Per
chagione ch'io ti fo questa ène che
chostà: mandoti diciotto
ch'io ebi da
chomiciano a venire.
ch'io gle levi qua o vogli mandagliele di chostà.
Del fatto del
che
quello suo
sanza nulla: penso che
Intesi bene che il
e mandase la
al
o a uno altro? Io ne penso che, se sapese niuna chattività, che le
'sengnase, che il magore piacere ch'egli avese si sarebe che v'entrase
uno tristo che 'l chavase di biasimo. Se questo
mio, faregli dare chonmiato di buon'otta innazi che ttu ci mandasi
in qua persono e no' righardare a'
None isperare mai d'averne niuno! Sarebe buono fatto, quando
avesi trovato il
a tenere di dare chomiato al
Òne sentito che il
esere venuto a te, ché qualche chosa deba avere sentito, però fa
d'avisarmi di tutto; penso che, s'egli arà saputo bene dire che
tune gle lascerai anchora uno pezo, sarebe altrui anchora più onore
a tenelo chiuso e, quanto più istarà, pegio sarà per te e pe' lui,
poscia che no' si manucha del
che se ne mena ora asai. Vorei che la
Altro no' dicho. Idio ti ghuardi. Saluta da mia parte chi ti
pare.
per la