occhi.
Alla piagha
fresca aperta
per
cerusa procedenti:
R
ecipe midolla di pane
con fine vino bianco; fatta
la operaçione della piagha
con vino bianco fine,
super poni; e chosì fa' fino
a tanto che ella sia perfettamente
liberata. El
sugo della
semperviva con
fine vino bianco poni sopra
l'occhio, e poi netta l'occhio
col
çendado di
seta,
e di fuori con acqua rosata
e
piviale sì lava, e poi
la mirolla del pane con vino
bianco di fuori e poni,
l'occhio
conforta
colla
dicoçione
della
eufraxia.
A
ulcera degli occhi.
A
ulcera delli occhi:
imprima
falli tôrre
sangue della ceffalea
poi sì llo purga e fallo
dietare in ogni cosa;
fa' come nella
ottalmia.
E per maturare la
ulcera: R
ecipe
oncenso
d
. X,
armoniaco,
sercocolla an
. d
. ½,
çaffera
d
. II, e
fanne
sief con
muccellagine
di
fieno greco e di quello
opera nello occhio sera
e mattina
colla pietra vel
acoel,
e è fine.
A quel medesimo. D'occhi.
Item ad idem sublime
sief
elexir alla cagione
della
huvea che
escie
dello occhio per
ulcera o piaga:
R
ecipe antimonio
scechede
an
. d
. X, achaçia
d
. III, aloe
d
. I e
fanne
sief con sugo
de
orobi.
A
ulcera delli occhi.
Item
sief di
piombo che
riempie le piaghe e
ulcera delli occhi e poi
le salda: R
ecipe piombo arso,
antimonio, tuçia lavata, rame
arso,
ghumerabico, draganti
an
. d
. VIII, oppio
d
. ½,
fanne
sief
con aqua piovana e
usalo con albume d'uovo
nello occhio.
Alle ulcere delli occhi.
Item ad idem a nascere
la carne nelle ulcere o piaghe
d'occhi e ffa ritornare la
huvea in suo stato e asottiglia
le margine nelli occhi e
sengni: R
ecipe dimia, tuçia lavata
e aqua piovana,
cerusa,
antimonio, oncenso an
.
d
. II,
mirra
d
. V,
sercocolla, sangue
dragone, aloe, oppio
an
. d
. I ½,
fanne
sief, e ssono
isperti alle dette cose.
A percossa o colpo d'occhi.
A percossa o colpo d'
occhio e
enfiaçione
d'occhi per ciò fatto: R
ecipe
gruogho,
comino, polvereçça
an
., incorpora con albume
d'uovo e super poni
sera e mane, l'occhio sia chiuso,
è
isperto verace.
A quel medesimo. D'occhi.
Item ad idem cessa lo
omore di presente
apparecchiato per venir
allo occhio el sangue
e tolle il dolore, cessa l'apostema
e
ll'occhio
rischiara:
R
ecipe agrimonia e trita come
salsa impastata chon
albume d'uovo
frescho,
super posito l'occhio chiuso
quando va' a letto, in
due o
tre volte
sara'ne liberato, ma
dée esser fresco il male.
A sangue dello occhio per
ferita fatto.
R
ecipe uovo di gallina
lesso,
duro, mondo,
fesso per meço e
chavato il
tuorlo, e l'una
parte del
chiaro
enpie
di
raschiatura di lengnio
d'oliva
novella - levata
la prima
iscorça di fuori - e uno
poco di
mele, e poni insullo
occhio chaldo la sera quando
va' a letto, e subito la
fasci
con
peça lina sotile e la mattina
sarà
ito il sangue insulla
peça,
esperto per G
..
Sperimento.
Esperimento provato
ad ongni viçio d'occhi
vecchio e
nuovo, dolore
e rossore,
lagrime,
plurito,
albugine,
panichuli e ongni
cosa simile. Alquno huomo
era istato
avocolo per
XX anni,
e fu liberato per questo in
XL die; poi uno altro
ch'era istato quindici
anni,
in
XX dì sì vidde
chiaramente e poi venne a
sue mani una donna istata
X anni
avocala, in
XX dì
vidde lume prefettamente.
R
ecipe di maggio queste
erbe
verdi: R
ecipe appio,
finocchi,
ruta,
berbena, bretonicha,
agrimonia,
pinpinella,
trefoglio, salvia,
eufragia,
cilidonia,
chamendreos,
gherofanata an
. m
. I,
pepe
pesto
XV grani,
mele
III
chuchiai; e poi su peste in
vaso di rami e tanta orina
di fanciullo vergine che
chuopri le dette cose, e
lascia istare così per
III dì
e notte e poi bolli
in a
lento fuoco tanto che sia
isciemmato il terço, poi
cola e
aspriemi bene e
lascia stare per
dì e notte,
e poi
ricola e serba in
vetro; e s'elli
indura,
molificha chon orina di
fantini
V, e se tu volessi
fare
colli sughi delle
erbe
predette,
farestine più e
più fine,
expertissimo.
A l'
enfiaçione e riscaldamento
d'occhi.
R
ecipe appio e
latuche
cotti insieme nella
aqua piovana od altra
aqua, e
l caldo super poni.
A l'
enfiaçione.
Item alla
enfiaçione
per ventosità: R
ecipe
chamamilla
chotta e
tiepida posta
insul'oc
chio;
ancho vale il sangue del becco,
mesto chon
gruogho e
çuchero
e posto insullo occhio
enfiato, sì vale.
Ad idem.
Item ad
infiaçione
e dolore d'occhi:
R
ecipe rose e bolli in
sachuccio di lino in aqua
o vino il verno, e tiepido
super poni la sera.
Item.
Item allo ardore e
ponçione d'occhi: R
ecipe
albume d'uovo
isbatuto
bene e
inçupane
intro
peçe
line e ispesso super poni.
Item.
Item allo
rosore
e sangue dello occhio:
R
ecipe asençio pesto
e incorpora chon albume d'uovo
e latte di femina, e poni sulli occhi
la sera quando va' a letto con
peçe
line
bianche, e sara'
libero
la mattina.
Item.
Item al dolore d'occhi:
R
ecipe sugo di
piantagine
chon albume
d'uovo misto e super poni, sì
vala; e lla mirolla del pane
chalda
inçupata indel sugo
dello appio e super posta tolle
il dolore e llo
enfiato.
Item.
Item al dolore, rossore
e ardore e
plurito e
lagrime d'occhi: R
ecipe fieno
grecho,
yusquiamo, rose,
sumacho an
.
q
. I,
balauste
d
. I e bolli insieme
in acqua piovana o di
citerna, e
llava ispesso con
quella aqua tiepida sempre
gli occhi, è cosa provata.
All'
orçaiuolo degli occhi.
Alla
enfiaçione per homori
moltiplicata: R
ecipe
benedetta anti detta
sì llo purga con essa, poi
lava
gli occhi
III volte il dì
con
dicoçione di
camamilla,
e alcune v'agiugnie rose
e altri stumanee.
Al sangue degli occhi.
Al sangue degli occhi: R
ecipe
sugo d'
asenzio, latte di
femmina, aqua rosata
an
.,
mescola insieme e
poni la sera su l'occhio e
fascia,
il sangue caccia e cessa
la
doglia e resolve le
maculate,
experto.
A quel medesimo. D'occhi.
Item ad idem: R
ecipe asençio
verde pesto con albume
d'uovo e super
poni la sera, el sangue chaccia
e llo rossore tolle di qualunque
homore sia.
Diascor
ide.
Alle
lagrime degli occhi.
Item ad idem se il sangue
agravasse con
lagrime
calde: R
ecipe sugho
di cime de
orobi e metti con
albume d'uovi mesto con
banbagia intinto, e super poni
sera e mattina, e sì llo sana,
è
isperto.
Al sangue degli occhi.
Item al sangue e albugine
d'occhi: R
ecipe sugho
di luminella,
.I. morsus
galine, e sugo di cime de
orobi
an
. e metti nello occhio.
Dias
coride,
experto.
Item al sangue d'occhi.
Item al sanghue dell'
occhio: R
ecipe sanghue
di
colombi et poni
ispesso, e
ssana.
A quello medesimo. Ochi.
Item ad idem: R
ecipe pretosemolo
trito con albume
d'uovo e poni la
sera quando vai a lletto et
fascia,
e tosto sarà sanato, è
isperto.
A llagrime de ochi.
A llagrime d'occhi per homori
freddi: R
ecipe salvia
seccha
on
. III,
fichi sechi
buoni,
senape,
cennamo
an
. on
. I,
mele fine
disspiumato
quanto basti, et
fanne
lattovaro e
usanne
mattina e sera quanto è una
nocella per volta,
esperto.
A
scabbia delle palpebre d'occhi.
Alla
iscabbia e
sabech delle
palpebre,
sabech si
è le palpebre
inversate
di
strano rossore e
pare come
iscabbia
diritta,
e queste sono
due passioni
e forse se
pon curare; lo 'nfermo
apare come
favo,
dé'
usare
flobotonia nella fronte
e nel braccio, e purga di
ventre a
V ispeçie di
mirabolani;
et sì
dée usare
bangno
sulfereo e
colorio bianco o
rosso, et lavisi il capo e usi ispesso
nello occhio di questo
colorio; e margherite
d
. II,
pepe lungo
d
. X, rame
arso
d
. II,
mirra,
cera an
.
d
. III, e
fanne unguento
liquido con vino bianco
vecchio, e di questo poni nello
lagrimale
due volte il
die una ghocciola.
Alle palpebre degli occhi.
Item ad idem: R
ecipe ruta,
indivia an
., trita come
salsa e
fanne
madaleoni
con
olio mescolato
e
ungine la palpebra, et anche
ne
legha sopra gli occhi di
quella
madaleoni
morbidi; il
dì secondo abbi
sumac, rose,
ruta an
. e
bolila in aqua e di
quella
lava gli occhi; et anche
farai
flobotonia della
vena
lagrimale, e sì ssi
mundifichi
gli occhi col
colorio
rosso, il quale si fa con sugo
di
pomi
cetrini e aqua rosata
e
çucchero, e sì purga
la testa com pilole d'aloe.
Alla
scabbia degli occhi.
Alla
iscabbia degli occhi
curare: fa' prima
tôrre sangue, poi lo
purga, poi poni le
ventose
nello
occipiccio del
collo e insulla
nuccha e
istia in
riposo
e
ghuardisi dall'
aria e
falli istufe
e
bangniuoli a cciò diputati;
el suo bere e mangiare
sia legeri e lieve e sia buono
e di buone cose, et
poi usi questo
sief con sugo
di cilidonia nello occhio:
R
ecipe verderame,
colcotar arso,
isspuma marina an
. d
. II,
carcule
d
. IIII,
baluac,
sale
armoniaco, arsenico sublimato
rosso an
. d
. I,
fanne
come è detto di sopra.
Colorio romano degli occhi.
