vicino che torna di là. Mandovela perchè vi possiate avvisare di vostri
fatti. Domandai il vicino di
afficcandomi io pure de' portamenti di
di ventiquattro
So ch'arete auta pazienza delle mie lettere per l'amistade nostra: ma se
guardarete bene quanto fallaste contra me, all'amore e alla fede v'ho
portata con metter el corpo alla morte o allo iscacciamento della
inganno contra voi, in servigio de' poveri di
Iddio vi guardi da provar di questi colpi da uomo cui tanto amiate. E
allegaste la
gli altri: ma quelle parole furono dette in sulla parte della
perchè
dell'altre; e può
far buona la cosa al
modo usato: egli diè della
nome
netti, gratia Dei, ch'io ho ardire in difendere la mia innocenza. Ma
certamente io pensai che per qualch'altra cagione voi mi vogliate
perdere, a pensar di me sì vile cosa; o forse pensaste ch'io ne
guadagnasse. E io rimango contento a ciò che è di vostro piacere; non
avendo, e non ho, niuna cosa. Iddio il vede; Iddio mi gastighi, s'io ce
l'hoe; o s'io avesse fatto altrementi per
tra Dio e me e voi, che direte: io non potea scrivere di meno, pe' fatti
dell'amico; il quale mai non avete conosciuto. Io dico, mai non avete
conosciuto nè amato, come si dee, secondo Iddio e 'l buon mondo: egli
è un
l'altro, per vil cosa che nell'amistadi s'intraversino. Io non perderò mai
voi, tanto è entrato l'amore nell'ossa e nell'animo. Ben voglio da voi, che
s'io ho mai errato iscientemente contra voi, starne alla sentenza vostra.
Dicemi
dare: egli è vostro vicino, e ha terra
per non diviso. Ma ogni cosa fe per servirmi, per lo primo servigio gli
chiesi mai, e sogliene obbligato.
La lettera vostra dicea non so che del
la malinconia mi deste a torto, ch'io non pati' di leggerla. Se da me
volete nulla ch'io possa, farollo al modo usato: ma tanto meno
volentieri, quanto io veggio che avete sì cura delle vostre ricchezze,
ch'io ho paura non siate amico a Dio com'io pensava.