+ Al nome di Dio, amen. Dì XIIII.o magio 1386.
Egli à più dì ch'io non vi scrissi, l'una perché istretto bisognio non era, l'altra
perché un pocho sono duro a la piuma. Aviate perdono, perché a me è male
vecchio.
In questo tempo ò aute II vostre pichole lettere, a le quali pichola risposta
achade.
Visto ò per la prima vostra chome da Firenze savate per essare subito a Pisa.
(E) di poi per la seconda, fatta in Pisa, ò visto chome là sete stato (e) chome
savate per ire a Firenze, (e) subito apresso feste essare a Pisa, (e) che con Matteo
niente fatto né conferito avavate, ma che a tornata a tutto dareste buon fine. (E)
chosì so' certo arete di poi seguito, (e) a me sare' gran piacere chosì fosse suto,
però che, chome per altra vi dissi, questi denari non so' miei; anzi son d'um
mio chompare, chome per altra vi dissi, il quale vuole ora andare oltramare (e) vuole
avere detti denari, che ragione n'à però che per uno anno gli mi prestò. Sì che
a me è forza d'avere o di questi o d'altri di che possa a lui sodisfare or, sì che vedete
chome la chosa vae.
Di che io medesimo non so che mi fare, (e) pure penso donde avere gli possa,
per fare il dovere a l'amicho, (e) chosì pensando, sto in pensiero (e) grande, l'una
perché io non li fo il dovere, l'altra perché io pensava pure che a vostra venuta a
Pisa faceste o pocho o asai con Matteo d'Antonio. (E) vedendo che niente avete
fatto, sto stupefatto, però che il tempo era al fatto o vero bisognio mio tutto
scharso, però che fino a dì XXIIII.o febraio lil dovia rendare. Ora egli è pure chosì,
(e) altro non si può. Vegniamo a' rimedi.
Sichondo ch'io ò lettera da Ghino mio fratello da Siena, esso à alchuno
denaio, quasi la somma a me bisognia, (e) niente ne fa. Per che io mi so' avisato
d'averli chon buono modo, sì che non si avegha della malizia mia, (e) viene
troppo bene a punto, però ch'io ò da lui che è per fare alchuna chosa d'alchuna
nostra possesione, cioè di canbio, a che aremo denaio oltra a la posesione che
pigliaremo.
D'altra parte, di marzo passato arse una chasa presso a la nostra dove abitiamo,
dove stava uno che ce ne dava f. XVI l'ano, che valia f. CCC o più, e arse per sua
difalta, il di che chonviene n'abiamo amenda. Esso dice che non, il perché piato
ne seghue, (e) grande. D'altra parte ogni nostro fatto va a stracciasaccho, chome
pensare potete delle chose che per donne si guidano, però che mio fratello è pure
stato di fuore, chome sapete, (e) tutto à guidato nostra madre. E ora, quando
chominciava Ghino a seguire ogni nostro fatto, è di bisognio vada di fuore ben lungi,
il perché, computate queste (e) molte altre chagioni, a me sare' di gran bisognio
abocharmi co· lui a chasa (e) dare ordine a molte chose che senza me fare non si
possono né per lettera no· le vi posso dire, (e) alzì per essare chon lui, però che
di XII anni nol penso più vedere, né lui, perché di fuore va per un pezzone, gli altri
nostri perché non so se più vi tornarò. Dio ne facci il meglio di me (e) di loro!
D'altra parte io are' bisognio con voi aboccharmi un pocho, per Dio. Bisogni
asai mi stringhono a l'essare chostì per XV dì; e alzì per risolvare a Firenze ogni
mia chosa con le rede di Nofri. Or questa è la minore, però che per vostra
chortesia a voi lasciare' ogni charicho, (e) penso tutto are' buon fine.
Ma ogni chosa computato, a me è per le chose dettovi bisognio essare chostì
per XV dì senza fare ristata nessuna, ma subito tornare, per che vi vo
charamente preghare che voi mi siate abile in questo, però che al presente si
fa pochisimo, e spezialmente la state, chome sapete, e quasi non potre' andare in
tempo di meno disturbo che ora però che ora siamo ben forniti (e) pocho si vende,
(e) a mia tornata aranno aghottato della roba che ora ce n'è. A mia tornata, che farò
per terra, farò il camino di Milano e darò ordine a quanto bisognio farà, che fia
sullo aghosto. Or io non vi potre' troppo preghare che mi siate abile di questo,
ché penso che sì sarete; e per aventura, essendo con voi, arete chara mia venuta,
e questo non dotto punto.
Io vi dissi chome a gienaio facemo e ragionamenti, (e) di poi è suto Tieri a
Milano, venendo di chostì (e) là à fornito quanto bisognio ci facia benissimo
sichondo gli altri; (e) di poi è qui tornato e facisi pochisimo, il perché aviamo
mandate alchune chosette a Barzalona, di che la più parte son già vendute. E pure
non è che qui non si venda la parte nostra. Facciàla a la chastellana, che dice
"passa tempo e aspettiamo vendemia". Idio la mandi! Saremo un di noi ito in
Chatelognia, se 'l fatto di Chastella fosse andato inanzi, ma le chose vanno molto
frede perché non venghono denari. Provedracci Idio in altro.
Biagio (e) Guido fieno stati chostì (e) fieno suti con voi (e) da lloro arete
sentito l'essare del paese (e) chome ci vanno le chose, e forse ancho de l'altre
partichulari; e pregiatele sicondo il valore. Dio dia loro bene a fare!
Di Iachopo del Nero vi dissi per altra quanto fu bisognio, (e) simile per
Buonansegnia (e) Stoldo ne sarete troppo informato. Favi M torti (e) M chose mal
fatte, (e) tutto bisognia passare. Richordivi della favola d'Isopo, di cholui che
rischaldò il serpente e esso il volle poi mordare. Sarete per lo inanzi avisato
di simili chose (e) a le vostre spese, ché più di 60 f. mi fa meno a l'aqua. Idio il
paghi, ché guadagniato l'à! Altro non si può. El pasato amaestra l'avenire.
Filippo si porta benissimo fino a qui, (e) simile gli altri II fanciulli. Non pare
il fatto del ser, cioè del parente. Se esso no· llo disturba, sarà buon fanciullo.
Che seguirà saprete.
Io non mi stendo in dirvi d'altre chose di qui, perché so che da
Buonansegnia ne sarete a pieno informato, (e) alzì perch'io penso essare a voi
presso tosto con vostra licenzia.
Chotesti miei fatti vi rachomando quanto posso, bene non penso bisogni. Òvi
informato di quanto a fare n'avete per altra, ma solo vi richordo il bisognio mio.
E f. 9 (e) s. [***] vi mandai a ricevere sul testamento, mai non diceste se
auti gli avete. Ditelo per la prima. E se auti non fosseno, fate d'averli (e)
rispondete.
Stoldo fia subito a chamino (e) per lui vi scrivarò quanto fia bisognio.
Atendarò la risposta vostra di questa, però che vorre' essare chostì anzi Stoldo
tornasse di qua, per essare chon voi (e) con lui.
Altro non so che dirvi, se non darvi tedio a legiare, se non che Idio
lungamente vi ghuardi!
El vostro Andrea di Bartalomeo vi si rachomanda di Vignione.
[indirizzo:] Francescho di Marcho da Prato in Pisa, propio. A.
[mano non identificata; data di ricevimento:] 1386, da Vignone, dì 28 di magio.
Risposto.