quella bastava. Se non che ora ricordandomi di voi in mio studio, e sono
sanza faccenda perchè è
dì d'ieri niente ne seppi: se non che
era per quelle
dinanzi avea auto grande travaglio. A me ne parve quando il lasciai,
secondo il grave caso, lasciarlo assai bene. E di voi ragionammo assai; e
dissigli che se nulla gli mancasse, che io mi leverei in collo tutto 'l
vostro, ec
pace; ch'era una divozione a vederlo. E dissemi avea de' vostri assai
chiedesse, però che a questi mali non faceano nulla; e che se pur lo
volesse, nol potrebbe avere. Da poi ci hanno pur mandato sanza mia
saputa; e non l'hanno mai potuto avere, niuno niuno, nè per amor nè
per
cognobbi suo pari nel tristo mondo in che siamo; nel quale, de' mille gli
novecento vivono col viso a terra come i castroni, e pieni di follie e di
mali pensieri. Bene gli vidi intorno gente ch'attendeano arraffiare, come
per altra vi dissi.
La
domandarlo che ordine si dà alla vostra: benchè i Pratesi la sogliono
molto indugiare; ma ora non penso passi la
che dei, e sia che può. Ed è messa in proverbio. E però non abbiate a
male se, nella morte o infermità di sì fatto uomo, io miscolo le cose vili.
Se volete vada a
me. Io ho grande diletto di questa poca della vita Iddio mi presta ora,
perché pur servo assai amici sono di fuori, di leggier cose mi
richeggiono. E fatti dello
note come voi: ma a niuno si chiede nè fa or novità: sì ch'io ho un poco
di tempo.
l'anima: e ha speso il resto, che l'ha
Se volete gli scriva nulla per voi, grande voglia mi dice arebbe di
servirvi. Egli è pur dassai e pratico, e non fa nulla; e penso, per onor
suo e mio, vi sarebbe fedele: e ha l'essempro innanzi di
amate perch'è buono; e
e fo. Iddio li perdoni. Ma voi mi conoscete: pregovi che per amor di me
non facciate nulla contra l'animo vostro: chè male ve ne 'nterverrebbe
agevolmente.
Mandovi uno sommario del
bisogna così in fretta, ma per consolarvi. Ma quel che è il bello, è una
nota dello stato suo, tutto d'ogni canto e d'ogni parte, che e' mi lasciò di
sua mano; come io dissi già con voi, che faceste voi in uno quaderno
segreto, ec
tante n'avete ogni dì! Se bisognerà, e io viva, staremo una volta in uno
dire.
Di
la santa misericordia e bontà sua. E a noi
nell'amor di Dio insino alla morte; e che conosciamo più l'uno dì che
l'altro la pazzia degli uomini, che mai non pensano alla morte: che se
ogni dì ci facessimo morti, oh quanti affanni, quante doglie, quanti
dolori, quanti pensieri porremmo da parte! e aremmo sempre la mimoria
di Dio innanzi, che ogn'ora, ogni punto, fa grazia a noi di sostenerci la
vita. E noi, ingrati, di lui mai non ci ricordiamo. Per
Confortate monna
laude, gloria e onore in secula seculorum.