Dell'andata da
al
Venevi la
e chon
Nella
quando tolse l'atro, che torebe anche questo; dice non è vero ch'egli
ci promise mai di tô
tolgha quella gli piace, non ò voluta avere novele cho' lui perch'è
il meglo; l'atra
Dello
e ànomela mandata: faròne quello ch'io debo; e più c'ène la fanculla
dello
quand'ella vuole. Iersera la teni a
se quegli che ti sai menano righoglio d'esere de'
la fancula del
"Io sono de'
"Io no' sono di nulla".
Dell'
e noi n'abiamo
restonegli 4
A
il più tosto che può; per ichora no' ce l'à arechate, quando l'arecherà
ne teremo que' modi dine.
chol
avere di
I
tutto. I
Delle 100
avisami se vuogli ch'io gle dia.
De'
di meno io ne ragonerò chon chi mi parà.
A
leverà subito.
E'
Disi a
auti.
I' òne favelato a
La
che ghoverno ci aràne fatto. De'
no' te ne manderò.
Io ti mando una
più: farone e manderotene, e più ti mando le
Dice mona
si può, che voi ne fac
Avavamo fatto
venise, perché parve a
bisogno perché le s'ène, ughuano, trato due volte; è paruto a
Le
di
Il
mandati la
E'
La
paràne di tramutala, sì la tramuterò.
Del venire chostà aspeto te, e di quello ti chontenterai, quello
faremo.
ci vengho un dì e dirògli quanto mi dine di quello
gallo chome
La lettera d'
volese fare risposta la ci mandase, e più feci dare la lettera andava
a
Per chag
e perché ttu avesi le
poscia in qua.
farole rizare a lato a quelle, quando verai le vedrai.
chostà. Salutami
voglia di vedegli inazi fosono andati. Salutami
Altro no' dicho. Idio ti ghuardi.
per la
1394 Da
Risposto.