e leggendola da me, me la convenne rileggere al
portai in
quello fiero proemio faceste contr'al peccato mio, della
pompa, della setta, dell'andare a costa, delle vanitadi del
mondo; gloriando voi dell'umiltade, dell'amor di Dio:
conchiudendo poi queste cose a mezzo
Ridemmo dell'
Lazzaro povero; e vedere noi altri del mondaccio, tra
Saracini o neri Etiopi, cioè diavoli: e avemmone
consolazione. Solo fu ripresa quella parola, cioè Lazzaro;
cioè, che guardate di non essere povero, come dite; chè
allora sareste, quando vi lasciaste possedere alle ricchezze.
Più non ne dico; se non che, come disse la volpe al compagno
quando si scorticava, che domandava Ove ci ritroviamo poi
insieme? ella rispose, Tra'
faccia vedremo tra'
e come aremo speso il tempo, e in che. Io pur ve l'appiccherò
d'
siamo com'e granchi, e vogliamo per acconciar bene la buca,
donde saremo cacciati, metter tutto 'l tempo della vita
nostra. Eccoti
in cielo: ma ordinate sì che, se siete dalla morte assalito,
i vostri fatti seguitino il buono animo dite ch'avete. E
notate quel ch'è da notare, padre carissimo.
manda per me salutando. La grande
delle
alla
L'
fanciulli in niuno modo voglio: ch'io n'ho assai, e
molte, grazia a Dio e a voi. Le
appiccatevi, alla ingratitudine mia contra Dio, e delle
pecore, ec
sette, non vi siete apposto. .-
Per le
una ora; che quanti Fannonoli ha al mondo, non la farebbono
in uno
poveri vivono del sudor vostro, e ch'io vivo del sudor de'
poveri: e fia tutto contrario il vero.