Ier vi scrissi e, per non trovare per chui mandare, ve le mando
chon questa: provedete bene quanto vi scrivo e a vostro podere fate
quanto io vi scrivo.
E prima che altro io vi dicha t'aviso chome i' òe promesso a
di prestargli la
insino a
all'auta di questa, manda per
fargli
niuna altra chosa fare o
bene io e forse sarà il melglo che io provègia qua io de'
dello
perché non si vole
esere ch'io ti manderò ogi
facca quello sarà di bisongno; e manderotti pareche
e per quelle di
E richòrdati di mandare chon esa la
e
meno al
Io ti mando 40
fanculla di
e manda loro la loro partte, chome a tte pare, delle
tre
achóra non ti pare tenpo, fae tenere serato il
di versso la
Io foe
vengha qua, chome a tte piacerà; e po' metti in ordine la
quello a tte pare sia di bisongno, chome ch'io credo essere chostì
tosto e a boccha ne parleremo tue ed io e, sechondo ti parà, chosì ne
faremo. Che Dio ci dea grazia di fare quello che 'l melglo debe esere
in ongni chosa che abiàno a fare.
Della andata di
di' chi venne techo: àmelo detto di partte
Dinmi se lla
m'aresti detto: dinmi se llele facesti asapere.
Delle
ch'elle non si tóchino, vo'ne vedere la pruova. Fae venire le
da
iscrivere le
n'entra di quelle nella
recheràno la
De'
none inpacino la
puoi, una
una altra volta ch'abi melglo il modo. Fanne chome ti pare: in te la
punto e bene serata, per vedere la pruova a punto.
Le lette
dare, e
bene accò che siano bene in punto quando qua veràno; puòlgli
tenere al
l'uno, gli altri meni
in sue le
accò che no si végano. Provedi bene a tutto chome ti pare.
Di
fallì uno altro
di
uanno a uno modo. Guardici Idio di pegio s'elgl'è di suo piacere:
meritiàno questo e pegio per gli nostri pechati.
Fae di provedere bene queste lettere di fàrleti bene lègere pùe
volte a cò che tue intenda bene: il
Idio ti guardi.
Rachomandami a
pare.
per
Monna
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