da' vostri del
amore, che già fa più tempo per sperienza et per omgni manifesto
sengno compresi, ma quelli ch'è copioso di tutte le gratie me faccia
valevole a potere a ttanto come che ssia sodisfare. Io sono soprastato
poi tornai di
certa praticha co' savi et
m'inpuosono
non sono tenuto d'amici qua, come pare crediate, benchè per loro
perfectissima carità lietamente mi vegano et io ancora, con quella
pocha ch'io ò di loro, fo il similgliante. Parlai co
costà, e ragionando sopra i fatti vostri ci concordiamo era il migliore
per l'una parte et per l'altra prendere il partito che preso avete, et
così mi pare vi dobbiate contentare, considerato non asentirò se none
quello fia ragionevole et douto, et simile credo d'
per niuna parte ingannato. Io credo essere costà
sichè subito si spaccerà la faccenda. Altro non resta a ddire se none
m'abiate racomandato et alla vostra
profero, perchè già più tempo a voi liberalmente dato mi sono. Del
fatto di
noon ò scritto, perchè pensava più tosto tornare. Iddio vi guardi
lungamente.
Per lo vostro
1392. Da