siamo. Stasera rammentai a
dissigli se volea ch'io vi ricordassi ancora il fàgli alcuna cortesia. Disse
che no, se prima non compiesse la faccenda.
Se que' vostri non fossono i più addormentati del mondo, saprebbono
alcuna volta di frasche farvi onore, e giovarebbe agli amici vostri. Che è
a dire, che a
sanno mandar quattro in uno corbello! che ne dareste uno o due a
ne sentirei. Stasera ne
uno mio amico, con
pensasse ch'io l'avesse
Mandovi il mezzo. Penso non ne mangiate, ma sia di monna
e
S'io vi riveggio mai, arò caro avere a mente d'una cosa vi voglio pregare
per
vivere, e morire contento, quando Iddio il tirasse a sè: tanto ne
parlammo quella notte egli e io: E anche vel legarete a tanta fede,
quanta ebbe mai figliuolo a padre. Io sono credulo, e penso dir bene; e
istimo che da contentallo o non contentallo sia poca
ragione mi pare v'abbia tenuta, sanza inganno mai. E per quello da lui
comprenda con grandissimi saramenti, ove mette sè e'
morire di mala morte; che e' non ha al mondo
cento
Or s'io fallasse, abbiate pazienza; ch'io non credo fallare, poi ch'io parlo
l'animo mio puramente. In tutta la vita mia, mai non parlai con lui
altrettanto. E parmi in tutto bene disposto a non accostarsi troppo col
mondo; come in monna
consolazione. Cristo vi guardi.