di sua mano; e
propio che mandaron gli
«Padre carissimo. La vostra amorevole lettera ricevetti in
in una vita pacifica sanza viluppi: che Dio me ne dia grazia,
che con voi finisca i dì miei in pace. Essa mi diè tanta
consolazione, ch'io posso dire il verso Nunc dimittis.
Non vi voglio torre tempo con le mie lettere lunghe; anzi,
s'io dirò brieve non verrà da iscortesia, ma dallo timore ho
di voi; che quante più cose dicesse, più vedreste da potere
riprendere la semplicità mia. La quale insino al cuore e con
quello poco di beni terreni ch'io uso, vi proffero e dono, e
donarò insino alla morte, miscolandole con le cose vostre, sì
che nulla differenza nè discrizione nè salti far se ne
vorrei. Ma Iddio faccia per me, chè io far non posso quello
vi si conviene. Accomandovi a Dio: me raccomando io a
vostro