In
Ebi vostra letera a dì VIIII di
de le cosse intrevenute e che sono al presente in questa nostra
diffecto e mancamento de li rei homini, li quali soperchono e avanzano li
buoni. Digo che la
alcuni, li quali andarono a li quatro
autre v'ò scripto, per mantenere et far fare raxone. E tra li autri uno chiamato
de la
parole. Unde come questo con li soi compagni avesse tratato o noe, no sautò
la tera su le
e uno autro ne restò preisso. No ve posso scripver per cernia de migiore più
ordinatamenti come ve scripvo, ma voi come savio decernerete la verità.
Unde, essendo questi quatro de fuori, ragunaronsi con autra gente et
veniavano fino a le porte et tarfiata n'entravan dentro alcuno di loro.
Unde ogni
ardissevano fare justixia de lo quinto che fo preyso, e fexeno monti et monti
provedere ne la sarvacione de la tera. Unde, facti questi quatro, la note
vegnando che foe a dodexe jorni de questo
jorno, questi insiti fuori, con meno de homini cinquanta, su la meza note
niuno inpaiho, e andarono per la
che reebono quelo lor
de lo
no la vole prendere. Che se sia o che no, niuno no intra in lo
seguitato apresso che certe male persone, chi per vendicare soe vendete, chi
per otragiare lo so vexino o chi per uno modo o per uno autro, sono iti per la
tera faciando alcunno homicidio e alcunna autra injuria. E a me è stato voluto
fare despiaxere e darme morte, ma, come a Dio è piaxuto, no perchè degno ne
fosse, ma per respeto de la mia masnada, sì me ne fexe acorto, e rechiuximi in
sempre stato e ancora sono; niente di meno, per cernia de meiho, m'è
convenuto trabutare
longa andata li farano mal prode o sia da Dio o sia da la gente de lo mondo.
È seguitato apresso che questi nostri
diavoli de l'inferno, tra loro sono venuti a discordia, e combaterono uno jorno
passato disnare tanfino a le
sete, e monti feriti ne furono. E quela sera fexeno trega per l'autro jorno, il
quale jorno fo
Credo senza niuno falo che ancora le cosse verano a briga e a darse l'uno a
l'autro per tar modo che punirano le lor pecate, perchè sono queste sete quele
le quali potrebono aver dato e darebono bono stato a la
E sono aora partiti tra doe septe quelo che solevano essere cinque et sei, sichè
restano a una seta
doi autri con
reducto in una autra
la
etade de
ò poghi
maschi sì n'òe trei, sichè in soma ò cinque maschi et tree femine.
Vorei volentera che Domenedio in me e in loro tuti inseme metesse fino, chè
quanto e' sono cognosente, che questa nostra
bruxiata et argarata, perzò che no ve regna salvo demonii de l'inferno, e da
Dio è jastemata, e mie no mi posso partire de
per che me convene stare a vedere, e vorei innanti no vedere ca vedere tanta
tribulacione quanto me pare debia vedere. No so al presente autro che dire. De
lo vostro venire, ponetegli fine a no devere qui venire. Facta in despiaxere e
con grande dolore. Christe ora e sempre ve guardi et salvi l'anima e lo corpo.
Recomandatemi ad
Facta a dì XXI de
XVI. Questo propio jorno de vinti jorni sono intrati li
potrano regere o no. Credo che questo stato nuovo facto farà come li autri,
perchè no potrae fare noma come vorano li mali e pessimi homini; e sono tuti
homini populari
a la jornata. No è stato autro possa de novo per monta nieva e male tempo
che è stato e ancora è. Credo che sia per lo migiore; e io no sono ancora insito
fora di