solo nel mio
piena di piacevolezze, che spesse volte si richeggiono nelle
amistadi: pure il fine del pensieri vostro era et è ottimo,
cioè del luogo delle
prima ch'io ne dica mio parere, vi farò questo preambulo,
nell'amore di Cristo che tanto amoe quella sua serva Brisida,
ch'io leggo, che trovarete tosto tosto darà gran sole e gran
lume al mondo e alla fede, ch'era come spenta; e forse molto
maggiore che non fe la povertà e la ubbidienza e le stimate
di san Francesco. Il qual proemio o preambulo è questo; ch'io
tengo che catuno vivente abbia alcuno singular dono, e
speziale grazia da Dio in questo mondo. E penso che i più,
per li viluppi in che giriamo, non la sappiamo pigliare, nè
onorare, quella grazia e quello ambasciadore che Cristo ci
manda. Torno a voi, e dico che avervi Iddio mandato innanzi
v'abbi fatti. Tutte l'altre amistadi, o le più d'esse, sono
state chi per piacere, chi per godere, chi per ingannare, chi
per richiedervi, chi per vantaggiare; e in somma, e' mi pare
che voi non abbiate tal cura al vostro stato, che non è
piccolo, qual voi dovete. E credo che invecchiato in vostri
costumi, anche nol vedete qual
dell'anima vostra come è egli, non credere; questo avanza
ogni errore: chè a me non pare gli attendiate a credere come
dovreste. Solo dico per dirizzarvi. Ma voi istesso
l'avanzereste in vedere, se vi levaste da tante e tali
angosciose fatiche e imprese, a che tutto dì vi sottomettete
con tutta l'anima e con tutte le forze del corpo.
Che è a dire che qua ha tanti e tali, e sì savi e virtuosi
anche,
voi; e tutti fanno con modo, salvo che voi! Chi ha
chi ha amico, chi ha il
suoi bisogni; e alcuna volta visita i suoi
attende ad altro. E voi tanto avido, e disideroso che uno
solo
traverso stando meglio per lungo; come se fosse l'abitaculo
dell'anima eterna! che e' non si muta barella, che non
pognate mano, non si bagna pietra o mattone, che nol
tramutiate, gridando e tribolando. Io nol so, ma io il credo;
e anche qualche cosa n'ho veduta, e ne sento.
Do! per Dio e per l'amore che regnarà fra noi insino alla
morte, e forse anche poi, io vi prego e iscongiuro ch'a
simile cosa, come è le
gittandosi questi buoni pensieri a drieto, credete credete,
che ci è il danno e la vergogna a vita e a morte. Ma vuolsi
avere ottimo consiglio, che non si ispendesse in questi
grandi fatti, e poi non avessono frutto. Vedete
speso più di venticinque mila di
credesi, per non aver preso buono luogo, che mai non vi si
farà frutto. Io me ne voglio affaticare
in pensare, ec
direste: Tu come fai? dicovelo. S'io avessi male in sul letto
un
quel poco o pochissimo c'ho, sia de' miei
altrove non è da pensare. Ben farei a dare alcuna cosa di mia
mano; che so che vale quello che vi disse la
ma voi non ve ne ricordate. Ella viene ora a entrare nel
santo
tre sue
che con lei s'allevarono. E molti grandi
levati in
mondo sempre di questo nuovo amore, che Cristo ha mostrato a'
cristiani per lei. E non è vent'
allato a
ove l'Angelo, che Cristo le mandava ogni dì, le dettava le
lezioni e la
cui vita e
di presente. Truovansi scritti da' discepoli e dal confessoro
quali tutti ho letti; di ciechi, sordi, muti, zoppi, leprosi,
secchi, dogliosi, morti e risucitati; e massime nel
traportare si fe ora il suo corpo da
questa maravigliosa donna
cose che, per udirle, lascereste lavorare i
quali attendete più ch'a Cristo. Che non sarebbe punto da
maravigliare, alle cose a che vi mettete, che non accaggia
qualche isciaura o di legno o di pietra o di caduta, da non
esser mai contento. Confortisi la donna vostra, benchè sia in
matrimonio: e appariamo da costei, come ella fe; e faccianne
parte, e saremo salvi. È vero che 'l forte della sua
perfezione fu nello stato vedovile. E come ch'io non abbia
ancor potuto avere el suo grande
mondo, che si chiama il Libro delle Rivelazioni, che Cristo
le fece, e dettolle di parola a parola; pure, per quanto ho
letto nella
la somma e l'effetto della 'ntenzione del Nostro Signore in
questi tempi d'oggi, cioè nella nostra etade, è questa:
Ch'egli vede guasta la sua
sostenere che non provvegga alla salute de' cristiani. E
dice, ch'egli intende fare una
e farla in buona terra, di buoni
per onore e per gloria della sua santissima Madre. Il perchè
e' vuole siano nuovi
luogo di
esser stata uno sole, uno vasello di Cristo: vedrete
gente disutile rinnovarsi: vedrete le profezie adempiersi,
che parlano contra ' rei cristiani. Io sono stato col
che mi fu detto ha tanto fatto, ch'egli ha quel libro dello
Rivelazioni segrete di Dio: e dicemi, che mai non ristarà di
predicare questo nuovo amore che Cristo ci mostra per la
persona di costei. Tutti i dubbi delle Scritture, or l'Angelo
or Cristo or
faccia a faccia. La teologia e le sentenze, sopra che i
Il perchè io vi priego e conforto; come che vile e fracido
sia, e presuntuoso a scrivere di tal materia, che è come se
un porco o una capra volesse parlare del tessere la
vi piaccia a di questo cose porre l'animo, la mano e la
persona; se piacesse a Dio avvisarvi di qualche cosa, che
fosse vostra salute e suo onore.
Dice questa donna di Dio in un apparlare facea con Cristo, o
vero con l'Angelo (s'io mi ricordo bene), che Cristo le dice:
Sai tu come m'è accetto uno servigio o uno amore che mi
mostri uno cristiano, che quasi per forza, cioè al capezzale,
mi mostra volermi servire? come se voi uomini voleste e
comandaste servigi ad altri uomini,
quando gli aveste messi ne'
dicessono: O! io sono tuo, ec
non si fossono ricordati. Così io accetto i servigi fatti in
libertà d'animo e in carità ed amore, sanza essere stretti:
degli altri reputo quasi l'opere per nulla. Che se io
ordinasse che catuno non potesse fare se none servirmi, nullo
premio sarebbe a coloro che mi servissono, perchè non
sarebbono in loro libertade.
Or io fo fine, chè troppo sono trascorso. Ma piacesse a Dio
ch'io conoscesse i miei difetti come a me pare vedere
l'altrui: e caro arei mi fossono ricordati. Priego io voi
reverentemente, che accettiate queste cose in amore; però che
tutti i cristiani e tutti i buoni debbono esser e sono un
pezzo e un corpo e una vite: e che da me siate paziente di
ogni cosa; che tutte le vostre lettere leggo volentieri
quanto più sono lunghe. Sono a' piacer vostri. XIII di