E poi fa'
colorio romano
ad ongni
iscabbia
d'occhi, è
isperto: R
ecipe
pomice marina,
lagrime di
lumache antiche an
. d
. II,
gumerabico
d
. III, poni inn
aqua polveriçata e seccha
in sole, poi trita e
mesta chon
acqua rosa e vino biancho
sottile, e
fanne
colorio e
usalo
nello occhio mattina e
sera.
Ad ongni
scabbia degli ochi.
Cocol alla
ischabbia e
sebel e arsura e
piççicore
e llagrime d'occhi:
R
ecipe tuçia,
charmen,
hutuch an
.
d
. I,
liligo,
ofar,
çençamo an
.
d
. ½,
pepe lungo,
memita
an
. d
. II ½ e
due
carati,
melonchidi
d
. I, e
fanne polvere
sottile e
istempera con
acqua d'
agresto e seccha, e
poi la
retrita e
fanne
alcocol
e usa alle dette cose
.
Al panno e ungula d'occhi.
Al panno degli occhi e
ungula: R
ecipe salegemmo,
seppia, istercho di
fanciullo vergine
seccho
an
. on
. I; e
ardi per sé
ciascuno
in
vaso
nuovo di terra,
e poi ne fai insieme
alcocol
e opera mattina e sera
nello occhio, e è il meglio;
lavare la prima con acqua
chiara et poi acqua rosata,
e poi che fia bene seccha,
retrita e
fanne come
detto è.
A ongni
copritura de occhi.
Item al panno e ongni
copritura d'occhio:
R
ecipe mele
ispiumato,
seppia,
vetro bianco fatto
alcocol
e incorpora con
alquanta
acqua rosata; e
mescola
ongni cosa insieme, poni al
sole per tre dì in
vaso
invetriato
e poi alla rugiada tre
notti al
sereno, poi ne metti
nelli occhi di quello liquore
vel unghuento alle dette
cose.
Al
trimore e
enfiazione d'ochi.
Item ad idem e al
trimore
e
enfiazione e
mitigha il dolore e
istringne
lo omore
corrente
agli
occhi è buono a ongni maliçia
degli occhi e buono al
principio della
ottalmia e
all'apostema d'occhio, matura
e sì lla rompe e purgha l'occhio
e rende chiaro vedere
e
istringie
ecc
.: R
ecipe centaurea
minore,
litargiro aureo,
cerusa,
gruogo,
nitro,
antimonia,
sercocolla,
ispigho,
galla,
ansiana, draganti,
gumerabico,
olibano, rame
arso an
. d
. I, e
fanne
alcocol
e
mescola con
mele
dispiumato
e
fanne unghuento
e
ponilo sulla
foglia
del
cavolo, e
ll'occhio
sia chiuso e sopra poni la
detta foglia overo
foglie
de
rubi, è perfetto alle dette
cose,
exprovatum.
Allo albugine degli occhi.
All'albugine dello occhio
secondo Avicenna:
R
ecipe orina d'uomo
e
bolli con
mele buono, e
poi
cola com panno lino
bianco sottile e serva in vetro
e metti nelli occhi, sì lli sana;
e se ttu facesti con orina
di fanciullo vergine e
sale
armoniacho e
bolli insieme
tanto che
risodi e
fanne polvere
alcocol, e è forte alle
macule e panno rodere.
Al carnaccio e
macula d'occhi.
Item è
esperto in
Luccha
al carnaccio, macula,
panno di
nuovo fatti
e a rossori focosi e a
dolosi occhi:
R
ecipe radici di
finocchi mondi,
foglie di ruta nette an
.,
fanne sugho per
igual parte
e
operalo e
fanne seccare
e
fanne
alcocol; e anche
pói
istillare le dette
erbe per
limbicco e operare nello occhio
l'acqua
istillata,
exprovatum.
Item ad idem: R
ecipe çucchero
bianco
arostito insul
testo caldo
fattone
polvere sottile e poni a sottigliare
le dette cose.
Item ad idem: R
ecipe mele
e
istempera con
vetriuolo
romano, e llo altro
dì
cola com panno lino sottile
e poni in vetro e aopera
alle cose predette.
Item a
macule e tele d'occhi.
Item alle tele et
macule degli occhi:
R
ecipe olio vecchio comune
lavato e
operalo
etcc
..
Item alla
ottalmia d'occhi.
Alla
ottalmia d'occhi cche
perviene per gran
dolore di capo et
sì
perviene la maggiore parte
per homori caldi e anco
per freddo di testa e
appostemma
di testa: imprima togli
sangue della parte
contraria
della
ceffalicha, e llo altro
dì da quello lato ove è il male
se 'l vi fosse casione molta;
e ssì faccia molta buona
dieta guardandosi
dil vino,
e poi fa' questo impiastro sulla
fronte e tempie: R
ecipe
coriandoli,
milleloto,
gruogho,
seme lino, tortelli di siniterie
vel
melloni
asinini,
e
confice con vino
istipitico
e
fanne impiastro insulle
palpebre, et insulla
fronte e tempie predetto poni
questo: R
ecipe aloe, achaçia,
sief de
memita,
liçio,
bolo,
ghumerabica an
. e
fanne
impiastro con albume
d'uovo; e sse fosse troppo grande
il dolore, sì vi agiugni
faufel e
sandoli rossi
ecc
. et
incorpora con acqua rosata
e aqua d'
invidia e di
curiandoli
ecc
..
Item ad
ottalmia d'occhi.
Item ad
oltamia: R
ecipe
semperviva e
fanne impiastro
insulli occhi con
albume d'uovo et farina
d'
orço,
exprovatum.
Item
all'
ottalmia degli occhi.
Serapione dice che sopra
ongni cosa alla
ottalmia: R
ecipe
pulegio secco polveriççato
et
fanne
colorio con acqua
rosata o vino bianco nel
principio dell'
ottalmia
ecc
..
Colorio fine da occhi.
Colorio di
Galieno ad
ongni maliçia d'occhi:
R
ecipe antimonio
d
. V,
rame arso lavato
d
. II,
mirra
d
. V, biaccha, oppio,
castoreo,
gumerabico, amido
an
. d
. I et istempera
ongni cosa con acqua rosata
et albume d'uovo fattone
aqua an
.,
restillane negli
occhi sera e mattina,
exprovatum.
Unghuento fine da occhi.
Unghuento
isperto
ad indem et caccia
l'
enfiato e 'l dolore et
il panno e gli omori e
stringe
e purga e
diseccha et
chiarifica il vedere, ed è
buono ad ongni cagione
dell'
ottalmia, e lle
postemme
rompe e sì lle matura: R
ecipe
centaura minore,
litargiro,
aurea,
ceruxo,
nitro,
grogo,
antimonio,
sercocolla,
isspigo,
galla,
ansiana, draganti,
gumerabico, incenso, rame arso
an
. d
. I,
fanne
alcocol
e incorpora con
mele
dispiumato
e
fanne
lattovaro
liquido, sì cche venga
come impiastro e poni sulle
foglie del
cavolo, e llo occhio
sia chiuso, super poni la
detta
foglia con quello unghuento
suso et sì lla
fascia,
è cosa certa e
probatissima
a ongni maliçia d'occhi.
A fistole
lagrimale d'occhi.
Alla fistola
lagrimale
che
getti
marcia sança
piaga di fuori: R
ecipe
verderame
d
. III,
vetriuolo
arso
d
. VI,
arsenicho rosso,
burac,
ispungnia marina vel
pomice an
. I,
sale
armoniaco
an
. V,
armoniaco
resoluto in acqua di
ruta
d
. III, l'altre cose sieno
tutte polveriçate e incorpora
con esso e
fanne
trocischi
e seccha, e poi al bisongnio
fanne
alcocol e
aoperalo
nello
lagrimale sera
e mattina.
Agli
serpati occhi.
Item ad idem, provatissimo:
R
ecipe tuçia fattone
alcocol e
mescola con
esso in
colorio biancho e
risoluto insieme, sì llo
cola com
peçça lina bianca e serbalo
e
ponilo nello
lagrimale
tre volte il dì, istando a
giacere sul lato manco overo
sul lato sano; et finalmente
seccha la fistola e none
escie più
marcia né
puçça,
ma pure lagrima lo
lagrimale,
ma quello che è nella radice
del naso non è
perforato,
quello sì
dé' purgare ispesso
com pilole
coçie vel con
pigra o
turbitato medicina,
è perfetto in questo.
A
macule e
albedine d'occhi.
Colorio bianco, e è
isperto
alla
macula e
albedine
e alle
enpitudine
e
aspreçça e a qualumque
cagione sia, e conserva
il vedere e
rimuove
l'
aspreçça: R
ecipe armoniaco
e
fiore d'arsenico rosso an
.
d
. II, tuçia
on
. I,
vetriuolo
romano
on
. III, ruta,
cilidonia an
. m
. I, sugo
di
finocchi libre una,
pesta
tutte le
sopredette cose e
incorpora insieme ongni cosa,
fanne
madaleoni poi gli metti
a stillare in
limbiccho come
aqua rosata e poi lo serva
in
vaso di vetro,
exprobatum.
A fistole
lagrimale. D'occhi.
Avicenna pone a fistola
lagrimale questo
colorio
isperto: R
ecipe arsenico
rosso,
vetriuolo romano,
canterelle,
calcina
viva,
gusci d'uova,
sale
armoniacho,
allume
yameno an
. d
. I;
trita ongni cosa e incorpora
con orina di fanciullo
vergine, poi lo seccha e
fanne
alcocol e
operalo alla fistola
lagrimale; e puone fare
colorio con vino di melegranate
e balsamo ispesso
istillato nello
lagrimale, e
è fine.
A quel medesimo. D'occhi.
Item ad idem: R
ecipe foglie
di ruta
dimesticha,
cochomero an
., tritoli
e super poni; el munda e
issparte
l'osso corrotto da la carne,
e dopo questa sì salda e
eretifica la carne, ma sì morde
al principio quando la poni e
poi non morde più, ma prima
déi
mundificare, poi
curalla.
A
ffistola chi viene
agli occhi.
Item ad idem
Avicena:
mundifica la fistola e
poi R
ecipe lanugo solamente,
secca quanto ne puoi, ponere
nella fistola, sì lla
disecca
assai.
A
ffistola secondo Avicenna.
Agli occhi.
Item
Avicena miracolose
cose alla detta fistola
si è: R
ecipe foglie di ruta
peste et incorpora conn acqua
di
melegrane acetose e
super poni, e
rimuove la fistola
della
puçça della fistola,
exprovatum.
A
ffistola secondo Avicenna.
Agli occhi.
Avicena pone ancora
che llo ultimo
medicamento
si è questo
alle fistole: R
ecipe vetriuolo,
aloe,
sercocolla,
corteccia
d'incenso,
memita an
. e
fanne
alcocol e poni nello
lagrimale mattina e sera; e
se non sana, sì llo taglia infino
allo osso com piagha
largha
e
llevane tutta la
mala carne
e
radi l'osso e lla carne
untosa
e poi la cura
colle
polveri
incarnative.
Secondo Avicenna.
Agli occhi.
