di che pensandoci su, diliberai scriver la lettera vedrete a
questi dì, che per sua cortesia mi chiamò, e volle io il
conoscesse, e femmi singular carezza. Io penso che la
gioverà: fategliel dare, se pensate sia utile: e quello ho a
fare, se altro avviso aveste, m'avvisate, e sarò presto.
posso, a volere esser quello s'appartiene all'uomo. Ma questa
mi par delle vie: e io son presto a prenderne volentieri, per
suo e vostro amore, ogni fatica.
nullo modo nè può nè vuole
tornare a lavorare costà; e parmi mezzo rivolto di sua
opinione, di ritornare nella grazia vostra, benchè non parli
se none piacevole. S'io vi dirò cosa vi dispiaccia,
perdonate; però ch'io non procederò più oltre vi vogliate; e
di ciò ch'io vi scrivo, l'altra parte è ignorante in tutto. E
credo sia bene levar simili rancori, e tagliare i tralci che
noiano l'andare.
La via di fare a dì, non è la diritta nè la ragionevole,
secondo l'uso e
quello che per vostra parte m'è suto detto:. ma checché si
dia, se volete, ingegnerommi, s'io potrò, che siano contenti
anche a xx
costà, e udirvi, e vedere il
ch'io mi sappia, però ch'io credo a chi m'ha parlato per voi.
E in questo ho stimati i
Spese, e il fare i
credo ben farete darmene licenza. Se pensate altra via sia
migliore, sono presto esser vostro
alla palese.
Se 'l detto modo non vi piace, nè volete consentino; fate
almeno una lettera a' vostri, che
nè voi saprete nè eglino sapranno quel ch'io farò: in verità,
forse fiano più e forse meno. Questo dico se, per ingiurie
ricevute da loro, l'animo non vi patisse consentire le dette
somme.