giunto, che ne dee recare anche, secondo che dite. La
de' fatti di
saputo da molti per che via n'uscìo. Or tenete sia per lo meglio,
più sicurtà ne' fatti vostri: e se così tenere v'è malagevole, per la natura
ch'è dura a rivolgere, ingegnatevi vincere per umiltà e per amor di Dio,
da cui avete auti molti beni in vita vostra; che ci comanda, che d'ogni
cosa ci avviene, il ringraziamo. Spesso beiamo mele, e parci veleno;
spesso veleno, e parci dolcissimo sapore. Nol dico tanto per
da lui penso arete vostro dovere, quanto per ogni caso sinistro, che vi
potesse dispiacere. E certo, avendo a morire, ella è somma pazzia la
nostra a tanto dolerci delle cose ch'avvengono: e io vi incappo più
ch'altre. Bene ho certe volte da Dio buona grazia di conoscere queste
cose: ma io me le lascio, pe' difetti miei, troppo spesso uscir di mano. E
se giovanezza e senno non vengono insieme, come voi ottimamente
diceste; almeno dee venire il senno con noi vecchi, che siamo più certi
esser presso a fare il transito nostro, che i giovani; e dovremmo non mai
altro pensare che di mutare natura, e appressarci a quegli eterni beni,
acciò che al capezzale non siamo gabbati. Voi mi dite ch'io v'ammonisco
del vero: ma non v'avvedete de' grandi ammonimenti date a me, che gli
ho carissimi. Iddio m'aiuti tenergli. Ma al vostro stato grande si richiede
gran senno, come a gran
lenzuolo da
voi foste quando feci il
tutto forte, a credere il vero; io mi starei con voi uno
parola forse. E colla penna troncaremmo mille faccenduzze che
v'uccidono, ad altrui commettendole; o per altro modo ve le levarei
dinanzi, e rimarreste libero nell'animo, e onorevole a Dio
so rimedio, se non volgere l'occhio a Dio; e in lui pigliate confidanza, e
speranza tutta piena: e egli v'aitarà, se così farete vivendo tutta volta
bene e virtuosamente; e alluminarà il vostro intelletto pieno di nebbie e
di tribulazioni, in che siete per le troppe terrene cose in ch'avete messe
le mani.
Del mio
acqua o
come pensaremo sia bene. Io ve lo serbo. A
ora quello. Sostegnallo; chè se pur dar lo vorrete, vorrassi dare fuori del
giustizia; come sarebbe
amici, o un altro, ec
Ho inteso quanto dite di fare iscuse a costoro: che diciotto
vedeste
fatti di
dir bene, al modo e alla costuma nostra: il perchè di presente si
piegarono, e tutti per voi parlarono; e però n'uscì che la lettera andasse
secondo ch'io la dettassi: la quale or m'avete rimandata. De' fatti di
termine, non perderete.
Questi
vi debbono richiedere della verità delle vostre
albitrate avere in
Credo nol sappiate, e però nol potete dire. Ma ben dite, che a
veduti. E dite non troppo lungo: e conchiudete, che piaccia loro,
salvando sempre il loro onore e le lor conscienzie, che e' vogliano
trattarvi sì che voi torniate a morire a
sepultura, e isparta qua la vostra
che Dio vi metterà in animo; e già v'avete bene l'occhio, perchè vi
vedete invecchiare, e non esser più sano come solavate. Cristo vi
guardi. E non vi scordi dir qualche cosa a monna
paia ch'io l'abbi dimenticata: che certo, per vostro amore, mai non
potrei dimenticarla. -