Item ad idem secondo
Avicena: R
ecipe sugho di
salatro
colle
granella,
metti tre volte il
die nello
lagrimale;
quando la fistola fosse
rotta, sì lla sana.
A fistole
lagrimale. D'occhi.
Alle fistole
lagrimale:
R
ecipe sugho d'ortica
purificato al fuocho
in buona quantità e sì nne
fa'
isciroppo con
mele vel
çuccaro,
danne la sera et
la mattina
I on
. per volta
tiepido, et im pocho
termine
sì seccha la fistola
lagrimale,
è
isperto im più persone,
exprobatum.
A quel medesimo.
Agli occhi.
Item ad idem: R
ecipe fogle
di malva
masticata com poco
sale e
fanne impiastro sullo
lagrimale la sera quando
vai a lletto per più volte,
e sì llo uccide; e quando la vorai
incarnare non vi ponere
sale, ma fa' come prima sança
il
sale, secondo
Serapione.
A panno sottile. Da occhi.
Item ad idem e a panno
sottile fatto di
nuovo
e llagrime
istigie: R
ecipe
verderame
d
. I,
salegemmo
d
. V, vino bianco libre
V e bolli insieme uno poco,
poi
cola e
sserba in
vaso di rame
e
usalo.
A
ffistole d'occhi.
Item ad idem: R
ecipe uno
istilo d'oro o d'argento
caldo e
mettilo nella
fistola fino al fondo, poi leva
l'
escara come si
conviene, e
poi la
incarna
colle polvere
incarnative e poi salda.
Item alle
lagrime d'occhi.
Alle
lagrime degli occhi
e allo rossore, palpebre,
e panno e sangue e al principio
della
ottalmia: R
ecipe vino
bianco libre una, aloe
soccotrino
on
. II, tuçia
allesandrina
preparata
d
. XV,
canfora,
sercocolla, margherite,
lengno aloe an
. d
. V,
fanne
alcocol e
mescola col
detto vino, e ssia sottilissimo
e vecchio; rimescolate bene
insieme, metti nello occhio
mattina e sera, e tosto libera,
exprobatum.
Alle molte vecchie
lagrime
d
..
Alle molte
lagrime invecchiate
istringie e
diseccare:
R
ecipe setole di cavallo
e poni li lacci alle
fontanelle
delle
cartilagini delle orecchie,
e poi gli poni questo
impiastro sulle vene delle tempie,
caldo quanto più lo puoi
sostenere: R
ecipe oncenso,
mastrice,
laldano an
., pesti insieme
e poi abbi tosto caldo e
super poni quando saranno
molificati, poni insulle
foglie
d'
orbacho o carta pecorina,
e chosì caldo poni insulle
vene predette, e è fine e
hosa contro allo
lagrimale
restringnere.
Item ad idem: R
ecipe aqua vita
e
llavane lli occhi mattina et
sera, e ssì
istruggie le
lagrime
e ssì tolle il
plurito e il
piççicore.
Aqua fine nobile. D'occhi.
Item ad idem: R
ecipe aqua
rosata, vino bianco e ruta
e bolli insieme et
cola
e
lava, cessa.
D'ongni infermità d'occhi.
A ongni infermità d'occhi,
ispeçialmente a cchi
perde il vedere per
cagione di fuocho che quasi
sono
abacinati, et alli occhi
rossi e grossi e
serpati e
enfiati
et al panno degli occhi, et
è fine a tutte cose: R
ecipe ambra
di balena fine
d
. I pe
so,
muscado
fine grame
II, lengno
aloe fine
q
. V, lengnio
di
verçino che
radendolo
fa odore come vivole
d
. I ½ peso;
taglia ongni
cosa sottilmente et poi
legha
im
peça lina, et poni in molle
in mezzo bicchiere d'
acqua rosa in vetro per uno
dì e notte
; e poi l'altra mattina
cavala fuori et
ponila
in luogho netto e
sserbala,
imperò che la puoi aoperare
a questo modo, in questa
s
.
II,
XI,
VIII volte, e sempre
sarà buono come prima;
e
abbi
tre
bicchieri di sugo
overo di grani di
mele a grane
dolci e agre e
mettilo a
lento fuoco in
vaso
vetriato
sança fummo e fallo bollire
sempre,
ispiumando tanto
che sia
tenacie, ponendo
insulla unghia una ghocciola
e volgendola non chaccia;
allora lieva dal fuoco
e
fallo riposare e poi
mescola
insieme
colla aqua sopradetta
in ampolla di vetro se
tu la
mesti bene, poi la stilla
per
feltro e
operala poi, vale
assai più alle dette cose.
Avocolità degli occhi.
Alli
avocoli per
frigidità
e per
deboleçça di natura:
R
ecipe fiori di
marino
e
empine una
grande ampolla e quopri
bene la sua boccha con
cera, et poi con carta pecorina
bene legata, e chosì
fatta, la sotterra in luogho umido
per
XL dì o piue, e di questa
aqua che averai fatta sì lla adoperai
alle dette cose come
balsimo.
A percossa e rossore d'occhi.
A rossore e
percossa e
sangue d'occhi e focosi:
R
ecipe agrimone,
vetriuola,
piantagine quando li suoi
sughi e con albume d'uovo
frescho,
istemperali e poni sulle
dette cose com
peçe
line
bianche e così fa' delle
erbe
ecc
.; e sse percossa fusse
enfiato,
poni rose per
ugual parte.
A rossore
sperto d'occhi.
Esperto a rossore d'occhi: R
ecipe
orina di fanciullo vergine,
vino bianco an
.
I bicchiere, ruta, salvia
an
. on
. I, radici di
finocchi
on
. I ½; bolli insieme ongni
cosa e poi
cola e opera, perfetto
provato.
Ad ongni infermità d'occhi.
Capoburgio forte ad ongni
infermità d'occhi:
R
ecipe sugo de
morsus
ggalline
vel sugo di pane porcino
e tira suso per lo naso col
sugo vel aqua di maiorana overo
con
mele rosato
colato, è
exprovato.
A
ccateratte. Da occhi.
E sse cateratte fusse: R
ecipe
sugo di ruta e di maiorana
an
. e
operale come
è detto di sopra
capoburgio,
e è fine in questo.
Istrettoio buono da occhi.
Istrettoio fine a ongni persona
che ttu volessi fare
istarnutire vel
capoburgio:
R
ecipe sangue
dragone,
bollo
armeno, aloe, terra
sigillata,
mastice, incenso an
.
con farina di segala, albume
d'uovo,
mesta e alquanto
aceto poni insulle tempie
e
fronte; e iscambio d'acieto
puoi ponere sugo vel
aqua di
piantaggine.
A viso quasi tutto perduto.
Al viso quasi perduto e
al male di pietra: R
ecipe
radici di cilidonia
on
.
I, radici d'
inulla e di
livistico
dimestico an
. on
. II,
finocchi,
carvi,
comino, maiorana, silio
non
salsifrica an
. on
. II,
santoreggia,
eufragia, ruta an
.
on
. III,
gherofani,
çençamo,
pepe, cennamo an
. on
. II,
cubebe aurea allesandrina,
triacha fine an
. on
. II; fa' polvere
sottile dalle cose da
pestare
e
fanne
lattovare
con fine
mele
dispiumato,
poi
mesta con esso la
triacha
e lla aurea e
danne per volta
on
. ½ mattina e sera, e è
miracolosa nelli vecchi antichi,
ispeçialmente in ogni persona
di homori
freddi e
frematici.
Lattovaro da occhi.
Lattovaro
compoxito
per
papa
Innocençio
terço che llo
mandò
allo abate di San
Gallo di
Pisa,
il quale aveva da sesanta
anni
in suso, e per questo sì fu
liberato in poco tempo, che
appena vedeva lume punto:
R
ecipe seme di
finocchi libre
II,
silomontano,
eufragia an
.
libre
I,
conmendreo, radice della
cilidonia an
. libre
I ½,
seme d'appio, anici,
petrosemoli
an
. on
. III e
fanne
lattovaro
con
mele
ispiumato
e
danne sera e mattina
a modo d'una
castagnia.
Lattovaro
isperto da occhi.
Lattovaro
isperto
agli
occhi che per homori
malinconici li
pare
vedere
moscha volante
per le toniche degli occhi ispesse:
R
ecipe sugo di regoliçia,
siler
montano,
eufragia an
.
on
. VI, seme di ruta,
basilico,
ortica,
ciciliana in
morbida
vel morta vel
milissa, seme
di
finocchi
allesandrini, appio,
carvi an
. on
. II,
mastice,
gherofani,
noci
moschade,
cennamo,
cubebe,
gomma di
mandorle,
ghoma di ciriegie,
goma di pomi,
ghumerabico,
dragante,
gruogo,
sumaco
vel grane di
mele
cotongnie
an
. on
. I e
pesta sottilmente
e
fanne
lattovaro
con
mele fine
dispiumato
il verno, e lla
istate con
çuccaro
caffatino, del quale
sì usi mattina e sera in quantità
d'una castangnia per volta,
e im brieve
termine
sara' liberato sança alcuno
dubbio
né
pericolo.
A quelli che non ànno chiari gli occhi.
E ancora vale a
ccholoro
che non veghono bene
chiaro lume e a
ccholoro
che ànno gli occhi quasi
caliginosi e a
choloro per tristiçia
e per pianto e per molte
lagrime e per molto veghiare
e per molti
digiuni
e per molte
fatiche e per simili
cose vale molto e
dicesi
ischiaramento d'occhi, e ssì
fa vivo lo spirito degli occhi;
et anche viene alcuna
volta
all'occhio dolore grandissimo
per homori
malinconici
repentemente e subitamente,
in tale modo che
anccho
il lume degli occhi di fuori
nella
fontana degli occhi
che
pare gli occhi
enfiati oltre
a modo e oltre a misura;
e sono molti che per quella
cchagione
perdono tutto lo
vedere delli occhi e anche sono
che ànno quello male
e sì veghono molto male, onde
ciascuno si ssi possono curare
allo principio della infermità.
Imprima sì llo
curerai
con queste pilole: R
ecipe
aloe
patico,
mirabolani
citrini,
turbiti,
sandali
citrini, reubarbaro
an
. on
. I,
iscamonea,
gruogo, balsimo,
mirra,
mastice,
lengno aloe, oncenso, agarico,
nuce d'
India vel
melaghette,
sugo di regoliçia, seme d'appio,
lattuga,
cicoria,
basilico
an
. d
. I, polveriçça e
fanne
confeçione con sugo di rose
fresche e
fanne
maddaleoni
e
serbali se voi fare
pilole,
danne come a tte
pare
la virtù della persona; sì
ne fai
trocischi, ancora sì nne
fai in modo di
lattovaro, ancora
lo fa', e questo sì ssi appella
consolatione mostrare.
