a 'ltrui. La cagione è stata ch'io non sapeva ben che, però che sono stato tra
diversi pensieri e non ne sapeva prendere partito. I' ò grande voglia di
venire di costà, non per stare ma per vedere i e ordinar
i miei facti, e poi menarne di qua l'
sono da tucti amici sconsigliato e sì per lo
spesa del venire e per la donna che in questo tempo non
niente, ma perderebbonsi tre o quatro
per te costà si potesse satisfare a quello è di bisongno ne' miei facti, non
passerei di costà questo
Mandoti in questa la seconda lectera a
d'e perdonami non gli ò mandato prima perché
occupato in fatti di
che fu di
e
capitare e e truovo
spesi per me tra miei e
e di questi cento che ti mando n'
come vedrai nella sua
Molto m'allegro abbi maritata l'
- lodato ne sia Idio! - come che lla spesa ci sia paruta grande secondo a tua
possibilità. Inscrescemi io non sono questo
sai per molte spese di costà e di qua ocorse. Pregoti che ti conforti e
non dubitate che quello non s'è potuto fare a questa a tempo, se Dio ci fa sani,
faremo ne l'altre, ché spero in Dio di potere perché di dì in dì aquisto più
honore e utile. In verità molto mi piace questo e piaccia a
Dio sia sempre pace di loro e di noi! Ad e
saluta per mia parte.
Sono contento di quello è piaciuto a Dio, cioè di cavare il fanciullo delle
sue tante pene e la
sciolt'a potere venire di qua, che a vita del fanciullo non poteva. Di tucto sia
lodato Idio!
Come tu sai, i' sono stato duo
donasse buona cosa, non strei un altro inperò io sto male e mal contento
sança lei e ella sança me. Non tanto per avere figliuoli, de' quali ò pocha
voglia, pensando lo stento ò lor veduto fare, e forse quel dolore fu grande
cagione io diliberai partirmi di costà, ma perché viva contenta meco e io
con lei com'è dovuto, sì che ad me
mio, ò detto di sopra quanto danno me ne seguita in tucta questa e
meno danno arei a venire all'altunno e starvi di costà poi il e
fare i fatti m'ài scripto io v'ò a fare. Et se si potessono per te fare e
ordinare la donna venisse qua colle fanciulle per mare, ad me sarebbe più
aconcio. Et pertanto è bisongno pigliare de' due partiti l'uno. Prima che,
potendo far voi sança venire io, voi ordiniate prima ad venire dell'
e E io ò scripto a
se qua per lui avesse qualche e colla
sua persona, e tucti mi dicono questi
aconciarlo, non essendoci, ma che venga e vegia le e ' fatti
d'altri e altre vedrà i suoi; et la venuta fosse per mare; e forse
verebbe a punto avere buona compangnia inperò che
molto mio amico dee venire a e dicemi ne vuole menare di
qua la donna sua e quella d'un suo
sta intra due farne venire la sua. Et faciendo questo, si vogliono
e terre il me' che ssi può et
magiore e 'l e la e e altri
e mandare qua, et tucte
altre cose,
e rispondimine, e io ne scrivo a on
Al fatto della divisione di
questo nmaritare
la fanciulla à bisongnio, son contento delle terre abiamo a comune
quella parte ch'è a bastança o npegni, sì che per questo non si lasci,
e l'
e di questo ne scriverò ad lui.
Per altra mi scripxi tu operassi l'e di
e
se tu non ne se' agiato,
tucti miei bisongni, cioè da e io nel pregho in una lectera
ch'io gli scrivo.
Apresso ti scripxi ch'io dubitava non avere perduta la mia bibia inperò
non venne qua cogl'altri e l'
Dubito non fosse furata quando s'apersono i
Avisamene, se ne sai nulla.
All'aconciare di
sarà nelle sue mani sì ch'ella ne potrà prendere poco o assai, come le piacerà,
inmentre rimane costà; secondo la possibilità ch'òne ne pigli. Grande pena m'è
quando penso sopra quel che in una tua lectera mi scrivi, che lla
non à a bastança di che viva, ed è sança spesa alcuna a comune. Sì che, s'io
venisse, co· me strebbeno molto peggio. Io so ella è di
mai a' e s'ella patisse necessità
di nulla, ne sarei mal contento e non voglio. E però
volgi
prenda quello che lla benedetta e oltra
quello vuole in e
così scriverò all'E questo per altra gli
aveva scripto, e più son contento abbia necessità mia
nella sua infermità il dì dinançi ch'io venisse qua, sì che credo
le dirà nulla.
Da poi mi scrivi per altra com'è fatta
honore, ma dubito ela non abbia troppa fatica o solicitudine e pensieri. E
però dille prenda la cosa in forma ella possa durare. Io le scriverò una letera.
e quando era per venire di costà, disse che più tosto si rimarebbe meco,
e io lo ripresi com patto, in quanto non facesse
e così fu
contento. Io vegio che 'l male si potrà digrossare e ritrarsi a cuore niuno.
Di
bene o di spiciarsi di qua e poi tornare di costà et torre donna e stare
come huomo, o veramente sciogliersi da e tornare e far qualche
utile. Io credetti tornasse con questi due
Di' alla e trovarmi con lei, e forse
Idio tosto il e dille buon'astrugha le fia, al
modo di qua. Salutata
e tucti
Del facto t'ò scripto del venire della
ch'io non so· disposto a star più così in niuno modo. Io sto male e con
ispesa assai di costà e di qua. Et se pur fia di bisongno io venga, verò.
Idio sia guardia di te!
Per lo tuo
io