Ricevetti tua lettera ieri e per facenda non ti rispuosi. Elgl'è vero
ch'io ti mandai a dire che tue metési in punto le chose di
fatto a tuo podere. Quello non si puote fare rimangha, dillo a quello
piccholo
enterebe in
È bene mia intenzione che lla
fare il
saremo a
poi ci posiamo posare: tu vedi come le cose vanno.
è forse morto, o in quelle mene. Ogi v'è ito il
iersera venne da
I' òe detto a
istà, e potrà esere ch'io v'andrò insino lasùe, o io verò di chostà, o io
andrò di qua e tornerò di chostà.
ò di qua, sarò chostà a desinare. Credetti venirvi chon
e menare
eso noi 2 o 3 dì, poi t'arebono fatto chonpangna. Ora la chosa è que
credo venire solo io, que lascierò la
bene a punto tanto che noi vengnamo qua: òlle detto ogi e datole
dello
Se tue non ti chontenti di stare sanza me, chosì foe io di stare
sanza te: chonviensi fare chosì alchuna volta per lo meglo insino a
tanto che no siamo pùe in ordine che ora non siamo, che sarà tosto se
piace a Dio.
Volsi avere a riguardo quelli che per poverttà non posono istare
l'uno dov'è l'altro e vanno tapinando per lo mondo chome fae i lupo
per la fame!
Tutti i
bene.
Il
dice
pocho fa e nn'è lieta perché è uscito delle pene di questo mondo.
La lettera tua mandai a
da sedere: cerchano d'una altra che fóse
trovare, e' saranno di tutto male serviti. Piacemi la
Òe aute lettere da
tropo soli.
Monna
matina, prochacio a spaciarmi; ma i' òe a fare pùe chose ed òe achonca
la
dicho altro: che Idio ti guardi.
Dòmi meravilgla che per la tua lettera no m'ài detto nulla della
a
per