Di poi che 'l
avemo una tua lettera, la quale m'à data molta manichonia, perché
vegho te esere chon tanta manichonia; bench'io no' sapia bene la
chagone, ma sia che si vogla, perché piglala per modo che tti faca
male per l'anima e per lo chorpo? Ma perché no' fai tue di questo
e dell'artre chose, chome tu ne di' che faresti de'
n'avesi, ché di' che, se Idio te li toglese, rimarestine chosì per
chontento? Se noi rimettesimo i' lui ogni nostro fatto e di c
che avenise fosimo chontenti, non aremo delle pasioni che noi
abiamo. Se noi pensasimo alla morte e quanto ci s'à a stare pocho
in questo mondo, no' ci daremo tante pene quante ci diamo e lasceremoci
ghovernare a Lui e di tutto rimaremo per chontento:
dispiace tropo a Dio chi si schognosce! Richordati di que'
ttu legi quando sène qua e non ti darai tanta pena quanto tu tti
dai; no' credo che sia né uomo né femina che se n'abia a dare meno
di noi, perché abiamo molte grazie riceute da Dio e non abiamo
charicho niuno delle chose di questo mondo: queste sono grazie
no' chonosc
pure che noi siamo pacienti d'alchuna choseta che può adivenire.
Pensiamo a quegli ch'anno a portare di grandi pesi e no'
gli posono fugire, rimettiamo i
Lui dell'avere e dalle persone ciò ch'è di suo piacere, e chi questo
facese non arebe tante pene.
Rachomandami a
e pensate a fare bella la festa. Idio ti ghuardi senpre.
per la
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