che m'arete perdonato, se none a pieno a tutte le coselline non v'avesse
risposto: questo fia proceduto dall'usata carità.
La ragione di questa è uno pensiero ch'io ho fatto sopra i pensieri che
dovete aver voi in questi tempi; si sopra le vostre
le vostre
tanta importanza mi pare catuna parte, negli aspri tempi che
grandi, e molte; e anche, se fosse piacere di Dio, tutte potrebbono
tornare a drieto. Ma e' non si crede. E stasera ne fui con
scrivea a
che ancor dura, n'andai insino a uno amico presso che come
me ne disse il vero, per dirlo a
Alla
pensiero sottile, che tocca un poco del carmignanese; però ch'io temo, e
debbo temere, ch'ella potrebbe esser quello che vi disertarebbe più
ch'una fortuna di mare: e assai
di nuovo le vostre
c'ha qui
conoscete. E quasi niente ha qua, e truovasi avere
lungo tempo, sarà bene ci vegniate, e ad agio pratichiate tutto. Ma
insino da ora vi dico, che sarà bene facciate che i vostri tenghino mano
al timone; però che e' non è tempo d'andare cercando s'egli è più che
uno mondo. In fede v'ho detto tutto: voi siete pratico uomo, e avete
molte cose vedute; e cognoscete le 'nvidie di
Ma la fede passa il cielo. Altro non ci è a dire.
Non so come starà domattina; che ve n'avviserò. Salutate o
raccomandatemi alla
Ieri, dì XXV, ebbe
XXIIII; cioè,
accordi erano per fatti; e come quelle
Vedete cos'è andare! e per tutta la terra si disse ieri, che oggi dovavamo
esser
provvegga: questo formicaio capitarà pure al fine suo; che Dio tolga lor
forza di farci male!
Stamane, dì XXVI, ebbi una vostra da
quel de'
Se vi pare, ditene al
la gente, come che e' ci ha di quegli che dubitano che gli
non siano ingannati.
Poi ho rivedute la
verremo a' fatti, brustaremo bene ogni cosa. In fretta.