A purgare lo
stomaco e 'l
celebro,
poni questo impiastro
sulli occhi: R
ecipe pome acerbo
e fallo
quocere nella cennere
calda e
mondalo, e
poi lo
pesta in mortaio di
metallo,
e con
IIII.o mela poni
uno albume d'uovo e incorpora
insieme nel mortaio
a modo d'unghuento, e llo occhio
chiuso sopra poni la sera
quando vai a lletto
colla
istoppa e
fascialo e lla mattina
suldi. Et con questo
solamente assai già n'abiano
liberati che avevono quelli
occhi così
enfiati e
dolorosi
ecc
.. E però, amico mio
ccarissimo,
io vi voglio avere
innarato questo mio impiastro,
la sua virtù e tutte le sue
laldabili cose, imprima
elli lieva il
trimore dello occhio
e
aluogha l'occhio nello
suo istato,
mitigha il dolore
e
rischiara il vedere.
Lattovaro
isperto
agli occhi.
Lattovaro
isperto a conservare
lo vedere, provato:
R
ecipe finocchi libre
II,
siler
montano libre una
an
., cilidonia an
. libre
V,
camandreos,
enula an
. on
. IIII,
eufragia, asta regia an
. on
. III,
cençamo,
cenamo,
galinga
an
. on
. IIII, brettonica,
pepe,
seme d'appio e di
pretosemoli
an
. on
. II, ruta,
salsifrica an
.
on
. I ½,
folio
on
. II,
mele
dispiumato quanto basti, e
fanne
lattovaro e
danne
la mattina a
digiuno e la
sera quando vai a lletto con
vino caldo a modo d'una castangnia,
exprovatum.
Polvere fine. Degli occhi.
Polvere perfetta a ricoverare
il lume degli
occhi e ritenerlo:
R
ecipe cilidonia, seme di
finocchi,
foglie di ruta,
comino,
siler
montano,
foglie d'
ebbio
an
. libre
I, et
fanne polvere
come si fa
isspezie e usane
in su ongni tuo cibo, aumenta
il vedere.
Polvere fine.
Dagli occhi.
Polvere a
rischiarare
lo vedere: R
ecipe radici di
brettonica,
foglie di
siler
montano an
. on
. II, seme
di ruta, anici,
finocchi,
cennamo,
noci
moschade,
cubebe
an
. on
. I,
eufragia
on
. IIII.o,
gruogo
d
. VI, e di
tutte cose farai
ispezie e usanne
su ongni tuo cibo, è perfetta
e buona.
A conservare lo vedere. Occhi.
A conservare lo vedere
e
mantenerlo in
gioventudine,
che vedrai come di giovane: R
ecipe fiori
di
tramerino secchi
on
. IIII,
ruta seccha,
magiorana seccha
on
. II, salvia seccha,
seme di
mele
cotongnie
monde,
çençamo fine mundo
an
. on
. I, anici,
finocchi
an
. on
. I,
noci
moschade
on
. ½, e
fanne a modo di
speçie sottile e usane su
ongni tuo cibo, e è perfetta
cosa.
Lattovare
cordiale da occhi.
Ad idem il Cardinale
Bianco usava questa
polvere su ongni suo
cibo per conservare lo
vedere e per
aumentarlo,
conforta lo
stomaco, sì llo chiarifica
e ssì purgha li superflui
omori e il
fegato
conserva, e conserva il
polmone
e rende apetito di
mangiare, e è provato: R
ecipe
siler
montano, ysapo, fiori di
ramerino,
calamento,
pepe,
grane di
ginepro, sugo di
brettonicha an
. on
. I,
salsifrica,
eufraxia an
. on
. ½,
finocchi
on
. III, e
fanne
polvere sottile e usane come
di sopra è detto in ogni
tuo cibo, et è
mirabile
cosa,
exprovatum.
Lattovare
isperto da occhi.
Lattovario
isperto a purgare
il capo e chiarifica
lo vedere e appellasi
lo tesoro degli occhi: R
ecipe colloquintida,
isquilla
arostita,
aserri,
pepe bianco e nero e
lungo an
. d
. VI,
spiga romana,
appio, anici,
finocchi,
corpobalsimo,
eupatorio,
gruogo
an
. d
. III,
spigo
nardo,
chamandreos,
camepitheos,
arestolaxia
retonda,
gençiana
an
. d
. VII,
polveriçça
e
fanne
lattovare con
fine
mele
ispiumato e serbalo,
e sì nne
darai per volta
on
. I con vino biancho
fine caldo per mezo con
acqua quando vai a lletto
ongni mese la settimana
tre volte, secondo che
vedi che adopera alla sua
natura, o vecchio o giovane
o maschio o femina.
A ricoverare il lume d'occhi.
A recoverare il lume degli
occhi e fa il vedere
chiaro: R
ecipe brettonica
seccha in ombra libre
I,
mele fine
dispiumato
libre
IIII, e
fanne
lattovaro
e
danne la mattina a
digiuno
uno
cucchiaio e vedrai
miracolo di Dio fatto, è perfetta
cosa e picciola.
A quel medesimo. Degli occhi.
Item ad idem, è
isperto:
R
ecipe luminella
colli fiori
rossi, cioè
terçanella
vel
morsus
ghalline e
fanne
una
fritella chon uovo fresco
e con farina di grano
e pocho
olio ongni mattina
a
digiuno per
XL dì
continovi
e vedrai
miracolo di Dio
dato.
Item a quel medesimo. D'occhi.
A llagrime d'occhi: R
ecipe sugho
di
finocchi con vino
biancho alquanto
bollito et
cola
etcc
..
A quel medesimo. D'occhi.
Item radici di cilidonia,
assençio, ruta an
.,
bolli in fino vino
biancho
ecc
..
Aqua fine da occhi.
Item R
ecipe aqua rosata, canfora,
mesta insieme per tre dì
al sole e tre
notti al
sereno.
A quello medesimo per occhi.
Item R
ecipe brettonicha e
mangiane, e si nne
quoci
e
lava gli occhi
coll'acqua.
A quello medesimo. D'occhi.
Item R
ecipe ruta
polveriççata,
mele antico an
.,
mescola
e usanne ad
ungiere
li occhi lagrimosi, e di certo
stringnie le
lagrime.
A ongni percussione d'occhi.
A ongni percussione
d'occhi onde
perviene
a
dilataçione della
pupilla e altre infermitadi;
perforaçione sì ssi fa
alcuna volta per la primitiva
cagione della percussione,
e fassi
amendue auree,
la qual è nulla, e facciasi
contro alla primitiva
cagione della percussione;
e fassi
amendue
foblotonia
della vena
lagrimale, e poi
facciasi
flobotonia
della vena
fiducie; et
nota chi in questa passione
non è da ffare purgazione
con medicine; facciasi
sileofon
volotivo di tuçia con
çuccaro e aqua rosata,
decotto
di terço in terço
die, lo poni
insullo occhio; et fa' un
colorio
di
fieli di
capretti e di
fieli di grua e poni di questo
dentro nelli occhi, e sì ssi
chostringa
l'occhio, cioè il forame
della
uvea delle cose che
riduce la
complesione dello
occhio
ecc
.. E lla sua cura
si è questa: R
ecipe tre
lucertole
vive e
mettile in pentole
di terra
nuova e
mettivi
entro
pepe
pesto
d
. II
e
cuopri in tale modo che
elle non si possano partire,
e dopo
quattro dì torrai lo stercho
che averanno fatto et
serbalo come balsamo, et
di quello fa'
colorio con sugo
di
finochi e vino biancho
chiaro e odorifero; e in questa
pasione si è da lodare molto
lo starnuto imperò che lla
violençia dello istarnuto
la
uvea sì ssi
dilata.
A ongni
percusione grande d'occhi.
Altra percussione grande
o
picchola overo
oculta
vel manifesta
overo
oculta overo com
piagha o sança piagha, e prima
diremo di quella che ène
sança piaga: R
ecipe sugo d'appio
e
mescolalo con
cera vergine
com polvere di
comino
a lento fuocho, sopra poni.
Item ad idem: R
ecipe midolla di
pane
frescho o tu lo
iscalda
e supra poni tiepido.
Alle piaghe
aperte degli occhi.
A piagha aperta che bisongnia
el
ceruso: R
ecipe
midolla di pane con
fine vino bianco, fatta la
operaçione della
cerusa e
tu la poni suso e fassi a quello
pane con vino; e così
si faccia infino alla perfetta
liberatione.
Aqua fine da occhi.
El sugho della sempreviva
con fine vino posto
sopra l'occhio dopo
la
mundificazione dello
occhio col panno di
seta
di fuori bangniato con acqua
piovana e rosata, et
poi che ll'ài così lavato di fuori,
poni suso la mirolla
ddel
pane col vino bianco di
fuori, e sempre
conforta l'occhio
colla
dicoçione della
eufraxia.
A
rischaldamenti d'occhi.
Alla
enfiaçione e riscaldamento
d'occhio:
R
ecipe appio
e
quocilo con lattughe
e poni insulli occhi tiepido
più volte, e tosto sarà
liberato
.
Agli
enfiati
dogliosi occhi.
Item allo occhio
enfiato
per
ventoxità: R
ecipe camamilla
e
quocila, tiepida
super poni; et anco vale
il sangue del beccho con
gruogo
e
çuccharo pesto.
Agli
enfiati occhi.
Item allo
enfiato per
moltitudine
di homori: R
ecipe benedetta
e purgalo con essa,
et poi
lava gli occhi tre volte
il
die con
decoçione di
camamilla.
A ongni
macchia e panno d'occhi.
Fine et buono.
A ongni
macchia e panno
d'occhi: R
ecipe III radici
di
finocchi monde, ruta
m
. I,
pesta insieme e chavane
il sugho, poni la mattina
e lla sera nello occhio, e lla
'state tre volte il
die.
Esperimento
fine al panno, tela et
macula: R
ecipe polvere di
çuccaro
assato e super posito, exprovato.
Alla dilatata
pupilla d'occhi.
Alla
pupilla dilatata per
percossa: guardalo dal
vino e faccia buono
reggimento e
falli tôrre sanghue
della
ceffalica poi
ripercuoti.
R
ecipe farina di
fave e
mescola
chon acqua di salci o d'
invidia
vel di
solatro con sugo
vel aqua di
foglie di salci e
super poni.
A fine impiastro da occhi.
E dopo questo R
ecipe tuorlo
d'uovo con aqua rosata
vel
olio rosato,
e è meglio, e com pocho vino
e
fanne impiastro e poni
insullo occhio dopo la
insalaçione
del sangue della tortora
e di
pippioni, e dopo queste
cose sì farai
colorio di
fieli
forti.
Aqua fine da occhi.
Item ad idem secondo
Vençoar:
R
ecipe aqua rosata e
ispesso metti nello occhio.
Et anche più forte: R
ecipe mele
rosato
colato e
ffa' come è detto,
e non
beva vino e sempre
mangia a
digiuno
stomacho
ruta e
finocchi, e sì ssi guardi
dallo piangere e dallo ridere
e dal canto e grida e
ira e
coito
e
cruccio e dal chiamare
alta
bocie imperò che tutte queste
cose dilatano la
pupilla;
e sappi che questa cura s'intende
dilatata per
força di
vomito e di starnuto o tosse
o per pianto fatto.
