Al nome di Dio, a dì xxv di febraio 1400
A dì 23 di questo, per la via di Roma, per le mani de' nostri, vi scrivemo a conpimento
e risposto a una vostra avamo avuta, fatta a dì 29 di giennaio; poi nonn abiamo vostra,
e per questa v'abiamo mancho a dire. Rispondete.
E' s. 31 d. 3 era diferenza da voi a noi a le nostre partite, abiamo visto sono per
senseria e providigione, e a vostro li abiamo posti. Dicemovi che ancho s. 5 trovavamo
d'errore a nostro danno, cioè che noi v'abiamo a debitore di lb. 214 per f. 167 s. - d. 6
traesti a' nostri di Firenze ne' vostri e a creditore v'abiamo di di lb. 213 s. 15 vi traemo
più fa i messere Caccanemicho e Ghaleazo Salvagi, che di queste 2 partite niente mettete
nè fate menzione, sì che provedete e a nostro conto raduce. Rispondete.
Del nostro holio vi ricordiamo la fine e non sapiamo che più dirvene: fate come se
vostro fosse e rispondete.
Dicemovi vi pensavamo mandare sapone sodo, come passagio ci fosse e così faremo, e voi ci dite per ongni lettera come costà si mantiene. Rispondete.
Avisamovi de' danari tratti per nostri di Roma, a voi, e li ultimi furono lb. 1170 in
Matteo Calvo e lb. 385 in Antonio Lomelino e lb. 385 in Matteo Calvo, per la valuta da
Iacopo Salvagio e per più lettere ve n'abbiamo avisati: arete promessi e paghati e posto
a conto de' nostri di Roma. E da loro, abiàno, ve li ànno rimessi questi e più, e dichono
v'àno comesso a noi rimettiate danari: atendiamo ch'è seguito.
Noi vi chiedemo, esendo pasagio di nave per qua presto, ci conprassi e mandasi per
insino a chuoia 300 di bue barbarescho, di peso di cant. 20 in 25 il cento, costando
quelle di cant. 20 a ragione di f. sessanta in sessantauna il cento, e quelle di 25, f. ottanta
in f. ottantacinque, spaccate, il cento e a noi qua lle mandasse preste. E dicemovi, potendo
avere de la ragione più grossa, più charo l'aremo; e ancho esendo di più peso,
costando a la venante, eravamo contenti e ancho per alchuna cosa più non churassi e
sopra tutto provedessi avessimo bella e buona roba frescha e che non fosse instagonata.
A l'avuta di questa, no l'avendo fornite, v'ingiengnate a fornirle e mandatele prestamente:
dovrano essere costà asai pasagi per qua e sichuro. Che Idio ne presti salvamento e
guadangno.
E sì vi dicemo ci conperassi lib. 2000 in 3000 di stangno, o in verghe o i lame,
costando per insino a lb. dodici in lb. xij 1/1 in lb. tredici il cantaro di costà spaccato, a
danari o al tenpo, come meglo potesse e che ancho qua a noi mandasi prestamente. Se
no l'avasse fornito v'ingiengnate di fornirlo e mandarlo prestamente. Rispondete.
Dicemovi, che mandando, ci facessi corere rischio per nave per insino a f. treciento,
e così vi ricordiamo. Ora vi dicamo, esendo 2 navi in conserva, ci faccate chorere rischio
per insino a f. cinqueciento de l'avanzo da indi in su per uno o per due navi
mandasi nella forma v'abiamo ditto piglare sichurtà: che Idio ne presti salvamento.
Dicemovi ci tenessi bene avisati sopra pregio di ditte chuoia barberesche d'ongni
ragione e simile spangnuole perché vegiendo da farne hutile, ne vorremo buona soma.
Rispondete.
E sì vi dicemo e dicamo ci avisassi pregio d'accaio minuto: così fate. Rispondete.
Quanto costasse spaccato e quanto à de spacco. Rispondete.
Ancho vi dicemo ci avisassi pregio d'oro filato fine e bene colorito quanto costasse
la libra; se avisato nonn avessi n'avisate per la prima. Rispondete.
Tenuta a dì 28 di febraio. Poi non c'è vostra e di nuovo non vi abiamo a dire. Siamo
a' vostri piaceri.
Canbi: per costà, piglatori, a lb. 7 s. 16; datori, a s. 18; per Firenze, 48 e ongni giorno
ci pare varano meglo questi danari: aviserenvi che farano.
Angnolo e Giuliano, in Ghaeta. Cristo vi guardi.
Francescho di Marcho e conpa., in Gienova
1401 Da Gaeta, a dì 26 di marzo