intorniato e inlacciato da mille
sacchi d'avvisi e di malizie perchè i lor fatti non si
possino vedere; ripieno di mille sollicitudini per aver
da lor terreni, per recare onore e per ispacciarmi: e ancor
perche noi siamo iti di poggio in poggio, per vie maladette,
peggio che gli scogli di
per far più tosto. Ora, lodato Dio, siamo giunti in
luogo piacevole e di riposo, che mi pare esser a
ove speriamo darci qualche diporto: e penso, Domino
concedente, esser costà a mezzo il
perchè 'l serbava al suo amico Francesco.
Credo m'areste scritto qualche volta, ma non sapete dove mi
sia.
Di
il bene dell'anima sua; chè ogni fatica per altro è indarno:
e voi, grazia di Dio, ve ne siete avveduto in parte.
El vostro
pensiero che di me; chè di me son tanti che l'hanno, ch'a me
non bisogna. Diconmi questi
quartato com'egli dovrebbe.
A
non ho pensieri, essendo voi a
dire, che m'è detto ch'io son sì ingrassato ch'io n'ho
vergogna, e non so perchè: ma l'arie e il camminare a
picciole giornate mi fanno bene. Degli
chè non vi sto sì male, ch'io no ne stia meglio ch'a
Nostro Signore ci
operando bene, ritorniamo alla patria, per la qual vedere qui
siamo pellegrini. E questa è sofficientissima cagione a farvi
costante e forte per modo, che di cosa che v'avvenga non vi
turbiate mai, nè vi partiate mai dalla memoria dello brieve
spazio ch'abbiamo.