Aqua fine da occhi.
Item ad idem: R
ecipe fiele
di capretti, sugo di
finocchi
e poco
sale
armoniaco
e
fanne
colorio e
usalo
nelli occhi, e è fine cosa
exprovata.
Colorio fine da occhi.
Item ad idem, è
isperto: R
ecipe
fiele
ercino e di testuggine
e di
capita di
rondine
arse e fattone
colorio con
mele e sugo di cilidonia, exprovato,
overo con tutti o con
parte de' detti
fieli.
Alle ulcere degli occhi.
Alle ulcere e ulnere d'occhi
secondo
Mesue: prima
toli sangue della ceffalea
poi lo purga
colle pilole
coçie e faccia
dieta come
nella
optalmia, e poi usi
sief bianco a
consolidare la
piaga con latte di femina e
albume d'uovo, e poi fa' medicina
diseccativa, non sia molto
mordificante acciò che non
faccia
puçça imperò che ella
è sospetta nelle piaghe delli
occhi. Et se 'l fosse gran
dolore, R
ecipe fieno
greco rosato
e
quoci in vino e super poni
tiepido, overo con acqua rosata
tiepido poni suso. Et
quando sarà ripieno e ttu usa
sief, eli sì ristia supino assai.
El sengnio di salute si è
quando comincia apparere
nel
cerchio dello occhio
ulnerato
biancheçça e poi che è
sanata la piagha rimane nel
luogho
ulnerato la
biancheçça,
e poi sì llo leverai
colle medicine
che ànno a
rimuovere
la biancheçça
colle cose
che ssi
contono nel capitolo
dello
albedine.
Al
sabello degli occhi.
A
sebel dello occhio quando
ài levata quella tela
collo uncino o
cauterio
o con setola o isturmento
manuale, e tu poni per
X dì
continovi
mucellagine
di fieno
greco con
mirra
e
gruogo e poi da
indi innançi:
R
ecipe tuçia
d
. I ½, canfora
d
. ½, amido, aloe
paticho
an
. d
. I,
sercocolla
d
. II,
gherofali,
ermo, e
ffa' bollire a
llento
fuoco in
vaso
invetriato
per meça ora, e poi
cola com panno
lino bianco sottile e
serba in ampolla di vetro, et
di questo
colorio poni nello
occhio mattina e sera; e poi
sì usa di questa aqua a conservare
gli occhi in sanità: R
ecipe
finocchi freschi,
milleloto, asençio
an
. m
. I, tutti freschi,
e per
limbiccho
distilla e usane
mattina e sera
agli occhi.
E se ttu non potessi avere
milleloto
fa' chon asençio e
finocchio,
e sempre vi mette
çuccharo
polveriççato alla fine
alquanto
assato.
Alle medicine da occhi.
Avicena pone nelle medicine
delli occhi che
quale sono per maturare
e altre sono per
infreddare,
sì come sugo di
solatro;
et altre per iscaldare, sì
come
musco e
pepe; et altre
sono
secchative, sì come
tuçia,
antimonio e
climia;
e alcune sono
costrettive,
sì come
sief de
memita e
aloe e
gruogo e rosse; et altre
sono
lenative, sì come latte
e lla
fricatione de'
laçuli e
albume d'uovo e
mucellaggini;
et altre sono
maturative,
sì come vena e aqua di
fieno
grecho e
gruogho e
orobi
e propio quello in che
si
fonde il panno non mi
pare
la robia; et altre sono
resolitive, sì come la
sercocolla
e aqua di
finocchi; et
altre sono
istitiche, sì come
sugo di pome,
mandragola,
papavero e oppio e
ssimili
cose, e sono
istupefative et
serative.
Aqua fine da occhi.
Aqua da occhi lagrimosi,
rossi e focosi,
sarpati
per molto bere e per
rema di testa, e vale a ongni
persona antica e giovane:
R
ecipe tuçia
q
. I,
perle non
forate uno
carato,
candi
caratto
½,
gherofani
III, vino
bianco fine e chiaro uno
picciolo bicchiere, tutte le cose
sieno trite,
catuna per
se, e poi le
mescola insieme
e legala in
peçça lina bianca
e
pôlla nel detto vino in
vaso
di vetro e, posato uno
dì e notte,
metti del detto vino una
ghocciola nelli
lagrimali la
sera, e così fa' la mattina, et
così fa'
continovo tanto che
sii liberato. E ffae che ttu facci
sempre
dieta buona, exprovato.
Orso
Ghuasconi.
Aqua fine da occhi.
Aqua fine da macule
e sengni di
vaiuolo
e occhi coperti di panno
grosso: R
ecipe tuçia
on
.
IIII, canfora
on
. II,
gherofani
on
. I,
çençamo fine
q
.
I, cennamo fine
q
. I e aqua
rosata, vino bianco fine
an
. bicchiere uno,
pesta tutte
le cose e
mescola in mortaio
coll'aqua e 'l vino, macinando
insieme come unghuento,
e poi riponi in ampolla di
vetro e serbalo per
dì e notte,
poi
mesta e
cola com panno
lino sottile bianco e serba inn
ampolla di vetro e
operalo
a tutte le predette cose
sicuramente
che ella è perfetta cosa.
Aqua buona da occhi.
Aqua buona a ongni maliçia
d'occhi, e ispeçialmente
a ongni calda
cagione: R
ecipe tre
lamariche
grande e
falle bene bollire
inn aqua di rugiada recolta
com
peçe
line bianchissime
tanto che ssieno bene
cotte, e poi le
cola e
mescola
sugo di ruta per metà e poi
cola per
sei volte, e poi abbi
polvere di radice di
dente
cavallino
quanto a tte
pare e
mescola
colla aqua predetta
e
lasciala così per
XV dì riposare
e poi la
cola com panno
lino bianco sottile e
ripuoni
in ampolla di vetro e
serbala
e
ahoperala
sicuramente a
ongni malatia d'occhi.
Aqua fine nobile da occhi.
Aqua fine contro a ongni
passione d'occhi, e speçialmente
gravi e
pieni
di homori, sì gli
diseccherà
maravigliosamente
e in brieve:
R
ecipe piastre vecchie di ricalco
e
falle focose e
ispargile per
nove volte in fino vino bianco
e chiaro, et poi lo serba
in ampolla di vetro e
aoperala
la mattina e sera negli
occhi, e im poco tempo sara'
liberato per virtù di Dio.
Aqua nobile
mirabile da occhi.
Aqua
mirabile e segreta
per la quale li medici
fanno miracoli, ed è
di
mirabili cose se la puoi fare
o volessi, ma non lo
dée' dire
se none a filosofi, e è segreta:
R
ecipe limatura d'oro e
d'
ariento e di ferro e di piombo
e d'acciaio e di rame e di
catimia d'oro e d'argento e
storace an
., e metti ongni cosa
polveriççato inn orina di fanciullo
vergine per uno
dì e
notte; el secondo in vino biancho
caldo; el terço dì in
sugo di
finocchi; el quarto
in albume d'uovo
dirotto;
el quarto in albume d'uovo
dirotto; et poi così tutto lo metti
ongni cosa in campana
a
distillare a lento fuoco, e
quella
istillatura che n'
escie
serbala in
vaso d'oro o d'argento,
e le sue lalde sì è da tacere
e no· llo manifestare se
nnone
a filosofi, imperò che lle sue
virtù non si potrebbono comperare
né dire: ella
ispoglia
lebra e leva
ricci,
vaiuolo e
istruggie e iscaccia ongni
macula e conserva in
gioventudine
e fa bello l'occhio,
chiaro sopra ongni altra cosa,
e sì ssi tace li suoi segreti,
imperò che io
temo che nonne
abbia da Dio di sopra cose
che non fusse bone
ecc
..
Alle
macule degli occhi.
A ongni
macula d'occhio
polvere preçiosa,
el sangue e 'l panno
remuove: R
ecipe sangue
dragone,
çuccaro an
. d
. I,
tuçia
d
. II,
fanne
alcocol e mettine
pocha e
sicuramente
sança
pericolo, è
ispertissima
alle dette cose e anche
istrugge
le
lagrime.
Aqua fine da occhi.
Item ad idem, è
isperto: R
ecipe
çençamo fine mundato
e
fregalo con vino bianco
fine e chiaro sulla pietra,
e di quello
liquore poni una
ghocciola nell'occhio mattina
e sera, e im pochi dì leva la
macula e lla tenebrosità dello
occhio
etcc
..
Contro a
macula d'occhi.
Item contro alla
macula
dello occhio fatto di
nuovo:
R
ecipe albume d'uovo
con sugo di
peritaria an
. et
istempera e
isbatti insieme
fortemente
e
inispiumala, e
di quello chiaro che è rimaso sì
ne metti nello occhio una
ghocciola, e incontanente
la chaccia.
Aqua fine da occhi.
Item ad idem: R
ecipe çuccaro,
salgemmo an
.,
fanne
alcocol
e opera nello occhio et
incontanente lo resolve, e
così la pone
Gherardo sopra
Viaticho.
A ongni
macula d'occhi.
Item contro a
macula d'occhio
forte: R
ecipe ceruxa, tuçia
istinta
IIII.o volte inn
aceto
forte,
çuccaro an
. e alquanto
chatimia, e
fanne
alcocol
e poni insulla
macula, exprovato.
Alle grandi
macule d'occhi.
Item alle grandi
macule
tôrre dello occhio: R
ecipe radici
di cilidonia mundo,
netta, e
pesta e mesta chon
aqua rosata, e poi
mettila così
molle in
sacchetto biancho
di panno lino e
apicchalo e
ricevi in vetro quello che
istilla,
e poni sulla
macula di quello
liquore se la
macula è grande
imperò che
resolverebbe
l'occhio altrimenti, exprovato.
A grandi
macule d'occhi.
Item ad idem: R
ecipe canfora
resoluta con sugo di
finocchi
e
colata e poni sulla
picciola
macchia, e tosto la
strugge e
mandala via.
Circa
istans.
A ongni
macula d'occhi.
A ongni
macula: R
ecipe mele
biancho, vino bianco
an
. on
. I, verderame
arso su lamina di ferro
d
. II,
coperoso arso
d
. III;
e sse le vuoli più forte poni
lo verderame quanto lo
coperoso,
pone il vino e 'l
mele al fuoco
lento e sì fa' bollire alquanto,
e inde poni il verderame
e
mesta sempre insieme,
e quando fia fatto così alquanto
lieva dal fuoco e mettine
el
coperoso, e sieno tutti
sottili
polveriçati, e sempre
mestando e
fanne unguento.
Et di questo unghuento
metti
due volte il dì nello
occhio
maculoso, è perfetto
et ad ongni mangnia
macula,
exprobatum.
Aqua
mundificativa degli ochi.
