In
Ebi vostra letera a die XXVII de
de
ogni cossa in voi solo. Vorei volentieri che
qua con noi alquanti jorni, et con lui raxonerea sifatamenti che elo da mie se
partirae contento, e no vorei andasse inpiandose il capo de grili o sia de cigale,
e sì è male consigiato. Sono deliberato che da mie no venga il torto.
Scripverogi che venga, e ancora scripvo ad
tempo e per tera e per mare, sichè potrano securamenti venire.
Scripvete a uno
videlicet sopra li fati de
facta a die XXVII de
questa forma sopra ' fati de
parte d'alcuna materia che voi mi scripvete si vorebe fare, cioè dire de boca
piutosto ca per letere, che serebe più honesto. Dite apresso: lo dito
dose a mie de la materia che voi me scripvesti, e io gi dissi mio parere; egi è
bene deposto, et cet
che
dolesse de lo dicto
voi scripvere, ma io con segurtà a voi scripvo volentieri.
aportato
voi et voi con lui, e cossì piaqua a Dio che sia.
Io no so se me venga fato dovere andare in uno honorevile
Chiamasse la tera Diano: è tera
et de lo civile, e mena
fare ne le
ogni cosa per lo migiore.
caro che
bisognase fare a
farà donaxone de lo suo a uno
donaxone al
a Dio, come è la persona la quale receva beneficio da uno autro et siane pieno
de ingratitudine e de superbia, e volere rendere male per bene. Guardese che
Idio li facia che lo pentire no li varae possa niente.
Il nostro
Quando sia l'ora, Idio la facia buona. Io ò grande afano de darve tanta briga, e
con segurtae lo foe, e necessitade me costringe. Pregovi mandiate a
Per