Aqua di
salgemmo
mundificativa
degli occhi e di
morfia
e di
flemma salso e del
puço della
salare e del
puço delle
gengie:
R
ecipe salegiemo libre una e
involgila
nella foglia e lengnio
del
cavolo e
mettila sulla cennere
calda tanto che ella sia
chotta e pervenga biancha,
e poi la metti insul marmo
in luogho umido o la notte
al
sereno, in modo che
possi richogliere
quella aqua che n'uscirà
e che fia quasi come ghocciola
d'
ariento, e
serbala in
vaso
di vetro bene turata; e quando
la vuoi aoperare
mettine
solo una ghocciola nello
lagrimale
dello occhio.
Aqua
maravigliosa da occhi.
Aqua da occhi
maravigliosa:
R
ecipe radici d'appio,
di
finocchi e
pretesemolo
e
divia,
brettonicha,
cicorea
an
. m
. III, e s'elle fusseno
secche an
. on
. III,
lavala
bene con acqua calda e poi
la
pesta e
mettila in fino vino
bianco per
dì e notte uno,
e llo altro dì le metti nella campana
a distillare e serba quella
acqua come balsimo
perfetto e nobile.
Aqua
maravigliosa d'occhi.
Aqua di semi
maravigliosa:
R
ecipe semi di
finocchi e
pretoselli
e d'appi e d'anici e carvi
e
barbena an
. d
. III,
centrugalli
d
. VIII, metti ongni cosa inn
aqua calda per
dì e notte uno,
e llo altro dì la metti in campana
a stillare a lento fuoco e lla aqua
che nn'
escie serba in ampolla
di vetro e lloda Iddio che
data te l'à el maestro Piero
Ispangnolo.
Capitolo del
conoscimento de' songni.
Le significationi de' sogni et
de'
sompni si sogliono molte volte
mescolare alli detti
accidenti,
però che quando molte volte nel
sopno si
vegghono
piove et
mare et
fumi et molta
humidità
d'acqua, in quello cotale
che vede in sognio le dette
visioni, significa che in lui abondi
molta
humidità
.i. flemma.
Et colui che vede in sogni fuochi
et saette
folgori et
çuffe,
in costui significa abondare
la
collera rossa. Et colui chi
vede in sognio
colori rossi et
tinti e noççe e cibi
dolci et
coppette et
ventose et
fluxo
di sangue, cioè spargimento
di sangue et di trarre sangue,
in costui significa
abondamento
et superfluità di sangue.
Et colui che vede nel
sognio
colore
foscho et
colore
nero et averà paura et
timore, in costui significa
abondança
et superfluità di
collera nera. Et cholui che
in sognio gli pareva stare
in luogho di
neve, o gli
pare
ricevere offendimento d'alcuno
freddo, in costui si mostra
signoria d'umore molto
freddo
.i. in
flema
vitrea.
Et se alcuno nel sompno gli
pare
istare in bagnio ed essere
negli dì
canicunari di luglio,
significa alteçça et sopra
abundamento
d'omore molto
caldo. Et se alcuno nel sonno
gli
pare volare, significa
seccheçça
et
lievezza d'umori con
grande
effetto. Et se alcuno
in sognio gli
pare essere gravato
d'alcuno et
fantaxima, significa
essere molto ripieno
d'omori. E sse alcuno gli
pare
andare in sognio per luoghi molti
fangosi et
puççolenti, significa
abondare in lui
humori
putridi. Et se alcuno nel
sognio sognerà le
contradie cose,
a questo sì ànno
contraria
significazione. Et cholui che
nel sognio gli
pare andare per
orti
pieni di buoni odori et
per luoghi odoriferi, significa
abondança di buoni humori
et che elli è molto di lunge
da corrompimento et da
putridine
d'omori et da
infracidamento
d'umori. Et colui
che nel sognio gli
pare
entrare
e d'andare per luogora molto
strette et per
fori, significa
che llo istrumento de l'
aito
.i. dell'
alito àe grande
infermitade, la quale infermitade
li tolle e lli vieta d'
atirare
a ssé quanta
aere gli fa bisognio.
Capitolo come si puote conoscere
dell'uomo et delli
co
lori
dell'orina.
Nella orina s'attendono et
si considerano queste cose,
sì come è
sustançia e
colore
et odore, et appellasi qui
sustançia grossa o spessa o
turbida o chiara o sottile o
simili cose; et si considera quello
che risiede et riposa nel
fondo o che pende nel meçço
o quello che appariscie o ssi vede
di sopra.
Però che 'l
colore bianco
colla
sustançia
sotile, il quale
assomiglia
al
colore dell'acqua isspesse
volte appare inn una
infermità che ssi chiama
diebete,
la quale infermitade adivene
quando le reni sono riscaldate.
Et sì tosto come l'uomo
àe
beuto, le reni
atragono
quella humiditade, et l'uomo
sè la orina, e questa è una infermità
per la quale l'uomo
bée
molta acqua, né però la
sete
non va via.
Et simigliantemente questa
orina appare così chiara dopo
molto mangiare et dopo
molto bere innançi che ssiano
smaltiti quelli cibi et quelli
beveraggi. Onde quando cotale
colore appare nelle infermitadi
et non vi sia quella
cotale infermitade che è
chiamata
diebete, né molto
mangiare né molto bere siano
andati dinançi si mostra
questa cotale orina tra grande
crudeçça d'orina et
niuno segnio, digestione et
freddeçça del
fegato.
Et quello
colore nel quale
si contiene uno poco di
gialleçça,
sì come appare nell'acqua
nella quale è
cotta la
paglia, significa
poca digestione
et
deboleçça.
Et lo terço
colore si è lo
colore
del
cederno, lo quale dimostra
temperamento nel
fegato, il quale nonn è né maggiore
né minore chi
debbia
essere.
Et lo quarto
colore si è igneo,
cioè di
colore di fuoco, significa
superfluo
calore et
infiamato.
Et lo quinto
colore si è
colore
di
gruogo, lo quale non
dimostra più di
colore che llo igneo,
ma significa molto sangue
abondare nel corpo et
di lui essere alcuna cosa mescolato
colla orina.
Et lo
sesto
colore si è
colore rubicondo,
non tra troppo chiaro,
lo quale significa
collera rossa
et sangue.
Et se
adiviene che nella parte
di sopra dell'orina di colui che
àe questa cotale orina con
cotale
colore o vi sia
schiuma
gialla, significa
interitia
gialla, cioè quella cotale infermità
nella quale l'uomo
diventa
giallo.
Et lo septimo
colore si è il nero,
et se questo cotale
colore
apparirà nella orina dopo
il
citrino o dopo il rosso significa
intra grande
enfiamento
et arsura la quale è ancora
peggiore di tutte l'altre
orine nelle
febri acute,
et
maggiormente s'ella fia
molto spessa, et pochi se ne
truovano di quelli che facciano
quella cotale orina
che ellino
scampino.
Et ancora l'orina nera dopo
lo
purgamento delle femmine,
dopo lo ritenimento
del loro tempo, cioè quando
non ànno la
purgatione
.i. mestruo,
nella fine delle infermitadi
della
collera nera, sì
come della
febre
quartana
o grosseçça di
milça, o nella
malinconia o simiglianti a
queste, né allora l'orina nera
non mostra male niuno,
ançi significa bene, però ch'
ella
adiviene nella fine
delle infermitadi che ssi generano
da
collera nera.
Et ancora l'orina nera che
appare dopo l'orina bianca
o verde, significa allotta tra
grande
freddeçça di
fegato
et che llo suo
colore è molto
spento nella infermitade
che questa cotale orina
dimostra nonn è minore
che quella che mostra la
primaia che va
dinançi a
questi, ma dimostra maggiore.
Et nota che
ll'urina tigne
e
colora per la alcanna e diventane
rossa molta, e alcuna
volta per bere
chassia fistola
o aloe o
gruogo o per
alcuna cosa c'abbia natura
di tignere.
Et la
verdeçça, cioè
colore
verde dell'orina
adiviene
alcuna volta per cagione
di
manicare
erbe.
Et la
nereçça alcuna volta
adiviene
adiviene per cagione
di
manicare
almuri o per
cagione di bere vino nero
et per altre cose che noi dicemmo.
Et ancora l'orina è poco tinta
et alcuna volta quando
l'uomo bevesse molta acqua
o ch'elli abbia molto
mangiato
o bevuto vino poco
dinançi
ch'elli
orinasse.
Et tutte queste cose
debbe
l'uomo attendere et considerare
nello 'nfermo et poscia
giudicare et sententiare.
Et alcuna volta si
tingnie
l'orina per
força di
doglie, et
avenga che lla materia e lla
cagione sia per homore freddo,
secondo che noi dicemmo nel
capitolo del male del fianco
o nel dolore de' denti o delli
orecchi, per la qual cosa tutti questi
segni si
convengono attendere
et considerare.
Et alcuna volta appare l'orina
puççolente et mutata
per cagione delli
appostemmi
che
nascono nelle vie dell'
orina la quale esce
perturbata,
però che quella cotale
putridine, si
mescola
colla
orina, né allotta lo 'nfermo
non àe con questo febre acuta
et
incensiva et nello uscire
dell'orina sente ardore et
arsura, per la quale cosa lo suo
puçço non si simiglia a
puçço
dell'orina quando la
putrifatione
è nelle vene.
Et la sustança dell'orina
sottile assimiglia alla sottiglieçça
dell'acqua, significa
deboleçça della virtude
digestiva e dello smaltire.
E lla orina spessa la chui
spesseçça
somiglia alla
spesseçça
de
rob o alla grosseçça o
spesseçça dello
licore lo quale
si contiene nel
fiele, significa
superfluità della
digestiva et non homore abundante
nel corpo, ançi
significa sua
diminuitione
et
maggiormente se con questo
ella è
poca.
Et quella che è meçana
intra
queste, significa buona
digestione e che lla
dispositione
del
fegato e delli homori
che ssi contengono nelle
vene è temperata.
Et quella che è turbata, significa
crudità delli homori
che sono nelle vene et
in
degistione con
perturbatione,
la quale fa lo caldo
che è nelle vene.
Et la orina turbida che tosto
si divide e la grosseçça che
v'è dentro tosto discende al
fondo, significa che ella è
presso a
matureçça et quello
è secondo che ella si divide
più tosto o più tardi.
Et l'odore che
escie dell'orina
che è simigliante all'odore
che viene della cosa
secchissima e acuta significa
superfluità di
matureçça,
la quale si sente
alcuna volta nelle febri
acute et nelle postemi del
fegato e alcuna volta
adiviene
colli
appostemi che
ssi fanno nelle vie dell'orina,
sì come noi abbiamo
detto dinançi, ma noi abbiamo
già fatto divisione
tra quella e questa.
Et l'orina che non à niuno
odore è molto
cruda e di
tarda digestione.
Et l'orina che ssi truova
in meço di queste significa
egualità di digestione.
Et ancora si prendono significationi
da quello che
discende
giù di sotto nel
fondo dell'orinale o da quello
chi pende nel meçço,
però che da questo significa
la digestione che ssi fae nelle
vene, la quale cosa noi
insegniamo trattando nella
cognitione della
matureçça
delle febri e questo
è quello che noi ci
acostumiamo
e che noi seguitiamo.
Et la sustança di questa
cotale cosa che appare nell'
orinale somiglia alla
distillatione
che ssi fa nell'
acqua rosata.
Et di quello che discende
nel fondo quello è migliore,
che è bianco e morbido
e pulito et che siede nel fondo
del vasello la cui
dispositione
permane e
dura per più dì della
infermitade
continuamente.
Et questa cotale residentia
che noi abbiamo detto ora
è buona, la quale àe il suo
colore
citrino e questa è la
migliore, e
colla migliore
sustança si è quella che è tra
meççana e
grossa et chol
migliore odore che ssia, lo
quale né molto non
pute
né tutto, e sença odore. Dunque
quella orina che appare
con questa cosa è migliore
di tutte l'altre la
cui significazione è perfetta,
però che lla perfettione
significa della virtù
digestiva
et rendeci
sicuri della malitia
della infermitade et dalla
sua
iniquitade.
Et questo cotale
sedime et
residentia seguita in bontade
quello che
pende nel
mieluogo
dell'orinale quando
elli si truova secondo questo
modo.
Et dopo questa sustança et
quella che nuota nella parte
di sopra nell'orinale.
Et questi
due
accidenti ançi
il loro quando
appariscono
nelle infermitadi acute,
sì mostra significatione di
perfetta
maturaçione et sicurtade
della malitia della
infermitade, la quale è
proximana alla perfetta significatione.
Et quando
quello cotale
sedime o residentia
si troverrà che ssia nel
mieluogo
et che
pende, allo infermo
non sopraverrà niuno
reo accidente, dopo piccolo
tempo si muterà alle parti
di sotto al fondo al luogo di quello
che pende.
Et lo
colore che è nella residentia
overo
sedime è migliore
si è bianco con
longitudine
di forma, cioè che ssia
molta lunga come è una
fiamma et che
dura lungamente
dopo lo quale si è
i· rosso, però che 'l
sedime rosso
significa salute con lunga
infermitade.
Et lo
sedime
gliauco, cioè
ch'è uno pocho tinto di
gialleçça,
quanto àe meno di
gialleçça tanto è piggiore.
Et lo
sedime verde è peggiore
che
gleauco, cioè che quello
che noi
abbiamo detto.
Et lo
sedime nero è piggiore
che 'l verde però che 'l nero
sedime significa che egli passi
lo
termine della
matureçça,
né con esso non si
puote pervenire se non al
termine di
currutione et
di
putrifatione.
Et la
dispositione del
sedime
nero secondo il luogo del
sedime bianco è contrario.
Et quello che nuota di sopra
nel vasello è minore in malitia
che quello che è nel meçço,
e lo piggiore di questi
è quando sta nel fondo, e nero
e bianco è migliore.
Et così il
livido è
meççano
intra bontade e maliçia
la cui
dispositione si muta
secondo ch'elli s'apressa all'uno
di loro.
Et lo
sedime che è come lo
grano
infranto et reo, lo quale
se è con febre acuta significa
morte.
La significatione per la quale
significa
matureçça alcuna
volta si sae per orina sottile
et bianca et alcuna volta
per quella che àe
colore di
fuoco,
alcuna volta alcuna
volta per quella che à colore
di fuoco alcuna volta
per la
gialla et alcuna volta
per la rubiconda et alcuna
volta per la turbida è mutata,
et alcuna volta si sae la significatione
della
matureçça
per la
bianca o per la sottile,
ella seguita primeramente
gialleçça et poi grosseçça
et poscia a poco a poco
comincia così a
cresciere
infino a tanto che 'l
colore sia
citrino e lla sustantia sia
eguale.
Et in questa cotale orina apare
buono
sedime se nelle
vene è molta superfluitade
o lla infermitade sia
di
repretione allo corpo della
persona, sia grasso et grosso.
Et se questo nonn è, quello medesimo
basta alla significatione
della perfetta
matureçça.
Et quando l'orina nella
febre
secondo la
matureçça sarà
diminuita o superflua,
ma poi
cotidianamente ritorna
a
ragione, la febre è
salutifera e sença
pericolo.
Et l'omore nonn è di
mala
digestione né ingannatrice
putrifatione.
Et se con questo la virtù
decade
significherà
morte,
et in quelle febri che ssi fanno
di
collera nera.
Et lo secondo si truova nelle
febri acute che sono di molta
malitia et
iniquitade.
Et se lla significatione da
pervenire a
maturatione si
prende dalla orina turbida
et
premutata et omni
die
crescie la sua
caldeçça e lla
sua
impostasi e
sedime
et simigliantemente
crescie
in bontade tanto che lla
sua buona bontade, sì come
noi dicemo, se Dio vorrà,
allotta si
debbe considerare
la quantitade della
virtude, però che quando elli
v'è ancora la virtude non
si
conviene avere paura
della
morte dello 'nfermo.
Et se con questo l'orina si fa
tosto chiara la santà verrà tosto.
Et se lla virtude fia
debile
allora è d'avere paura che
llo infermo non muoia.
Et se con questo l'orina
perviene
tardi a chiareçça o no appare
in lei chiareçça et
dimora lungamente
sì cche in lei non si vede
fiore di chiareçça o no appare
in lei chiareçça et
dimora
lungamente torbida
et in lei non
perviene fiore di
chiareçça, significa
morte.
Et se in questa cotale orina
una volta appaia
matureçça
et poi sia ancora, dimostra
segni di
crudeçça. Et se questo
adiviene molte volte
et
pare che lla febre si
mescoli, si è da sapere che lla
maliçia della febre è di molti
homori, allotta
dé l'uomo
considerare che llo 'nfermo
debbia
guarire, tuttavia secondo
la
forteçça.
Et queste sono le
stime et
agregationi
di quello che di necissitade
si
conviene sapere,
et delle cose
pertegnenti
all'
orina secondo le febri.
Ancora le sue significationi
scriverremo altre cose,
ma non secondo ordine né
secondo
continuamento.
Et l'orina ch'è lorda e poco
bella e llo cui
colore è sì come
colore di mosto o d'acqua di
ceci
quando molto si
cuocono,
et in
coloro che ànno le
appostemi
antichi et non
acuti nel
corpo dentro.
Et l'orina simigliante al
siero et alla biacca, significa
che in lei è
marcia et che llo infermo
à piaga inn uno de'
forami dell'orina.
Et l'orina che ssi truova simile
all'acqua che
gocciola dalla
carne ricente quando si
lava, significa ch'è uno poco
di sangue, significa che alcuna
volta delle vene delle
reni sia
fessa.
Et quando nella orina sarà
rena et con questo
paia
turbida, et se questo cotale
che farae questa cotale orina
arà avuta prima
doglia
nelle reni, significa pietre
nelle reni.
Et sse nella orina apparrà
rena et poi
rimossa la
rena
l'orina
parrà molta chiara,
si comincia a generare la pietra
nella viscicha.
Et l'orina turbida che assimiglia
all'orina dell'asina
significa dolore di capo
et
perturbatione d'intelletto.
Et poi quando la febre fia andata
via, l'orina rimarrà
tinta nel
fegato et sarà riscaldamento
o
appostemma.
Et l'orina secondo odore o
secondo
colore o secondo
sustançia
rustica alcuna volta,
se seguita dopo li caldi
apostemi
del corpo et delle parti
dentro o dello infermo, per
lei diviene più leggieri
et la sua
dispositione ne
megliora,
et è cagione della
sua salute.
Et l'orina che è simigliante
all'
olio secondo la sua sustança
et nella cui
superfice et
summitade è grasso, sì come
olio
c'aviene
colla febre
hethica.
Et l'orina nella quale nella
sua
superfice molto grosso
simigliante
all'
olio appare,
significa che il grasso delle
reni si comincia a distruggere
et a
disfare.
Et se nella febre acuta l'orina
parrae
bianca et sottile
et in questa
dispositione
dimora
per molti dì, significherà
che matteçça o paççia
sopraviene allo infermo,
et ancora questa cotale
orina alcuna volta appare
nella febre acuta, quando in
alcuno
membro fia caldo
apostemma.
Et quando l'orina di colui che
ssi lieva d'infermità non ritorna
tosto alla sua
dispositione,
la quale aveva quando
era sano, da temere è che
lla infermità non ritorni
allo infermo.
Et l'orina simigliante al latte
o alla sperma si fia
poca,
manifestamente significa
che
ll'
apolplexia
debbia
venire.
Et se in queste infermitadi
quella cotale orina appaia
molta, significa solutione
e guarito di quelle cotali
infermitadi.
Et l'orina nella quale appaiono
peççuoli di sangue
rapreso et appare nella
febre acuta o mostra
procciana
morte, o per lei lo
calore della febre tosto
anderà via e lla febre fia
più lieve, significa che llo
infermo scamperà.
Et l'orina il cui
colore sempre
pare uno et non si muta
nelle febri, significa malitia
delle reni.
Delle
ypostasi et
sedemi e
residenzie.
La prima
ypostasi overo
residentia nella quale
chiaritade et
ri
splendimento
et
belleçça appare, la
cui simigliança è sì come quello
che appare nelle
ampolle dell'
acqua rosa, ma alcuna volta
lo suo
risplendimento è
maggiore che quello che è
detto in tale maniera, sì come
di peççuoli della
neve
quando l'uno si congiungnie
all'altro, et nel
colore di questa
cotale
ypostasi in qualunque
maniera, sì appare risplendimento
et chiareçça et
radeçça non si truovano nelle
altre cose. Et quando si dibatte
sì ssi
mescola tutta
colla
orina, dalla quale orina
non si turba et non discende
tosto
giuso et molte volte non
discende, et questa cotale superfluitade,
da che questa cotale
superfluitade è nelle
vene la quale noi nominiamo
dinançi.
Et la seconda superfluitade
è turbata, lo cui
colore è
bianco, lo quale né
radeçça
né risplendimento si truova.
Et la terça si è
marcia la quale
alcuna volta è chiusa,
cioè
dispeççata, della quale
quando si muove l'orina
si turba, però che ssi levano in
suso et poi
discendono in
giuso,
colla quale nello uscire
dell'orina si sente arsura
et con essa è reo odore
e
puççolente.
Et la quarta
ypostasi è arenosa,
della quale sono
due
spetie, delle quali l'una somiglia
alla limatura dell'
oro,
advenga che ssia ch'ella
sia più
minuta, la quale
viene et
escie dalle reni.
Et l'altra
ypostasi è quella
che nella quale non si truova
alcuna
glaucitade o
gialleçça, ma il suo
colore
è sì come lo
colore della terra.
Et la
quinta
ypostasi assimiglia
a li peli, e è della generatione
di quelle che ssono
somiglianti alli peli non molto
bianchi, la chui
lungheçça
è minore quando
secondo quantità a li
peli e li
poluti che dalla
stremitade
dell'unghia
insino
al
nodo si truovono
cresciere,
la quale con
ciò sia
cosa che dalle reni venga
niuno male, mostra essere
nel corpo, se non che mostra che
vi abondino
homori
crudi,
a' quali giova medicina
diureticha
et
apritiva.
Et la sesta
ypostasi nella quale
appaiono in
similitudine
di peççuoli di carne i quali escono
e vengono dalle reni,
et se con questo
doglia fu nelle
reni e sse con febre acuta
fieno, significano febre che
faccia grande
nocimento
nel corpo; e sse fia con febre
hethica,
significa la
liquifactione
e llo distruggimento delli
membri sodi e fermi et di
dolori che sono già divenuti
alli
membri sodi e fermi et
di dolori che sono già divenuti
alli
membri et alla loro carne.
Et la septima
ypostasi sì ssi
assimiglia a peççuoli di lenti
iscorticate, la quale significa
superfluitade di
calore
nel
fegato.
Et l'ottava
ypostasi assimiglia
alla
cruscha, la quale
adiviene
spesse volte per la infermità
della viscicha, et
con questa se ella fia così si
sentirà ardore lungamente
perseverante et in
lei non apparrà
calore né
straneo né
febrile et nonn è
morta rimota né dilungata
da
matureçça.
Et alcuna volta
adiviene
per le vene, la quale se
così è
colla febre molta
acuta, il cui
ancora colore
è ancora molto
dilungi da
matureçça di
morte, sì come
noi mostramo.
Morsi di
cani rabbiosi et loro
conoscimento.
El
conoscimento che seguita
del morso di questo cotale
cane rabbioso è giudicato
grandissimo et
fortissmo,
per lo quale
conviene amplificare
et multiplicare
le parole nominando i
segniali
per che questo cotale
si possa conosciere, acciò che
ll'uomo tosto lo
fugha et
tosto l'uccida. Noi diciamo
che questo cotale cane più
spesse volte arrabbia nelli
dì
canicunari et alcuna volta
di verno, lo quale poi
che
ffia
arabbiato non puote
manicare, et se elli vede
l'acqua sì lla
fuggie et alcuna
volta muore
dacché
elli riguarda l'acqua. Et
apre la boccha e mette fuori
la lingua et dalla sua boccha
gocciola humiditade,
et suoi occhi sono rossi come
sangue, et lo suo capo
inchina et
portalo chinato
a tterra, et la coda porta bassa
giuso et
portala tra lle
coscie. Et per diversi movimenti
vagilla, cioè in
qua et in là va come l'uomo
ebro, et vae a tutti
coloro
ch'egli vede et vuogli tutti
mordere. Et ancora non
conoscie lo suo signore, et
tutti gli altri
cani lo
fuggono
et non abbaia se non poco.
Et quando elli
comincia
abbaiare, la sua
voce s'ode
roca, onde quando l'uomo
vederà questi cotali segnali
nel cane incontanente
sì
debbe uccidere o alcuno
di questi segni sì
debbe
l'uomo
fuggire. Et quello
cotale, il quale questo cotale
cane morderà non
extima
nel suo
cominciamento
che quello cotale morso faccia
molto grande male,
ma li rei
accidenti vengono
uno poco poscia, però ch'egli à
paura dell'acqua et non la bee,
ançi quando la vede triema
et
àe angoscia et forse
sì li
fie di
spasimo, et elli
sì muore. Et ancora quando
elli arrabbia, egli
piglia
e morde e
strignie, li huomini
s'aveggono quelli cotali
accidenti chente avengono
del morso del cane rabbioso.
Onde
dacché ttu
conoscerai
il cane c'averà morso
quello cotale huomo, cioè
che in lui sia veruno di
questi cotali segni, tosto soccorri
et metti et poni la
coppetta insul morso et molto
lungamente si sughi
e
schiarifichisi et molto sanghue
se ne tragha; et
poi vi metti suso medicamenti
che allarghino et
che non lascino saldare, sì come
sono bietole et ruta
e cipolle
confette con
bituro.
Et ivi si
debbe porre
suso unghuento che abbia a
ulcerare lo luogo lo quale
è di sugo d'
anaccardi, cioè
di loro licore, et di
pece
liquida,
sì come nel suo capitolo
è nominato. Et se ttu
ardi
et
incuoci il luogo dal
cominciamento
sì tosto chome è
morso, sì fa
giovamento. Et
tu non
debbi porre le
coppette
et fare le
cotture se non
sono
insino alli
tre dì tanto
solamente. Et poi ch'elli fiano
passati alli
tre dì, non dare
faticha allo 'nfermo, però che
'l veleno è già sparto per tutto
il corpo, ma in niuna maniera
non
lasciare saldare la
fedita
et in tale maniera che llo
impiastro de la
eruca et del
bituro, o alcuni di quelli che
noi dicemo, vi poni suso, et
poscia ritorna al perfetto
medicamento
ançi ch'elli chominci
avere paura dell'acqua
non potrà scampare,
et di questi cotali sono che
per una settimana ànno paura
dell'acqua. Et sono altri
che dopo le
due septimane
et altri dopo e
XL dì, et
alcuni sono che dopo
sei mesi
n'ànno paura, et questi sono
quelli che ànno la
complexione
humidissima. Nel
cominciamento del
medicamento
comincia con pamento
com pilole et
colle
medicine nominate nel
capitolo della malinconia.
E lli guardi e lli rege con quello
medesimo
reggimento
delli cibi et del
bagno et
da'
loro bere latte et vino temperato
coll'acqua, et studia
che ellino ingrassino, sì come
noi diremo nel capitolo della
malinconia et fa' più
ampia
et più
larga la loro vita et
la loro
dieta
colla carne et
col vino et con le
confectioni
fatte col
mele, et ancora
comanda loro che dormano
assai et si
rallegrino et stiano
in
riposo. Et alla perfine
li guarda e reggi con quello
reggimento
di
coloro che ànno
malinconia, et da' loro bere
la medicina di
Galieno.
Tolli granchi di
fiume et
mettili nella
pentola nel
forno
et tanto s'ardano che ssi
possano
pestare et guarda
ch'elli non si
pestino troppo, et
di questa polvere prendi parti
dieci e d'oncenso parte
I.a,
et poi li
pesta insieme et poi
li riponi. Et quando
fie mestiere
dianne allo infermo onni
mattina et omni sera
coll'
acqua
frescha a bere
d
. II.
Et quelli dì che ttu non
dai medicina
lassativa, questo
debbe
fare molti
die. Et
Galieno
raconta ch'elli non
vidde anche niuno ch'elli
avesse paura dell'acqua
poi ch'elli avesse preso alcuna
cosa di questa medicina,
et poi che elli fia spaventato
dell'acqua appena
ch'
egli
ghuarischa giamai.
Et advenga che noi
abbiamo
poi in lui piccola sperança,
sì 'l mettiamo in luogo fresco,
et
ingegniati chome nella
sua bocca tu metta lungo
conio et poscia in luogho
obscuro che no· llo possa vedere,
sì lli vi metti dell'acqua êllo
suo capo e tutto il corpo
infondi con
olio rosato et
immollalo,
et poi li fa'
cristeo chon
acqua d'
orço et con
olio rosato
et con sugo silio et con
sugo di
porcellana et di simili
cose acciò che lla sua
sete
si mitichi
.
Et noi avemo inn uno spedale
uno il quale aveva morso
il cane rabbioso il quale
la notte abbaiava, et viddi
ch'elli non aveva paura dell'acqua
che lli si
dava, ançi la
dimandava
et si lamentava
della forte
sete. Et quando
noi li
davamo l'acqua elli
la
vomicava et diceva che
v'era dentro lordura et
fracidume,
et quando noi lo
dimandavamo che lordura
vi fosse, diceva chi v'erano
dentro budella di cane, cioè
di cane et di
gatte, et sì cci pregava
che noi li portassimo
altra acqua. Et quando noi
gli avemo portata altra acqua,
sì diceva come prima
e
litigava con noi et si
crucciava
et
pregavaci,
adoravaci
per Idii che noi li
dessimo altra
acqua che fosse bona e netta.
Et medici d'una
septa d'Ipro
dissono che sse il cane morderà
alcuno et elli non sappia
s'elli è
arabbiato o no, prenda
uno peçço di pane et
intingalo nel sangue che
uscì del morso, et
dialo a uno
cane, cioè a uno altro cane,
et s'elli lo mangia, sappiate
che quello cane nonn
è
arrabbiato, o elli li faccia
uno impiastro di
noci
peste
et
pongavele suso et
lascile stare così fasciato una
notte, et poi lo
gipta
al
gallo o alla gallina molto
affamata, però che sse il
cane fu rabbioso no· llo
beccherà,
et s'elli il
beccha sì ssi
troverrà morto poi la
mattina. Onde quando
questi cotali segni
appariranno,
allora incontanente
la ferita et il morso si
debbe allargare
colla medicina
che noi nominiamo,
et se nno, sì lla
dobbiamo chiudere
et saldare.
Pillole della malinconia.
Pillole che mandano
fuori la malinconia:
R
ecipe epitimo d'
orto
d
. XX,
polipodio,
agarico an
. d
. X,
elebro nero et
sale
indo an
.
d
. V,
isticados
d
. VII, polvere
de
pigam
d
. XV et prendane
d
. III. Queste pillole
si fanno per
coloro che non
possono prendere la
edicotione
dello
epitio. Et nota
che nelli dì che llo infermo si riposa,
cioè nelli dì ch'elli mette
in mezzo tra
ll'una volta
e l'altra che ssi purga, sì
dé
prendere del
lattovario che
è chiamato
litificans il quale
si fa così:
R
ecipe
melissia, scorça di
cederno,
garofani,
gallia
muscata,
mastice,
gruogo orientale,
cenamo,
noce
muscade,
cardamone,
vebenich,
ben biancho
.i. fiori che
ssomigliano
alla
mace, e rosso et
çedovaria
de ronici, seme di
bassilico
magiore, seme di
bassilico
garofanato, di tutti
an
. et
moscato quanto è
la
decima parte dell'uno
delli sopradetti. Et poi si prendano
XX mirabolani
chebuli
et delli
mirabolani
embrici
XXX e ssi
pestino e ssi
chuochino
in libre
III d'acqua
dolce, et tanto si
chuochano
che torni a una libra,
et
colati, nella
colatura si
metta libre
I.a di
mele
schiumato,
et poscia bolla
tanto che
ll'acqua sia consumata,
et poi con questo
mele
si
confettino le dette spetie,
lo quale
mele sia a
peso
tre tanti che lle spetie,
del quale
lattovario quando
è bisognio se ne
debbia
prendere quanto è una
avillana.
Et questo cotale
medicamento
adopera e fa letiçia
et
allegreçça et fa bello
colore
et fa bello smaltire
et ritarda lo
'ncanutire
e lla vecchieçça.
A ffare ingrassare cibi sono
questi:
Carne di cavretto, di
castrone,
di gallina et pane
di buono grano et bene
stacciato, et il pane che
nonn è bene netto e di male
grano et nonn è stagionato
in niuna maniera è.